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Lamborghini, nell’anno del 60° anniversario, continua ad innovare con progetti decisamente originali, quali la Huracán Sterrato, che sarà prodotta in 1499 esemplari e reinterpreta in maniera più esotica il concetto di supercar. L’abbiamo provata in Costa Smeralda insieme alla Huracán family, per un’esperienza di guida all’insegna del V10. Partendo da Porto Cervo, precisamente dalla Lounge temporanea della casa del toro, abbiamo affrontato un percorso tra gli affascinanti scorci del territorio sardo. Già dall’aspetto la Sterrato colpisce per quell’aria carica di una personalità che non scende a compromessi: fari a LED aggiuntivi, passaruota allargati a contrasto, barre sul tetto, protezioni nella parte bassa dei paraurti, e pneumatici dedicati Bridgestone Dueler AT002 montati su cerchi da 19 pollici. L’assetto, più alto di 44 mm in confronto alla Huracán Evo, consente di viaggiare con una certa spensieratezza anche in presenza di buche, dossi, ed irregolarità stradali. Inoltre, un rollio leggermente più accentuato, la rende meno estrema nelle reazioni, e consente di instaurare, da subito, una certa complicità al volante.
Difficile accorgersi che il V10 da 5,2 litri abbia perso 30 CV rispetto alle altre Huracán, perché l’allungo della Sterrato appare sempre inesauribile, per via della sua natura aspirata. La velocità massima, scesa a 260 km/h, viene compensata dalla sua capacità di mettere le ruote oltre l’asfalto, e dalla modalità Rally, con cui il sistema Lamborghini Dinamica Attiva Integrata consente di affrontare fondi sterrati e sabbiosi. La Sterrato rappresenta la faccia opposta della Huracán STO, che sta per Super Trofeo Omologata, e fa di tutto per enfatizzare il suo aspetto da vettura da corsa road legal. Il cofango, che unisce cofano anteriore, paraurti e passaruota anteriori, la grande ala posteriore, regolabile manualmente in 3 posizioni diverse, e la pinna centrale, oltre ad una carrozzeria realizzata per più del 75% in fibra di carbonio, non lasciano spazio all’interpretazione. Al volante è reattiva, rigida, e con una forza frenante superiore a quella delle sue sorelle grazie all’impianto CCMR-F pensato per le massime performance che incrementa la forza frenante del 25% rispetto ai carboceramici tradizionali, e la resistenza del 60%.
Lo scarico Akrapovic accresce le note del V10, e la copertura del motore è tutto quello che si vede dal retrovisore. Nel mezzo ci sono la Huracán Tecnica che, come la STO, è solamente trazione posteriore, ma ha una mission meno estrema, per cui sa farsi valere nei trackday, ma non rinuncia ad un comfort di fondo che la rende più sfruttabile nel quotidiano. E la Huracán Evo Spyder, a trazione integrale, come la Sterrato, che offre il plus della guida a cielo aperto, grazie ad una capote che si apre in 17 secondi fino ad una velocità di 50 km/h. Con il suo charme è perfettamente a suo agio sulle strade della Costa Smeralda.