Alla 24 Ore di Le Mans gli pneumatici potranno essere scaldati. La FIA e l’ACO hanno infatti deciso di permettere il preriscaldamento delle gomme prima di essere montate, in deroga alla regola che da quest’anno vieta l’utilizzo delle termocoperte o dei forni con l’obiettivo di diminuire i consumi energetici, la produzione di CO2 e di conseguenza l’impatto ambientale del WEC.
A consigliare l’eccezione alla regola sono state le pressioni di squadre e piloti, soprattutto alla luce degli eventi che hanno evidenziato la pericolosità di questo obbligo intervenuto quest’anno, al pari di quanto accade già in altre categorie del motorsport. A rimanerne vittima sono stati proprio i team più forti e sempre all’uscita dei box dopo una sosta. È successo a James Calado con la Ferrari 499P a Sebring mentre a Spa-Francorchamps sono rimasti vittima delle gomme fredde la Toyota GR010 di Brendon Hartley durante le qualifiche e l’altra 499P di Antonio Fuoco rimettendoci l’intera gara.
E tutti hanno visto che gli incidenti sono avvenuti a velocità ridotta e non per eccessi da parte dei piloti: semplicemente gli pneumatici freddi hanno un grip molto inferiore a quello ottimale che raggiungono allorquando entrano nella finestra di temperatura d’esercizio ideale. Altra circostanza che concorre è il fatto che gli pneumatici attuali, forniti dalla Michelin e Goodyear, siano ancora quelli dello scorso anno e dunque siano stati studiati e concepiti per essere riscaldati prima del montaggio sulla vettura.
Un’incoerenza regolamentare i cui rischi sulla sicurezza sarebbero stati ancora maggiori in una corsa come la 24 Ore di Le Mans che dura 24 Ore e registra variazioni di temperature e umidità di notevole entità all’interno di uno stesso giro, figuriamoci tra il giorno e la notte e con le precipitazioni che influiscono fortemente sulla temperatura e il grado di aderenza dell’asfalto. Altro elementi di pericolosità aggiuntivo è la presenza di 62 vetture invece delle 37 del resto del WEC con tutto quello che ne consegue.
Le prime curve dopo il pit stop infatti sono la Dunlop e le Tertre Rouge, quest’ultime seguite da un lungo rettilineo dove le vetture raggiungono le velocità massime: 330-340 km/h i prototipi e 300 km/h le GT. Nel primo caso, la velocità ridotta creerebbe rallentamenti pericolosi anche nei confronti delle GT e, allo stesso modo, gli eventuali zig zag sarebbero un azzardo necessario per far entrare in temperature le gomme. La successiva forte frenata alla prima variante del rettilineo Hunaudières potrebbe contribuire a riscaldare gli pneumatici anteriori, ma anche ad innescare bloccaggi al retrotreno non certo facili da dominare.
L’esenzione, come recita il comunicato diramato dalla FIA, afferma che l’esenzione riguarda tutte le classi e tutti i fornitori coinvolti (Michelin e Goodyear), ma dice chiaramente che indietro non si torna: vale solo per Le Mans e già da Monza si tornerà al regime consueto perché l’abbandono delle termocoperte è inserito in un percorso che sta portando l’intero motorsport verso la neutralità della CO2. Poco male a questo tempo della stagione, visto che si va nel pieno della bella stagione e le gare successive si svolgeranno con il favore della luce diurna.
Occorrerà però trovare soluzioni tecniche per garantire la necessaria sicurezza in tutti i tipi di gare, lavorando a mescole, gestione al box e strategie di riscaldamento su pista. Intanto squadre e tecnici si sono già mossi con soluzioni tecniche. Una di queste è l’adozione di qualcosa di simile ai cestelli utilizzati in Formula 1 e che, attraverso la conduzione termica del cerchio e i flussi utilizzati per raffreddare i freni, permettono di scaldare prima gli pneumatici e di mantenerli con maggiore costanza nella finestra di funzionamento ottimale. Di sicuro, i problemi esalteranno la genialità dei tecnici e avere gli pneumatici riscaldati a Le Mans esalteranno lo spettacolo e la combattività dei piloti.