«La pagina del Messaggero di Gigi Proietti è quella a cui sono più legato, oltre a quella di Alberto Sordi e lo scudetto della Roma. Così Pierfrancesco Favino ospite al Messaggero intervistato dal vicedirettore Alvaro Moretti. L'attore sarà al cinema con Adagio di Stefano Sollima, nelle sale dal 14 dicembre.
Il film
Favino parla del film Adagio. «Non si vede la Roma della Grande Bellezza.
Si vede la Roma dei quartieri. Serve a raccontare una realtà dimenticata». Com'è iniziato il film? «Siamo partiti da un racconto, quando Stefano ci ha parlato dell'idea che aveva in mente. Secondo me questo film ora riesce a catturare un'emozione, di questa isola in mezzo al fuoco. "Fino a quando non brucia il tuo vicino non senti il fuoco", diceva un poeta latino. Credo che tutti quanti noi stiamo vivendo un allarme emotivo, ma poi facciamo finta di non vedere il fuoco. Per questo Roma oggi, secondo me, è un luogo dell'anima». I personaggi? «Sono quasi tre zombie, tirati fuori dal passato e che diventano importanti».
Gli oscar
«L'Oscar non è garanzia di qualità. Io voto per gli Oscar, sono molto interessanti quelli che vengono dal resto del mondo. Quello della Cortellesi è un film che ti riempie gli occhi», conclude Favino.
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