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TOKYO - Nissan sta considerando la sospensione temporanea di oltre 10mila dipendenti negli Stati Uniti e in Europa in seguito allo stop della produzione negli impianti, per via dell’espansione globale del coronavirus e il tracollo della domanda del mercato delle quattro ruote. Lo anticipano i media giapponesi, spiegando che la casa nipponica ha allo studio una cospicua riduzione della forza lavoro sul mercato statunitense, oltre ai 6.000 dipendenti già segnalati nell’impianto inglese di Sunderland, e i 3.000 impiegati in Spagna.
I tre impianti Nissan negli Stati Uniti, in Tennessee e Mississippi, sono chiusi dal 20 marzo e il loro fermo è stato prolungato almeno fino al termine di aprile. Ancor prima della diffusione della pandemia, spiegano i media giapponesi, il terzo costruttore auto giapponese aveva previsto il taglio di 12.500 dipendenti, pari a circa il 10% della forza lavoro, all’interno di un piano più ampio di ristrutturazione. Dopo l’arresto dell’ex presidente del gruppo Carlos Ghosn per illeciti finanziari, nel novembre del 2018, Nissan ha fatto fatica a recuperare terreno in un mercato già in fase di rallentamento. Lo scorso febbraio l’azienda con sede a Yokohama ha registrato la prima perdita trimestrale in 11 anni nel periodo tra ottobre e dicembre, e ha ridotto ulteriormente le stime sugli utili.
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