
Toyota Mirai, a Tokyo debutta la 2^ generazione: stile sportivo e autonomia migliorata del 30%

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TOKYO - Alla 46ma edizione del Salone di Tokyo c’è il futuro di Toyota, in tutti i sensi. La casa di Nagoya ha infatti presentato, ancora in forma di concept, la seconda generazione di Mirai, parola che significa proprio “futuro” in giapponese e che, non a caso, è stata utilizzata nel 2014 per battezzare la prima Toyota ad idrogeno, prodotta poi in circa 10mila esemplari.
La nuova Mirai cambia completamente e presenta uno stile nettamente diverso. Da insolita berlina 3 volumi, diventa una grande coupé 4 porte con carrozzeria fastback – ovvero con coda appena accennata – lunga 4,97 metri che poggia sulle grandi ruote con cerchi da 20 pollici. La piattaforma di partenza stavolta è la GA-L delle Lexus LS e LC e sia la trazione sia il motore sono posteriori, particolare che fa supporre qualità dinamica nettamente migliorate oltre a suscitare la curiosità sulla disposizione degli altri organi del sistema di propulsione quali lo stack, la batteria, l’elettronica di controllo e soprattutto i serbatoi. Tutto fa pensare che siano piazzati a T tra il tunnel e la zona sottostante il sedile posteriore e il bagagliaio. Quel che è sicuro è che l’autonomia è cresciuta del 30%.
Totalmente rinnovato l’abitacolo che ora è a 5 posti, più ampio ed è più raffinato sia nello stile sia nei materiali, tra cui il rame usato come metallo di finitura su plancia e portiere. La strumentazione è digitale, il posto guida posizionato nettamente più in basso e il sistema infotelematico può contare su uno schermo da 12,3 pollici, posizionato a sbalzo e rivolto verso il guidatore. La nuova Mirai promette una qualità di marcia superiore e sensazioni di guida nettamente più sportive. I dati tecnici definitivi saranno rivelati più avanti, prima del lancio del modello di serie che avverrà entro la fine di quest’anno prima della commercializzazione che è prevista in Giappone, USA e anche Europa. Nulla si sa neppure del prezzo, ma Toyota prevede di decuplicare i volumi delle celle a combustibile portando la produzione da 3mila e 30mila unità all’anno, destinati non solo alla Mirai, ma anche al bus Sora e a quelli costruiti da Caetano in Portogallo e dalla FAW in Cina.
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