I 60 bolidi che prenderanno il via alla 24 Ore di Lemans 2018 schierati sulla linea di partenza

Le Mans, la corsa infinita. La 24 Ore vive alimentandosi con il suo mito

di Giorgio Ursicino
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LE MANS - Chi non conosce Le Mans, o mastica poco la storia del motorsport, ha certamente pensato che sarebbe stata la fine. In soli due anni sono scesi dal palcoscenico della 24 Ore francese due dei tre costruttori ufficiali che alimentavano lo spettacolo con grandi investimenti e autentici capolavori di tecnologia. Mica brand qualsiasi, prima l’Audi e poi la Porsche, la stella del terzo millennio (13 trionfi) e la casa che ha vinto più volte (19) la maratona, le due corazzate del Volkswagen Group di cui fanno parte scuderie che sono salite 40 volte sul gradino più alto del podio nelle 85 edizioni finora disputate. La signora francese si è dispiaciuta per le defezioni, ma non si è certo fatta travolgere dallo sconforto: la tradizione è così gloriosa che il mito alimenta se stesso.

Per i driver di tutto il mondo Le Mans è come il “mal d’Africa”: quando hai visto determinati paesaggi, assaporato alcune atmosfere, respirato certi profumi, non riesci più a farne a meno e, come per magia, vieni attratto e “richiamato”. Così, in uno dei giorni in cui nell’emisfero Nord c’è più luce di tutto l’anno e la notte è calda e breve (ma molto intensa), nell’ultimo weekend che precede l’estate, piloti di tutti i continenti lasciano i loro impegni per andare a correre la 24 Ore. Non importa contro chi e con che, con quale vettura.

L’importante è essere in pista per provare ancora quelle emozioni uniche. C’è poco di simile a tenere il gas spinto tutto giù nell’interminabile rettilineo delle Hunaudieres al tramonto, tirare la staccata alla curva Mulsanne, lanciarsi verso le virage di Indianapolis e Arnage o tuffarsi all’alba nell’imbuto delle curve Porsche, repentini cambi di direzione da affrontare a quasi 300 km/h stretti fra i guard rail. Per questo che un monumento come Juan Pablo Montoya, che ha vinto il GP di Montecarlo di F1, la 500 Miglia di Indy, la 24 Ore di Daytona e pure le gare Nascar riservate ai gladiatori del volante, domani scatterà in mezzo al gruppone con l’anonima Ligier JS P217 LMP2 motorizzata Gibson in compagnia di due bravi ragazzi come Will Owen e Hugo de Sandeeler. Il target non è certo vincere, ma esserci, divertirsi a guidare.

Spirito simile, ma con l’obiettivo obbligatorio di riportare il Trofeo più ambito in Giappone 27 anni dopo la Mazda. Il più grande costruttore orientale avrebbe potuto fermarsi visto che i suoi veri rivali hanno lasciato la scena, ma non ci ha pensato nemmeno un attimo. Non è quella la filosofia per cui Akio Toyoda (lo ha spiegato lui stesso sulle colonne del nostro giornale) ha deciso di partecipare a Le Mans.

La sfida, oltre che contro gli avversari, è contro il tempo, contro se stessi e contro una gara affascinante, ma che sa essere anche crudele e che ha privato più di una volta la casa delle Tre Ellissi del trionfo quando sembrava già in bacheca e gli avversari pronti ad inchinarsi per omaggiare. In realtà quello della Toyota è stato un gesto di sportività e di coraggio, restare fedele alla corsa che ama in un momento di apparente difficoltà. Toyota ha più da perdere che da guadagnare: se vince è scontato, se non ci riesce sarà una delusione grande.
Ma questa è la sfida, questo è lo sport. E non va dimenticato che lo scorso anno con al via 5 astronavi ibride (3 Toyota e 2 Porsche), nelle prime 7 posizioni si sono classificate 6 LMP2 ed una è stata in testa fino a poche ore dalla bandiera a scacchi.


A Le Mans, pit stop e neutralizzazioni a parte, si vive a 240 km/h di media e a quelle latitudini non c’è nulla di scontato. Ci sono le GT che per le LMP1 Hybrid sono delle chicane mobili e l’auto che vince deve affrontare migliaia di sorpassi. Se nei prototipi l’atmosfera sembra meno esplosiva, si è infiammata la battaglia nella Gran Turismo, una vera gara nella gara. C’è il ritorno della BMW che è andata ad aggiungersi ad un pokerissimo di costruttori ufficiali, ciascuno dei quali ha dominato una delle ultime 5 edizioni: 2017 Aston Martin, 2016 Ford, 2015 Corvette, 2014 Ferrari, 2013 Porsche. Oggi gli organizzatori dell’Aco, quelli del Wec e la Fia illustreranno i dettagli del regolamento 2021. Molte cose cambieranno, ci sarà una nuova alba, ma una cosa è sicura: la 24 Ore di Le Mans continuerà a brillare, a splendere di luce propria.
 

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Venerdì 15 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 16-06-2018 17:44 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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