Un parco auto

Unrae rialza le stime 2024, +4,1% sul 2023 ma -15% sul 2019. Anfia, torna segno positivo vendite ma pesa ritardo ecobonus

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«Un quadro macroeconomico rafforzato e un primo trimestre migliore delle attese per le immatricolazioni di autovetture, portano a rivedere al rialzo di 30.000 unità la stima per il mercato nel 2024, con un volume totale previsto a fine anno di 1.630.000 auto, in crescita di circa 63.500 unità sul2023 (+4,1%). Il confronto con il periodo pre-pandemia registra però ancora una distanza del 15,0% sul 2019». Così il presidente dell'Unrae, Michele Crisci, commenta i dati di aprile. «Sul fronte delle auto con la spina - prosegue Crisci - si procede invece in retromarcia. La prolungata attesa degli incentivi, che non saranno Legge prima di metà maggio, riduce gli effetti sul mercato agli ultimi 4 mesi e protrae anche in aprile la paralisi di mercato per Bev e Phev: nel mese le prime si fermano al 2,3% di quota e le seconde al 3,3%".

Per lo sviluppo della mobilità a zero e bassissime emissioni, dunque, l'Unrae insiste sull'estrema urgenza di pubblicare in Gazzetta Ufficiale il Dpcm annunciato da ben tre mesi, e di rendere immediatamente operativa la piattaforma di Invitalia. Ma ribadisce anche, ancora una volta, la necessità di correggere il nuovo schema incentivi, seppur già migliorativo: «Riteniamo doveroso che il tetto di prezzo alle auto 0-20 g/Km venga eliminato o quantomeno equiparato a quello della fascia 21-60 g/Km», rimarca Crisci, aggiungendo «occorre poi che il Governo accompagni questa transizione in modo strutturale, dando a consumatori e operatori una chiara visibilità sul programma incentivi per i prossimi 2-3 anni». 

Torna il segno positivo ad aprile per il mercato auto italiano ma «l'ecobonus in grave ritardo non aiuta». Lo afferma l'Anfia commentando i dati diffusi dal Mit. «Due giorni lavorativi in più rispetto ad aprile 2023 hanno contribuito al rialzo nel mese, ma rimane da colmare un forte divario con le vendite pre-pandemia», si sottolinea in una nota. «I tassi di interesse ancora elevati e l’incertezza economica delle famiglie in generale non aiutano a raggiungere un livello di immatricolazioni che consenta di traguardare gli obiettivi ambientali europei», secondo l'associazione. Inoltre, «il grave ritardo nell’implementazione della norma sui nuovi incentivi si aggiunge ai fattori che disegnano un quadro non positivo per il settore», osserva l'Anfia. «L’offerta di modelli a bassa e nulla emissione locale aumenta la possibilità di scelta degli acquirenti, ma questo sembra non essere sufficiente per riportare il mercato a livelli necessari per un efficace rinnovo del parco circolante italiano, tra i più vecchi ed inquinanti d’Europa”.

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Giovedì 16 Maggio 2024 - Ultimo aggiornamento: 09:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA