Solita trama. Immutabile e inscalfibile. Il cannibale riduce al brandelli anche il rinato GP di Cina, dominato in lungo e in largo partendo dalla pole. Non ha fatto il “triplete” solo perché la stramba strategia adottata dall’Aston Martin di Fernando Alonso lo ha costretto ad un cambio gomme negli ultimi giri buttandolo nella mischia con le gialle fresche rispetto agli altri che avevano le bianche più usate. Per il marziano olandese è la quinta partenza al palo della stagione in cinque gare e la quarta vittoria solo perché a Melbourne lo ha tradito l’impianto frenante. Altrimenti sarebbe stato “en plein” e una corsa verso nuovi record. Per super Max è la cinquantottesima vittoria in carriera, il podio numero 102 su 190 corride disputate.
Continuando di questo passo già il prossimo anno potrebbe scavalcare nella classifica di tutti i tempi Michael Schumacher ed anche il neo ferrarista Lewis Hamilton. E, allo stato attuale, non si vede perché dovrebbe andare diversamente. Il figlio di Jos ormai corre da solo e maschera abilmente qual’è il reale limite suo e dell’astronave che ogni anno gli plasma Adrian Newey. A fine corsa, vuoi per le safety car vuoi per la gestione, il distacco è notevole, ma non impressionante. Lasciano più senza parole le manciate di giri che l’orange fa, ogni tanto, per togliersi la ruggine di dosso, rifilando a tutti oltre un secondo al giro. O la precisione con cui gestisce i treni di Pirelli di qualsiasi colore siano. Un’arma sulla quale non può contare nessun rivale che deve sempre lottare con gli aggiornamenti degli altri sperando che funzionino anche i propri.
È quello che è accaduto ieri alla Ferrari che, per la prima volta nella stagione, non ha agguantato il podio. Il boccone meno dolce è che è stata una gara abbastanza lineare, senza imprevisti o incidenti, affrontata da Charles e Carlos spesso in “aria libera”, come Vasseur aveva auspicato prima del via. Il quarto posto del principino e il quinto dell’ispano sono il massimo che si potesse ottenere, come a fine gara ha apostrofato con un filo di amarezza il monegasco: «La Red Bull si sa, ma a Shanghai aveva un altro passo anche la McLaren. Se Oscar non avesse avuto il fondo danneggiato, anche il quarto posto sarebbe stato difficile. Con le medie siamo andati bene, con le bianche il passo non era buono...».
Charles, apparentemente deluso, ha finalmente vinto il suo personalissimo duello col vicino di box, rifilando a Carlos una decina di secondi in metà gara, sia prima che dopo l’ingresso delle safety car. Sainz potrebbe aver gestito perché sarebbe stato impensabile attaccare il predestinato, visto che stava gestendo le coperture bene ed aveva un bel passo. Il fuoco è rimasto sotto la cenere, ma ha rischiato di divampare nella lunga curva dopo la partenza. I due rampolli, infatti, scattavano uno dietro l’altro, staccati in qualifica di appena otto millesimi. Charles nel cavatappi tiene di solito una traiettoria più interna ma, poiché all’esterno c’era il rivale-amico, ha abilmente allargato impedendogli di fare la linea esterna che lo avrebbe avvantaggiato nella piega successiva. Dopo le ruotate di sabato, sono solo scaramucce...
Cos’è successo rispetto all’Australia solo due gare fa quando le Rosse (approfittando dei guai di Verstappen) hanno messo a segno una perentoria doppietta? Niente di assolutamente imprevisto. Shanghai non è Melbourne. Il layout del tracciato era atteso come meno adatto alle caratteristiche della SF-24 e l’asfalto era stato bitumato dagli organizzatori. La vera spiegazione sono gli sviluppi che altri hanno già portato e la Ferrari ancora no. Arriveranno forse a Miami e poi, più consistenti ad Imola. «I ragazzi in fabbrica lavorano giorno e notte, non potevo mettergli ulteriore pressione», ha risposto Vasseur a che gli chiedeva se qualche aggiornamento poteva essere anticipato. L’handicap principale è stato il rendimento delle coperture dure che non erano state provate nell’unica ora di test liberi. Con queste Norris guadagnava su Charles ed anche Russell con la Mercedes si è riportato sotto a Carlos. Lando ha chiuso con un magnifico secondo posto davanti a Perez. George è arrivato dietro le Ferrari ed ha preceduto Alonso e Piastri. Nono Hamilton dopo un bella rimonta dal diciottesimo posto.