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DIRIYAH – Difficile dire chi, fra squadre e piloti, vada via più soddisfatto da Diriyah, alle porte della capitale saudita Riad, dove si sono disputati gli ePrix 2 e 3 della decima stagione di Formula E. La Jaguar Tcs torna a casa con una vittoria e la guida sia della classifica individuale, con Nick Cassidy, sia di quella a squadre, ma non può essere troppo soddisfatta per i risultati di Mitch Evans, quinto con diversi errori al venerdì e decimo sabato. «Ho guadagnato terreno all'inizio – sorride Cassidy – anche se temevo di aver un po' esagerato alla partenza, ma, si sa, la Jaguar Tcs mi ha messo a disposizione una macchina straordinaria: mi sento molto fortunato». Con la scuderia cliente, la Envision, sorride anche per la piazza d'onore di Robin Frijns. «Ho avuto qualche problema a inizio stagione perché a differenza di Nick ho appena cominciato a guidare questa monoposto – commenta l'olandese – Ci sono ancora delle cose da fare, ma ci arriveremo. Lui ha fatto una gran bella gara e io ho conquistato punti importanti».
La Porsche, ma solo grazie alla Andretti, la scuderia cliente, festeggia un successo con il campione in carica Jake Dennis, ma come squadra ufficiale Tag Heuer non può che essere delusa dalle prestazioni di Antonio Felix Da Costa, ancora fermo a quota 0. Pascal Wehrlein è secondo nel campionato, ma deve inseguire a 19 punti. La Ds Penske rientra con la incoraggiante Pole e il secondo posto di Jean Eric Vergne e il quinto di Stoffel Vandoorne, due iridati elettrici (3 titoli in due) che vogliono migliorare i risultati della passata stagione. Difficile che Stellantis esulti con Maserati e con il settimo e il nono posto di Maximilian Günther, anche se Jehan Daruvala ha mandato segnali importanti almeno nella seconda gara con il quinto posto in qualifica.
La Nissan ha confermato i passi avanti di cui era accreditata ai box soprattutto nell'ePrix di sabato quando aveva addirittura quattro macchine fra le prime 8 a pochi giri dal termine, oltre ad aver ottenuto la Pole con Oliver Rowland. Alla fine sono andate a punti “solo” in tre: lo stesso Rowland terzo e Sacha Fenestraz con le monoposto ufficiali e Jake Hughes, con quella della Neom McLaren, quarto, che fa il paio con l'identico piazzamento de compagno di squadra Sam Bird al venerdì. «Sono leggermente dispiaciuto per il terzo posto perché partivo dalla Pole. Abbiamo avuto la possibilità di controllare la corsa – spiega Rowland con molta autocritica – ma non ci siamo riusciti. In ogni caso un gran risultato per la squadra. Ci portiamo questa fiducia a San Paolo, anche perché io sono tornato alla Nissan per vincere». Un bilancio significativo per una squadra a guida molto italiana: il calabrese Tommaso Volpe è Managing Director e la lombarda Francesca Valdani Team Manaer.
Interessante anche la prova di Sergio Sette Camara, il brasiliano che corre per i cinesi della Ert, che aveva lottato per la Pole (era stato eliminato in semifinale) venerdì, quando ha anche chiuso nono conquistando i primi punti per la propria scuderia, mentre sette piloti, fra i quali tre ex campioni del mondo (Nyck de Vries e Lucas di Grassi oltre a Da Costa) e un vice (Edoardo Mortara) non hanno ancora mosso la classifica. Ha buone ragioni per essere soddisfatto anche chi resta, ossia i promotori locali dell'evento e non solo. Per la sesta volta si è corso in Arabia Saudita (11 gare finora dal 2018) e due nomi “nuovi” nell'albo d'oro (8 in totale).
«È il più grande evento motoristico dell'anno a Riad – sottolinea il Ministero dello Sport – una sinergia tra tecnologia all'avanguardia, sostenibilità e eccellenza agonistica». Il paese ha “liberalizzato” i visti turistici proprio con la Formula E nel 2019: un evento che ha fatto la storia, come ha ricordato anche il principe Khalid bin Sultan Al-Abdullah Al-Faisal presidente della Federazione automobilistica e motociclistica nazionale (Samf). Anche le gare saudite hanno confermato la più giovane età degli appassionati e la più equilibrata distribuzione di genere: «Circa il 60% del pubblico ha meno di 35 anni e circa il 35% sono donne», fa sapere lo stesso Ministero. Che, come tutto il paese, guarda al 2030, quando l'Arabia Saudita ospiterà l'Expo, sognando magari anche un pilota in una serie che conta, dato che a breve aprirà anche una pista di kart poco lontano da dove si corre la Formula E. L'ambizione di rendere più sportiva la nazione (malgrado le difficoltà legate alle temperature, che non di rado raggiungono i 50°) è legata anche al motorsport: «Entro la fine dell'anno, oltre mezzo milione di sauditi avrà assistito a eventi motoristici dal vivo», conclude il Ministero.