Audi, il salto tecnologico della piattaforma Ppe. Motori più compatti, maggiore autonomia e velocità di ricarica
Porsche completa i test della nuova 911 ibrida. E abbassa il record al Nürburgring di 8". Verrà svelata il 28 maggio
FE, Shwartzmann (Ds) "vola" nei Rookie Test di Berlino. Mini (Nissan) chiude con il nono crono
Non siamo in Formula E con spirito olimpico», aveva dichiarato un anno fa a Roma, alla vigilia dei due EPrix primaverili dell’ottava stagione Thomas Laudenbach, vice presidente con delega al motorsport di Porsche. E Florian Modlinger, da un anno e mezzo a capo delle operazioni nel circuito elettrico, conferma le ambizioni prima dei due appuntamenti estivi della nona stagione: «Siamo in lotta con entrambi i titoli e non voglio scegliere tra uno e l’altro. Li voglio tutti e due», dice il 42enne manager bavarese chiamato a Stoccarda per vincere, come era riuscito a fare con le scuderie che lo avevano ingaggiato in precedenza. A Portland, dove la Formula E ha fatto tappa per la prima volta, Pascal Wehrlein è stato costretto a cedere la testa della classifica individuale, che aveva appena riconquistato dopo le due gare di Jakarta. Nella prova statunitense è però tornato sul podio Antonio Felix da Costa, uno che il mondiale di Formula E l’ha già vinto, ingaggiato per affiancare il tedesco.
«Pascal è messo nettamente meglio di me quest’anno – ammette il portoghese – e pertanto, visto che c’è in ballo anche il titolo a squadre, farò quello che posso per aiutarlo». Modlinger sorride: «Lo sanno tutti quello che si può fare – taglia corto – magari un po’ di scia, magari proteggere un po’ la posizione». Di ordini di scuderia, però, non si parla. Non ancora, almeno. O non apertamente. Magari non ce ne sarà nemmeno bisogno, che è uno degli auspici del Team Principal, che ha naturalmente una formazione da ingegnere.
Sempre cortese, spesso sorridente, Modlinger è diplomatico il giusto. A proposito dello sfogo di Jake Dennis dopo il primo EPrix di Jakarta, quando aveva criticato Wehrlein per aver difeso la posizione e sollecitato un’indagine da parte dei commissari, il numero uno è lapidario nel giudicare l’uscita del pilota britannico, che guida un Avalance Andretti motorizzata proprio Porsche: «Credo che prima di parlare sarebbe opportuno riguardarsi le immagini», dice. E non c’è bisogno di aggiungere altro. «Nella collaborazione fra scuderie nulla è cambiato: lavoriamo assieme nell’interesse comune», precisa.
Con Modlinger alla guida del progetto elettrico e della squadra Tag Heuer Porsche era arrivato quasi immediatamente il primo successo. Era accaduto a Città del Messico, nel febbraio del 2022, quando Wehrlein aveva preceduto l’allora compagno di squadra Andrè Lotterer: una delle rarissime doppiette in Formula E. A fine stagione Wehrlein aveva chiuso decimo, il collega dodicesimo e il team settimo con un sensibile miglioramento rispetto alla stagione precedente, la seconda della storia della casa di Zuffenhausen nel mondiale a zero emissioni.
A quattro gare dalla fine, i due piloti della Tag Heuer Porsche sono terzo (a 16 punti da Dennis) e sesto (a 45 dal podio virtuale), mentre la squadre è in testa a quota 212 (22 lunghezze di margine sulla Envision che è seconda).
«Volevamo mostrare di essere competitivi e abbiamo dimostrato di esserlo, non solo come squadra ma anche come costruttore», osserva Modlinger. Con le stesse monoposto la Avalanche Andretti è quarta con 156 punti e Dennis è in testa al mondiale individuale. In Formula E, la Porsche ha conquistato finora 581 punti: con Modlinger ne sono arrivati 355. L’accordo della casa tedesca con al Formula E è in scadenza e finora il costruttore non ha ancora ufficializzato se resterà o meno anche dopo la prossima stagione: «Una cosa è certa – puntualizza Modlinger - la decisione non dipenderà dai risultati di questo campionato. Ci sono altre valutazioni da fare».
I tempi sono relativamente stretti: «La Formula E è importante perché promuove certi valori e parla di sostenibilità. Per un costruttore come Porsche è fondamentale che il circuito approdi in determinati mercati. Siamo contenti per l’esordio del Giappone, ci piacciono gli Stati Uniti, ma la Formula E deve tornare anche in Cina», ricorda il manager.
ACCEDI AL Corriere Adriatico.it
oppure usa i dati del tuo account