
Toyota presenta la nuova Auris: non c’è più il turbodiesel, diventano due le versioni ibride

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GINEVRA - La nuova Auris arriverà nel 2019 quando la Toyota non avrà più motori a gasolio sulle proprie autovetture. Così la casa giapponese ha presentato la terza generazione della propria compatta che continuerà a produrre nel Regno Unito – a Burnaston dove ha investito nello stabilimento attivo dal 1992 altri 240 milioni di sterline – e che nel cofano avrà solo motori a benzina, da soli o accoppiati ad un elettrico. E lo stesso sarà anche per tutti gli altri modelli in gamma entro la fine dell’anno, esclusi i fuoristrada e i mezzi commerciali. Se per qualsiasi altro questa sarebbe una rivoluzione, è invece la naturale evoluzione per un costruttore che l’ibrido ce l’ha dal 1997, l’ha venduto in 12 milioni di unità e non è mai stata convinto del motore a gasolio tanto da aver prima fermato nel 2009 il progetto già avviato con Isuzu per produrre un 4 cilindri 1.6 e, più recentemente, aver chiuso il sipario su un 3 cilindri 1.5 che avrebbe dovuto debuttare sulla C-HR.
Con l’aria che tira per i motori a gasolio e con le nuove norme di omologazione in arrivo, piuttosto che rifare l’unico diesel di casa (l’1.4 da 90 cv) e bussare di nuovo alla BMW per tirare avanti, meglio andare per la propria strada seguendo il credo sviluppato negli anni e che ha già portato risultati inaspettati, come l’aver raggiunto nel 2017 il traguardo degli 1,5 milioni di unità ibride, in anticipo di 3 anni sugli obiettivi, con l’Europa che fa segnare una penetrazione del 41% e l’Italia che è arrivata addirittura al 69% nei primi due mesi del 2018. La strada che porta fino al taglio delle emissioni di CO2 del 90% entro il 2050 ha tappe ben precise: 10 modelli elettrici entro il 2020, almeno una versione ibrida entro il 2025 e 5,5 milioni di auto elettrificate entro il 2030 delle quali un milione elettriche e a idrogeno.
Per far capire come intende agire per queste ultime, Toyota ha riproposto alcuni dei concept già mostrati al Salone di Tokyo, come la I, la I-Ride, la I-Walk e infine la Fine Comfort Ride, un’auto alimentata a fuel cell, dotata di 4 motori e con un’autonomia di 1.000 chilometri. Per tutte le sue auto elettrificate, Toyota ha pronta per i primi anni del prossimo decennio le batterie allo stato solido, più dense di energia a parità di peso e volume, più sicure in caso di incidente, più stabili e molto più veloci da ricaricare. A Nagoya, in California e a Bruxelles si studia anche come dimezzare il contenuto di terre rare per i motori elettrici e di metalli preziosi all’interno degli stack. L’Auris è già parte di questa onda visto che la versione a doppio motore ha venduto dal 2010 ad oggi ben 460mila unità, un quarto degli 1,8 milioni totali targati in Europa.
La nuova inoltre non ha uno, ma due versioni ibride: 1.8 da 122 cv (già visto su Prius e C-HR) e 2 litri da ben 180 cv che, grazie anche all’alimentazione a doppia iniezione (diretta e indiretta), promette un rendimento mai raggiunto. In aggiunta, ci sarà l’1.2 da 116 cv, anche con cambio CVT. Sono questi i tre motori sui quali Toyota punta nei prossimi anni per gran parte della propria gamma che nel 2019 non accoglierà solo la nuova Auris, ma anche le Rav4 e Yaris di nuova generazione. In attesa di sapere di più sugli interni, ancora nascosti al pubblico, e sul resto, si sa che l’Auris arriverà nei concessionari all’inizio del 2019 e avrà ancora la variante station wagon.
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