Finot, responsabile Motorsport per Stellantis

Finot (Stellantis): «Decideremo prima dell'estate sul futuro in Formula E. Il mio desiderio è di restare»

di Mattia Eccheli
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MONACO – A Misano Adriatico Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, non si era sbilanciato a proposito del possibile prolungamento dell'impegno di Ds e Maserati in Formula E: «Decideremo prima della pausa estiva», aveva detto, trasferendo la responsabilità a Jean Marc Finot, 62enne ingegnere “papà” di diverse auto, tipo la Peugeot 205 Rallye e106 Rallye stradali (base di partenza per tutti i piloti professionisti e non), che guida la divisione Motorsport del gruppo. Ai box davanti a Port Hercule di Monaco, Finot torna sull'argomento ed è più preciso sui tempi: «La decisione verrà presa prima della fine della stagione».

D'accordo, ma lei come la vede?

«La vedo dal punto di vista imprenditoriale: il motorsport è un business. Significa che siamo interessati, ma non a ogni coso».

Ma sarà lei a dover arrivare con una proposta: come la vede in questo momento?

«Il mio desiderio è quello di restare in Formula E».

Quindi potreste impegnarvi anche per la Gen4 come hanno già fatto Nissan e Jaguar?

«Lo ripeto: non a ogni costo. Perché ci sono diversi aspetti da considerare».

Quali sono quelli che potrebbero farvi restare?

«La Formula E è una classe coerente con la filosofia dei nostri marchi: premium Ds e lusso Maserati. E ha senso perché, ad esempio, è una piattaforma che ci permette di raggiungere un potenziale pubblico diverso: il quarantadue per cento sono donne».

Niente altro?

«C'è anche altro, certo. Per Stellantis la Formula E è un laboratorio tecnologico che serve per accumulare conoscenze da trasformare in maggiore efficienza per le vetture stradali. È da dieci anni che lavoriamo allo sviluppo di motori elettrici».

Fin qui solo cose positive, anche se da qualche anno non vincete il titolo mondiale...

«Si corre per vincere, questo è ovvio: è quello che fa la differenza in termini di visibilità. E, infatti, tutto quello che ho detto finora va bilanciato con gli strateghi del marketing: poiché anche la Formula E costa dobbiamo capire se gli investimenti sono funzionali alle nostre attività e ai nostri programmi aziendali».

Ma c'è anche il “cost cup”, il tetto di spesa.

«Che è un'ottima cosa, perché così i nostri ingegneri sanno che i risultati vanno conseguiti entro determinati limiti».

Anche le aziende hanno dei budget per gli investimenti...

«Sì, ma è diverso. Un conto è se vengono assegnati esternamente e un altro è se vengono assegnati internamente: uno vuole sempre trattare. In Formula E non si può e fine del discorso».

Quello di Monaco è il più classico dei circuiti cittadini: meglio questi o quelli fissi?

«Le monoposto di Formula E non sono ancora pronte per le grandi piste. Personalmente prediligo i tracciati urbani perché fanno parte del Dna del campionato e ci consentono di parlare a persone che non seguono abitualmente le corse automobilistiche. Ma in futuro si tratterà di trovare un equilibrio fra le due dimensioni».

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Sabato 27 Aprile 2024 - Ultimo aggiornamento: 21:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA