La Porsche 963 del team ufficiale Porsche Penske Motorsport ha vinto la 62ma edizione della 24 Ore di Daytona. La casa tedesca ha piazzato quattro vetture nei primi sei posti.

Porsche vince una 24 Ore di Daytona al cardiopalma con la Ferrari 296 che domina tra le GT

di Nicola Desiderio
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Una Porsche tornata ai vertici dell’endurance e una Ferrari che sbaraglia la concorrenza tra le derivate di serie in una gara che, ancora una volta, si è dimostrata poco consigliabile ai deboli di cuore. Questi sono i responsi della 62ma edizione della 24 Ore di Daytona che ha visto il trionfo assoluto della Porsche 963 #7 ufficiale di Cameron/Nasr/Campbell/Newgarden nella categoria GTP (prototipi LMDh, gli stessi che corrono anche nella categoria Hypercar del WEC) con altre tre 963 nei primi 6 posti, due Ferrari 296 GT3 sul podio nella categoria GTD Pro e tre tra le prime quattro nella GTD.

Tra bandiere gialle, penalità varie e tutti gli imprevisti che una gara così lunga comporta, la LMDh tedesca ha avuto la meglio per soli 2”112 sulla Cadillac V-Series.R #31 di Derani/Aitken/Blomqvist (14”989) e la Acura ARX-06 #40 di Taylor/Deletraz/Herta/Button (15”387). Con la quarta, l’altra 963 #6 del team Porsche Penske Motorsports di Tandy/Jaminet/Estre/L. Vanthoor a meno di 45” dalla vetta e altre due a seguire: la #5 del team Proton Competition Mustang Sampoling, anch’essa a pieni giri (791) che vedeva il nostro Gimmi Bruni accanto al terzetto Jani/Picariello/Dumas e la #85 della JDC-Miller MotorSports di Van der Helm/Westbrook/Hanson/Keating arrivata a 2 giri. Più distaccate le due BMW M Hybrid V8: la #25 di De Philippi/Yelloly/Martin/Rast a 13 giri e la #24 di Krhon/Eng/Farfus/D. Vanthoor a 15 giri.

Nella LMP2 il successo è andato alla Oreca #18 con motore Gibson della Era Motorsport guidata da Merriman/Dalziel/Zilisch/Rasmussen. Anche qui sono bastati poco più di 7” per tagliare la bandiera a scacchi prima della stessa vettura della Crowdstrike Racing by APR, guidata da Kurtz/Braun/Sowery/Jacobsen. Ma a fare notizia è il successo della Ferrari 296 #62 della Risi Competizione guidata da Serra/Rigon/Pier Guidi/Calado, dunque due quarti dei piloti che hanno ottenuto la vittoria assoluta all’ultima 24 Ore di Le Mans con l’aggiunta di altri manici di grande affidamento per questo tipo di gare e di vetture. Seconda la Porsche 911 #77 della AO Racing guidata da Heirich/Priaulx/Christensen (che era partita in pole position) e terza l’altra rossa #57 della Winward Racing di Ward/Ellis/Dontje/Morad.

Una vittoria dunque resa ancora più significativa da una generale prova di forza della vettura che lo scorso anno, a causa di un Balance of Performance sfavorevole, non aveva brillato al suo debutto ed invece quest’anno parte con i migliori auspici anche per il WEC e la 24 Ore di Le Mans, dove potrà partecipare per la messa in pensione della categoria GTE e della 488 con l’onere di fare meglio di una delle GT più vittoriose nella storia di Maranello. E sarebbe potuta andare ancora meglio se la Mercedes AMG GT3 #57 della Winward Racing non avesse battuto di un soffio (meno di 3 secondi…) la 296 GT3, la #21 della AF Corse di Mann/Heriau/Molina/Cozzolino nella categoria GTD seguita da altre due vetture gemelle. Nella GTD Pro da segnalare il 4° posto della M4 GT3 #1 della Paul Miller Racing guidata da Sellers/Snow/Vehagen/Van del Linde, autrice anche del miglior tempo in gara. Un’invasione europea contro la quale poco hanno potuto le americane, le britanniche e le giapponesi.

La migliore delle Aston Martin infatti non è andata oltre il 4° posto nella GTD Pro con la Vantage AMR GT3 #23 della Heart of Racing guidata da Farnbacher/Gunn/Riberas, la McLaren 720S ha rotto o è arrivata nelle retrovie per molteplici problemi tecnici così come una delle Mustang. Al debutto, le due Ford hanno mostrato buone prestazioni, soprattutto nelle qualifiche e alla fine solo una penalità ha retrocesso la #64 di Mies/Rockenfeller/Ticknell cedendo il quinto posto ad una Corvette Z06 GT3.R mai così in difficoltà. Magra figura hanno fatto anche le McLaren (non oltre il 10mo posto in GTD Pro), le Lexus RC F (11ma in GTD Pro) e, purtroppo anche la Lamborghini Huracan, 7ma e 12ma in GTD Pro e 6^ nelle GTD con le Iron Dames mentre altre due si sono fermate molto prima. Per tutti ci sarà parecchio da lavorare, non solo in ottica IMSA, ma anche per il WEC visto che tutte correranno anche il Campionato Mondiale.

La Cadillac invece si morde le mani per non aver capitalizzato il vantaggio prestazionale (favorito anche da un BoP “leggero”) evidenziato già nelle prove con le due vetture in prima fila e averne persa una in gara (la #01 della Chip Ganassi Racing pilotata da Bourdais/Van Der Zande/Dixon/Palou) per problemi tecnici. Va detto che la V-Series.R ha dominato le qualifiche monopolizzando la prima fila e firmando anche il miglior tempo in gara con Blomqvist. Le Cadillac hanno iniziato forte e provato ad imporre il proprio ritmo, ma una volta stabilizzato il passo, è stato subito chiaro che le Porsche potevano giocarsela e nella notte hanno preso il comando riuscendo a contrastare nel finale il ritorno del prototipo americano.

Poco hanno potuto le Acura ARX-06, viceversa appesantite dal BoP dovuto a chi non solo era vincitrice non solo lo scorso anno, ma ha anche nelle due edizioni precedenti. Comunque ottimo il terzo posto mentre l’altra si è arresa a poco più di un’ora dall’arrivo. Le BMW hanno provato a fare gara di attesa, affidandosi all’affidabilità che aveva permesso loro di cogliere una vittoria e 4 podi nel campionato IMSA 2023, ma anche per loro qualche guaio tecnico ha fatto svanire un podio che sembrava a portata di mano.

Va detto che le LMDh hanno mostrato un generale crescita nelle prestazioni con una pole position più rapida di circa un secondo e mezzo e tempi in gara costantemente più rapidi di qualche decimo. La Porsche 963 ha fatto il suo miglior giro in 7 decimi in meno, la migliore Acura (unica LMDh che non partecipa al WEC) è stata più lenta di 3 decimi, la BMW (al debutto nel WEC quest’anno) più veloce di 8 decimi abbondanti. Al netto dei BoP, è il segno di un’evoluzione prestazionale per un regolamento tecnico nato solo lo scorso anno e del quale anche il WEC dovrà tenere conto in sede di definizione del BoP per la stagione 2024.

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Lunedì 29 Gennaio 2024 - Ultimo aggiornamento: 15:44 | © RIPRODUZIONE RISERVATA