Il supporto dell’intelligenza artificiale è ormai indispensabile nel settore della mobilità

L’IA ci mostra il futuro. Il supporto dell’intelligenza artificiale è ormai indispensabile nel settore della mobilità

di Nicola Desiderio
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L'automobile sta diventando sempre più intelligente grazie all’intelligenza artificiale (IA) seguendo un percorso che assomiglia a quello che ha portato le scimmie a diventare homo sapiens. La modificazione genetica intervenuta già da tempo sulle auto si chiama elettronica, ma ciò che sta accadendo – e vedremo accadere – è un completo rovesciamento dei rapporti di forza tra la parte solida del veicolo (hardware) e quella immateriale, ovvero il software. Si parla infatti sempre di più di veicolo definito da software (software defined vehicle) nel quale cioè la parte digitale gestisce completamente il veicolo stesso influenzandone – anzi determinandone – le proprietà permettendo, non solo di evolverle, arricchirle e integrarle attraverso aggiornamenti in remoto, ma soprattutto di supportarlo costantemente grazie al collegamento in tempo reale con il cloud, ovvero quel mondo virtuale fatto di dati e capacità di calcolo, talmente grande e potente da poter servire contemporaneamente e in tempo reale milioni e milioni di veicoli e di utilizzatori. 


Tutto questo è governato in modo crescente dall’intelligenza artificiale e non riguarderà solo la guida autonoma completa. Tale processo infatti è già iniziato da tempo all’interno delle autovetture con i dispositivi di assistenza alla guida come il controllo automatico della velocità, integrato via via dalla funzione stop&go, che arresta e fa ripartire il veicolo, e dalle funzioni che adattano la velocità in base ai limiti e al traffico e in prossimità di curve, incroci e rotonde. Anche la frenata automatica d’emergenza e il mantenimento della corsia riescono a destreggiarsi in situazioni ben più complesse permettendo di distinguere mezzi, pedoni, ciclisti, motociclisti e animali anche al buio proprio grazie ad algoritmi più sofisticati, capaci di autoapprendere o di essere aggiornati over-the-air.

Sono diventati più intelligenti anche i sistemi che rilevano la stanchezza del guidatore, rilevata non solo attraverso i movimenti del volante, ma anche da sensori a infrarossi, che interpretano i movimenti del capo e degli occhi, e sensori elettrostatici presenti sulla corona del volante. In futuro anche il sedile sarà fornito di sensori che rileveranno e identificheranno meglio i fattori di stanchezza e l’umore del guidatore adattando, così come già avviene, l’illuminazione interna, la musica, la climatizzazione con l’emissione di profumi, la posizione del sedile stesso e attivando la funzione di massaggio. L’auto ci coccolerà sempre di più e non avremo bisogno né di tendine né di alette parasole perché l’intelligenza artificiale leggerà la posizione dei nostri occhi opacizzando i tetti panoramici e oscurando alcune zone del parabrezza. Questi sensori potranno persino rilevare parametri legati alla salute come il pH della pelle e il battito del cuore e percepire, prima del guidatore stesso, l’arrivo di colpi di sonno o di malori attivando procedure di emergenza per la vettura, l’assistenza in remoto e il personale sanitario. L’intelligenza artificiale è da tempo anche nei sistemi infotelematici di bordo, a partire dalla navigazione le cui mappe e i cui calcoli tengono conto di molti più parametri come traffico, situazione dei lavori e meteo, e sono compiuti direttamente dall’intelligenza artificiale nel cloud trasmettendo al veicolo solo le istruzioni che contano.

Questo vuol dire rapidità di risposta e capacità predittiva anche in funzione di sicurezza, comfort ed efficienza. L’interazione tra la navigazione e tutti gli attuatori della guida assistita, come lo sterzo e l’acceleratore, permettono infatti di fluidificare il traffico, anticipare potenziali situazioni di pericolo e ad alcune vetture di dare già suggerimenti sull’andatura e sull’impostazione delle curve riducendo lo stress di guida. L’IA permette anche di risparmiare carburante ed energia elettrica ottimizzando le fasi di rigenerazione, indicando dove e quando ricaricare portando in anticipo la batteria alla giusta temperatura in modo da bilanciare al meglio la velocità di rifornimento con la salute della batteria stessa. La rivoluzione sta già arrivando nei servizi di assistenza che diventano così predittivi.
L’IA infatti permette di personalizzare gli intervalli di manutenzione, anticipare i guasti ed eventualmente programmare un intervento in officina ordinando già i ricambi ritenuti necessari e accorciando così sia le procedure di accettazione sia il fermo macchina. Sono già pronti sistemi che, guardando e ascoltando la vettura attraverso microfoni e telecamere, rilevano e indentificano eventuali anomalie e danni in pochi secondi. Tali applicazioni dell’IA sono già utilizzate, ad esempio, dalle società di noleggio in modo da espletare tutte le procedure di ispezione al rientro delle vetture standardizzando procedure più veloci ed accurate di quelle possibili con addetti in carne ed ossa.

Ma l’applicazione più visibile e della quale si parla di più ultimamente è quella legata ai sistemi di riconoscimento vocale che impiegano la cosiddetta IA generativa e i Natural Language Model (NLM). Molte case hanno sviluppato i loro sistemi in grado di trasformare i comandi impartiti dal guidatore con la propria voce in istruzioni per la macchina, dandogli a volte la forma di un avatar e incorporando al loro interno Siri, Google Assistant e Alexa già utilizzati su smartphone, pc, tablet e home assistant tanto da poter integrare nella vettura servizi di ogni tipo e persino alcune funzioni di domotica. L’ultima evoluzione è l’ingresso di ChatGPT, il sistema di IA generativa di OpenAI: Mercedes, Stellantis e Volkswagen la fanno già trovare sui modelli più recenti, ma presto potrebbero arrivare altri sistemi concorrenti, primo fra tutti Gemini di Google sfruttando la crescente penetrazione di Android Automotive all’interno dell’industria automotive. ChatGPT non ha voce, per questo utilizza i sistemi di bordo per ascoltare le domande e rispondere, e non è interattivo. Dunque non è ancora un compagno con il quale conversare, ma sta imparando e non è lontano il momento in cui, aprendo la portiera, ci darà il buongiorno, saprà parlare fluentemente e, conoscendo i nostri gusti e le nostre abitudini, anticiperà ogni nostra esigenza.

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Giovedì 21 Marzo 2024 - Ultimo aggiornamento: 20:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA