Il presidente della Società italiana per la storia della fauna, Corradino Guacci, interviene sulla questione sollevata dal Parco d’Abruzzo sul dar da mangiare ai giovani orsi, figli di Amarena, oggetto d’indagine, da parte dei carabinieri forestali. In una nota inviata al Ministro dell’Ambiente e ad altri enti, Guacci non si dice contrario e ripercorre le varie tappe sulle attività di “alimentazione supplementari”. Nello stesso tempo, sottolinea che la dissuasione deve essere applicata principalmente nei confronti dell’uomo e dei suoi comportamenti errati. Così come ribadisce la necessità, di istituire una “banca genetica” dell’orso bruno marsicano, che consenta, in caso di eventi drammatici che mettano in pericolo la residua popolazione, di ricostruire nuclei vitali della sottospecie.
Il presidente evidenzia che fin dal 1999, con un bando quinquennale, sarebbero state avviate diverse iniziative, mirate a fornire agli orsi, risorse alimentari supplementari. Intrapreso anche un piano di monitoraggio delle piante da frutto e riavviata la coltivazione di piccoli campi agricoli, in modo da garantire un apporto nutrizionale adeguato ai plantigradi. Nel corso degli anni successivi, sono stati sviluppati progetti come “Un orso per amico” in collaborazione con l'associazione “Montagna Grande Onlus”, che ha coinvolto la semina di essenze appetibili per gli esemplari e la realizzazione di campi sperimentali.