Il modello “T”, la vettura più famosa della storia dell’auto, aveva una particolarità. Una dote. Pur essendo progettata per viaggiare su un percorso “tracciato”, sterrato sì ma strada, si fece apprezzare per la capacità di scorrazzare su e giù nei campi arati. Un’impresa tutt’altro che facile. Il “vizietto”, o meglio l’amore, sempre rimasto nel dna del brand. Il veicolo più venduto nella storia ultra secolare dell’azienda, infatti, non è un’auto, ma un pick up, il Serie F. Il mezzo da sempre preferito dagli automobilisti a stelle e strisce con le sue grandi ruote, la trazione integrale e il cassone dove si può caricare di tutto. Un vero veicolo per cow boy, anche da città. Nell’ultimo decennio un’accelerazione. Negli States, il mercato casalingo, sempre più light truck e meno vetture, fino a concentrarsi quasi esclusivamente sui mezzi da lavoro e per i tempo libero, eccezion fatta per qualche iconica sportiva.
Percorso simile in Europa. Nelle auto l’Ovale Blu ha progressivamente alleggerito la sua presenza, lasciando spazio a coreani e giapponesi, mentre ha concentrato la sua attenzione nel settore dei veicoli commerciali. Il Transit è sempre stato un mito, fin dalla nascita. Nel terzo millennio, però, la Ford ha messo la freccia sopravanzando tutti i forti costruttore locali. Un primato che sfoggia da sei anni consecutivi e che ora ha tutta l’intenzione di rafforzare nonostante la nascita di Stellantis. Una strategia cara al ceo Jim Farley che aveva già individuato qualche anno fa quando da Colonia guidava la Ford Europa. Il piano d’attacco si basa su pochi punti fermissimi. Da una parte, la collaborazione con Volkswagen.
Wolfsburg fornirà l’avanzata piattaforma MEB su cui lavorerà il rinnovato quartier generale tedesco, l’azienda Usa si occuperà anche dei commerciali del più grande Gruppo di Germania. Dall’altra, il rafforzamento della fortunata joint venture con la famiglia Koc che ha dato vita alla Ford Otosan operativa dal 1928 e padrona dell’automotive in Turchia. Nello scorso dicembre è stato annunciato un investimento di due miliardi per produrre nell’impianto di Kocaeli, con la creazione di tremila posti di lavoro, il nuovo Transit Custom elettrico e il people mover Tourneo Custom, oltre alle corrispettive versioni griffate VW. Lo stabilimento realizza anche il Transit da due tonnellate.
Nella fabbrica di Yenikoy, sempre nella regione di Kacaeli, invece, viene assemblato il Courier che porta all’85% la produzione turca di commerciali Ford. Il resto del network industriale della casa americana nel Continente (14 fabbriche) si occupa di fornire motori, trasmissioni e componentistica. Già nel 2024 (due anni prima rispetto alle vetture) tutti i modelli dei mezzi da lavoro Ford avranno una versione full electric o plug-in. Invece lo stop dei motori a scoppio arriverà più tardi. Nel 2030, infatti, solo due terzi della produzione sarà pesantemente elettrificata, un terzo continuerà ad essere equipaggiato con propulsori benzina a diesel. I veicoli da lavoro non consentono di perdere nemmeno un attimo per fare rifornimento.