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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Carlos Sainz dopo il podio a Singapore

Ferrari, tutti per uno: ecco come si vince con una monoposto meno veloce

di Giorgio Ursicino

Vasseur non ha resistito, è andato personalmente lui a ritirare il trofeo del Costruttore. Cosa che, per una “semplice” gara, non fanno il suo collega Chris Horner ed il suo amico Toto Wolff. Ma, il GP di Singapore, per Fred non poteva essere solo una corsa. È stato il primo trionfo alla guida del Cavallino, ma anche l’esordio sul podio di Formula 1. Inoltre, la coppa è arrivata, inaspettata, dopo otto mesi di duro lavoro, qualche figura non edificante e molte più delusioni che soddisfazioni. È molto più complicato di quanto si possa immaginare iniziare il lavoro di team principal all’inizio di una nuova stagione. La F1 non è una squadra di calcio dove bisogna motivare ed allenare una ventina di atleti.

È una macchina complessa ai limiti dell’inverosimile con un migliaio di tecnici molto bravi che lavorano giorno e notte per sfiorare la perfezione. L’improvvisazione non è ammessa. L’intuito da solo non è un’arma da utilizzare. Essere dei fenomeni non basta, è necessaria programmazione e continuità. Ricordate quanto hanno impiegato Schumacher, Todt e Montezemolo, con nella stanza dei disegni Brown e Byrne, a riportare Maranello ai vertici al tramonto del millennio scorso? L’ingegnere francese sapeva bene che c’erano molti bocconi amari sul tavolo, ma ha iniziato con il sorriso ed ha sempre continuato su questa strada anche nei momenti più bui.

Ha rimodellato l’organizzazione tecnica impegnandosi nella gestione dei piloti, due ingranaggi sicuramente più difficili da mandare in sintonia della power unit più complessa. Ed a Singapore è arrivato il primo grosso risultato di questo impegno. La SF-23 non è sicuramente ancora la monoposto migliore, ma ieri Charles e Carlos, forse per la prima volta da quando sono nello stesso box, hanno corso da squadra. I due sono ragazzi intelligenti e fuori dalla macchina sanno come comportarsi. Abbassata la visiera, però, finora ognuno per conto suo, con diffidenza. Come che prevalere sull’altro era per entrambi il primo obiettivo.

Ieri qualcosa è cambiato e ora dovrà essere confermato, ma questa collaborazione sarà fondamentale quando la monoposto sarà migliore. Leclerc parla da saggio, non sembra il solito principino. Un passo avanti importante per la sua definitiva maturazione da bambino prodigio a campione affermato. «Bisogna aiutare chi è messo meglio e non c’è dubbio che a Singapore fosse Carlos. Ha fatto un lavoro fantastico per tutto il weekend, sono proprio contento di vederlo sul gradino più alto del podio».

Anche Sainz riconosce che l’aiuto della squadra è stato fondamentale: «Forse non eravamo i più veloci in assoluto, ma abbiamo lavorato benissimo tutti insieme. Nella prima parte mi sono impegnato solo per far durare le gomme, non certo a spingere. Poi ho giocato tutto per sfruttare il circuito in modo da far durare le gomme fino al traguardo. Non era affatto facile: la safety car ci ha costretto ad un cambio troppo anticipato. Davo il Dsr a Norris perché aveva le stesse gomme e sapevo che tenendolo a 8, 9 decimi non mi avrebbe passato. Diverso il discorso sarebbe stato con le Mercedes...».

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Martedì 19 Settembre 2023 - Ultimo aggiornamento: 20-09-2023 17:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA