La Kona 100% elettrica

Hyundai, il riferimento Kona. Mentre si prepara l’avanzata della stirpe Ioniq, la compatta mostra tutto il suo potenziale

di Giampiero Bottino
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Nasce nella Repubblica Ceca, ma è appena sbarcata in Italia sventolando con orgoglio la bandiera coreana. È la Kona Electric, ultima esponente della seconda generazione del popolare B Suv Hyundai ad arrivare nelle concessionarie, ma anche la primogenita della famiglia. Capovolgendo la prassi consueta, questa versione è infatti progettata per prima, secondo un approccio EV-centrico, e ha poi trasmesso il suo Dna alle “sorelle” a propulsione più convenzionale (benzina, full e mild-hybrid). Una scelta anche simbolica, per ribadire la volontà del marchio (e del gruppo che a lui fa capo e che comprende anche la Kia) di puntare alla leadership della mobilità del futuro, che sarà elettrica, ma non esclusivamente a batteria come conferma la presenza nel listino del Suv Nexo a idrogeno.

La Kona 100% elettrica viene proposta nelle varianti da 156 cv con batteria da 48,4 kWh e da 218 cv con batteria da 65,4 kWh. In questo caso l’autonomia nel ciclo di prova Wltp raggiunge i 484 km, che possono diventare 660 nel ciclo urbano, mentre con la batteria meno potente la percorrenza cala a 377 km.
Lunga 4.355 mm (4.385 nel caso della N Line, la versione sportiva disponibile con tutte le motorizzazioni), offre numerose funzioni specifiche pensate per migliorare l’esperienza del cliente, come il pre-condizionamento della batteria che in inverno influisce positivamente sulle operazioni di ricarica e sull’autonomia o il riscaldamento dello sportello di ricarica. Non mancano né la possibilità si ricaricare con la batteria dell’auto dispositivi e apparecchi elettrici, né l’i-Pedal che permette di gestire l’andatura utilizzando il solo pedale dell’acceleratore, mentre lo Smart Regenerative System adegua alle condizioni del traffico l’intensità della frenata rigenerativa.

Ma non c’è solo quello che probabilmente oggi è il modello di maggior successo del costruttore coreano a testimoniarne l’impegno green che trova la sua manifestazione più evidente nella famiglia Ioniq che ha tenuto a battesimo la piattaforma elettrica E-Mgp, per ora con i modelli 5 e 6. Il primo è un Suv-crossover lungo 4.635 mm e disponibile con tre livelli di potenza (batteria da 58 kWh con 170 cv e da 77,4 kWh con 228 o 325 cv per la versione con due motori e trazione integrale) e autonomia Wltp compresa tra 384 e 507 km. Ne è stata appena svelata la versione N ad alte prestazioni equipaggiata con batteria da 84 kWh e due motori elettrici da 609 cv complessivi che possono arrivare a 650 cv utilizzando la funzione Boost. Primo modello “full electric” della famiglia sportiva N, è anche il più potente della storia Hyundai. Arriverà sul mercato nel corso del primo semestre 2024 con un prezzo non ancora definito, ma certamente destinato a inserirsi al vertice di un listino italiano che oggi comprende gli allestimenti Progress, Innovation ed Evolution a prezzi compresi tra 48.750 e 62.850 euro. Stessa piattaforma, stesse versioni, stessa velocità massima limitata a 185 km all’ora e analoghe tipologie di batteria (differisce solo quella meno potente, che è da 53,3 kWh) nel caso della Ioniq 6, lussuosa e filante berlina a tre volumi lunga 4.855 mm. Viene proposta con potenze di 151, 229 e 325 cv (variante a trazione integrale) ai quali corrisponde un’autonomia – decisamente generosa – che il ciclo di prova Wltp quantifica in 429, 614 e 583 km rispettivamente. Nel listino italiano i prezzi sono compresi tra 47.550 e 62.450 euro.

Nel mondo green della casa coreana non c’è spazio solo per l’elettrico puro, come conferma il Suv Santa Fe, altro cavallo di battaglia del brand. È appena arrivato alla sesta generazione che al turbodiesel 2.2 Crdi da 193 cv affianca due motorizzazioni elettrificate basate sul 4 cilindri turbo a benzina 1.6, una full hybrid da 231 cv e una plug-in ricaricabile alla spina da 265 cv e 37 g/km di CO2 che costano rispettivamente 58.500 e 62.100 euro. L’evoluzione Hyundai non si ferma alla produzione di modelli sempre più efficienti e tecnologicamente evoluti, ma tutte le strategie aziendali, come si conviene a un gruppo che vuole essere sempre più globale. In questo ambito si inserisce il recente accordo raggiunto con il Pif, il Fondo per gli Investimenti pubblici dell’Arabia Saudita. La nuova joint venture prevede un investimento di oltre 500 milioni di dollari per realizzare nel Paese una fabbrica destinata a produrre 50.000 veicoli all’anno, sia termici sia 100% a batteria. L’impianto sarà inaugurato l’anno prossimo e diventerà operativo nel 2026.

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Mercoledì 29 Novembre 2023 - Ultimo aggiornamento: 20-12-2023 11:19 | © RIPRODUZIONE RISERVATA