Modelli Great Wall Motor

Germania in retromarcia: in novembre il mercato auto chiude a -5,7%. Quota brand cinesi al 3%, "decolla" Great Wall

di Mattia Eccheli
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BERLINO – Dopo aver rallentato la crescita, in novembre il mercato tedesco dell'auto ha ingranato la retro. Il penultimo mese dell'anno è stato archiviato con una flessione del 5,7% (245.701 immatricolazioni) che portano il cumulato del 2023 a sfiorare i 2,603 milioni di esemplari, ma con una progressione ridotta all'11,4%, in pratica cinque punti in meno rispetto ad agosto (+16,5%), l'ultimo mese in cui sono rimasti in vigore gli incentivi alle auto aziendali, che in Germania valgono due terzi dei volumi. E, infatti, anche in novembre le vendite attraverso questo canale hanno subito una contrazione (-4,1%, 64,9% di quota). La situazione non è affatto migliore fra i privati: colpite dalla crisi, le famiglie hanno acquistato l'8,6% di auto in meno rispetto a un anno fa.

Lo stesso segmento dei Suv, i veicoli più apprezzati, è calato: -5,3%, anche se vale comunque oltre il 29% del mercato. La Germania si sta orientando verso modelli più piccoli: i volumi delle compatte sono cresciute dell'1% (17,2% del totale), mentre le piccole addirittura del 7,5% (12,6% di penetrazione). Con la fine dei finanziamenti pubblici (e necessariamente anche privati: le case automobilistiche dovevano contribuire per far ottenere i bonus ai clienti) è finita anche l'ascesa delle elettriche.

In novembre ne sono state targate 44.942, con una flessione del 22,5% rispetto allo stesso mese del 2022, seppur con una quota significativa: 18,3%. Anche le elettrificate si sono mosse come i gamberi: -11% complessivamente (78.587 unità), ma addirittura -59,3% per le plug-in (18.124). Le auto alimentate a gasolio non hanno tratto giovamento da questo andamento: -1% e 16% di penetrazione. Inevitabilmente penalizzate sono risultate le emissioni medie di Co2, aumentate di oltre il 15% e tornate sopra i 111 g/km.

A livello di marchi, l'avanzata cinese è evidente nelle percentuali, anche se non nei numeri assoluti. Great Wall è un esempio: con 426 immatricolazioni ha guadagnato quasi il 3.500% (4.255 auto vendute da inizio anno). La Nio ha consegnato appena 50 vetture nel mese (-47,4%), ma nel 2023 viaggia ancora a +414% (1.224 esemplari commercializzati). La Byd ha targato 350 auto in novembre e 3.438 da gennaio e la MG Roewe (marchio britannico della Saic) ha consegnato rispettivamente 1.673 e 18.655 macchine (+67%). I marchi a controllo cinese più venduti sono Polestar (6.023) e, naturalmente, Volvo (quasi 38.700, peraltro oltre 20.000 unità in meno rispetto a Tesla).

La quota dei marchi riconducibili al Celeste Impero - senza contare smart, una joint venture paritetica tra Geely (che è cresciuta anche con la Lotus: +167,5% in 11 mesi) e Mercedes-Benz, che ha uno share dello 0,6% - è attorno al 3%, poco sopra il 2,7% della sola Fiat (+4,3% da inizio anno). Nel 2023 crescite significative anche per marchi “consolidati” come Alfa Romeo (+79,4%) e Suzuki (+65,4%). In novembre sono andati bene i marchi francesi Alpine (+50%) e Citroen (+46%), mentre fra quelli tedeschi Bmw è stata la più brillante: +15,8%. Volkswagen resta il solo costruttore in doppia cifra: vale il 19,2% dei volumi nel mese e il 18,2% nell'anno.

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Martedì 26 Dicembre 2023 - Ultimo aggiornamento: 20:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA