La Nissan Ariya

Nissan, tira tutta un'altra Ariya. Ha lanciato la rivoluzione elettrica nel 2009 con Leaf. Ora va all’attacco con un crossover a batterie

di Nicola Desiderio
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ROMA - Quando nell’agosto del 2009 Nissan inaugurò il suo nuovo quartier generale di Yokohama a tutti sembrò che protagonista dell’evento non fosse il nuovo edificio, bensì la Leading, Environmentally friendly, Affordable, Family car ovvero la Leaf. Pochi sanno infatti che il nome della prima auto elettrica di massa della storia non prende il suo nome dalla foglia (leaf, in inglese), ma da una frase che in una sigla riassume la sua essenza visionaria di «prima auto da famiglia accessibile e amica dell’ambiente».

Il prossimo turno tocca alla Ariya che unisce due specialità di Nissan: l’elettrico con il crossover, battezzandola con un nome che per i latini evoca ciò che respiriamo, in ebraico vuol dire “leonessa” e in indiano suona come “nobile”. Insomma, intenzionalmente o meno, Nissan in questo nuovo modello concentra già nella denominazione l’orgoglio e le aspirazioni di un costruttore che vuole recuperare posizioni in nome di quella che il ceo Makoto Uchida definisce “Nissan-ness”. Per esprimerla, l’Ariya ha uno stile ispirato al minimalismo giapponese ed un abitacolo semplice nelle linee quanto sofisticato nella tecnologia, ma il meglio sono la nuova piattaforma CMF-EV, studiata per essere elettrica al 100%, e il sistema di trazione integrale e-4orce dotato di 2 motori elettrici per assicurare il meglio sia per la sicurezza sia le prestazioni.

Quest’ultimo capitolo è ovviamente sensibile per un marchio che partecipa alla Formula E e ha di recente introdotto la Leaf E+ che, con un motore da 160 kW e una batteria da 62 kWh, offre uno 0-100 km/h in 6,9 secondi e un’autonomia di 385 km. Se si pensa che la prima Leaf aveva la metà della potenza e una batteria da 24 kW, si capisce che un decennio, quasi mezzo milione di unità vendute e 4 miliardi di chilometri percorsi rappresentano un’evoluzione che ha prodotto una rivoluzione. L’elettrificazione è un processo sistemico che riguarda tutti gli aspetti della società, per questo si parla di ecosistema.
L’emblema di questo coinvolgimento è il V2G (vehicle-to-grid), la tecnologia che trasforma l’auto in una batteria a 4 ruote in grado di scambiare energia con l’intera rete elettrica così da stabilizzarla e incentivare la produzione da fonti rinnovabili. Nissan ha anche già messo le basi per dare alle batterie una seconda vita senza ruote. Un esempio?

La Johann Cruiff Arena di Amsterdam, dove l’impianto elettrico è assistito da 148 batterie dismesse dalle Leaf. La casa giapponese intanto prepara una robusta offensiva di prodotti elettrificati da qui fino al 2023 e già entro i prossimi 18 mesi, oltre all’Ariya, ci saranno almeno altre due elettriche, altrettante con tecnologia e-power e un’ibrida plug-in. 
Per quest’ultima, è assai probabile che Nissan attinga da Mitsubishi, il costruttore che controlla dal 2016 e possiede competenze invidiabili per le elettriche pure, ma soprattutto per le ibride ricaricabili.

L’e-power è invece una tecnologia Nissan al 100% e trattasi di un sistema ibrido in serie ove l’unico motore a spingere le ruote è l’elettrico e quello a scoppio serve unicamente a fare da generatore. In Giappone esiste già da 3 anni e sta avendo un successo notevole. A livello globale, l’obiettivo per il 2023 è mettere su strada almeno un milione di auto elettrificate all’anno e che queste rappresentino in Europa una quota del 50% delle vendite. In questo computo ci sono ovviamente i commerciali, campo nel quale il costruttore di Yokohama ha aperto la strada per tutti con l’e-NV-200 che di recente si è arricchito della versione Voltia, dotata di un volume di carico pari a 8 metri cubi (+90%).

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Mercoledì 1 Luglio 2020 - Ultimo aggiornamento: 12:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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