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Fiscalità, incentivi e comunicazione. Questi sono gli strumenti essenziali per la diffusione dell’auto elettrica aziendale secondo Massimo Nordio che, dopo una vita ancora vissuta tra le automobili (Ford, Toyota e Volkswagen), è dallo scorso novembre anche presidente di Motus-E. L’associazione, che ha lo scopo di rimuovere tutti gli ostacoli alla diffusione dell’auto elettrica, ha appena pubblicato “Come si elettrifica una flotta aziendale: la guida pratica”, vademecum realizzato con Quintegia che raccoglie consigli e casi di scuola mettendo l’accento su un doppio disagio: l’Italia è il mercato tra i più sfavorevoli sia per le flotte sia per l’auto elettrica, due elementi che, se ben collegati, possono dare un contributo alla mobilità pulita.
Flotte e noleggio trainano la transizione ecologica o seguono lo stesso ritmo dell’intero mercato?
«Seguono lo stesso ritmo pur con una duplice penalizzazione: il noleggio ha un contributo ridotto del 50% e le flotte non hanno alcun incentivo».
E quindi, oltre a parificare gli incentivi, che cosa fare per esaltare la naturale vocazione dell’auto aziendale al ricambio e al rinnovamento del parco circolante?
«Allineare la fiscalità dell’auto aziendale a quella europea, perché le flotte costituiscono la metà del mercato e in tutti i paesi europei hanno un trattamento molto più vantaggioso, sia per l’azienda sia per l’utilizzatore. Bisognerebbe poi fare qualcosa per motivare le aziende a passare alla mobilità elettrica».
L’implementazione dell’elettrico sarà più veloce per il noleggio a breve o a lungo termine?
«Hanno due ruoli diversi. Il noleggio a lungo termine è una soluzione che permette di superare le perplessità di chi sta pensando all’auto elettrica e ha ancora dubbi. Per il noleggio a breve, l’auto elettrica può dare diversi vantaggi, come l’accesso a zona a traffico limitato, ma è soprattutto uno strumento per conoscere l’auto elettrica e capire che cosa vuol dire guidarne una».
E poi c’è la creazione dell’usato…
«Proprio così. Tutte e due le forme di noleggio sono un ottimo volano di generazione di usato fresco, molto importante per creare condizioni di accessibilità ad una nuova tecnologia. C’è ancora diffidenza sull’affidabilità delle batteria, ma il consumatore deve sapere che le batterie sono garantite per 8 anni e che vengono sostituite se in questo periodo la loro efficienza scende al di sotto dell’80%».
Che cosa possono fare invece le aziende di noleggio per promuove l’auto elettrica presso i loro clienti?
«L’elemento fondamentale è quello della comunicazione, anche in questo caso. Poi viene quello del prezzo: secondo me, noleggiare un’auto elettrica deve costare quanto un pari modello dotato di alimentazione tradizionale. Una leva importante per fare questo potrebbe essere il valore residuo. Ribadisco il ruolo che il noleggio a breve può avere nel processo di consapevolezza che porta verso l’auto elettrica».
E che ruolo hanno i servizi per l’auto elettrica? Primo fra tutti, la ricarica…
«La cosa più importante è l’interoperabilità e cioè la possibilità di potersi ricaricare dalle colonnine di qualsiasi operatore. Si sono fatti grandi progressi anche se nella psicologia del cliente c’è sempre la paura di rimanere a piedi. È un timore immotivato, ma esiste e i servizi devono aiutare a superarlo».
Motus-E raccoglie non solo costruttori e fornitori di mobilità, ma anche società dell’energia. Che ruolo giocano nell’elettrico, anche attraverso le flotte?
«Una strada interessante può essere fornire i cosiddetti bundle, ovvero offrire al cliente pacchetti vantaggiosi per rifornirsi. Questo può rappresentare un tipo di collaborazione tra chi le auto le vende o le noleggia e chi fornisce l’energia».
Un anello importante del connubio tra flotte ed elettrico è sicuramente quello dei concessionari, soprattutto perché le captive sono sempre più forti…
«Hanno un ruolo fondamentale, a cominciare dall’informazione che possono dare direttamente al cliente e all’utilizzatore. Altrettanto importante è la relazione che il concessionario ha con cliente e utilizzatore. E questo vale anche con l’evoluzione della rete sul territorio che vede il passaggio dal contratto di concessione a quello di agenzia».
C’è un potenziale inespresso nel mondo delle flotte e del noleggio che può aiutare alla diffusione dell’auto elettrica e favorire la transizione della mobilità sul mercato italiano?
«Sicuramente sì, ma c’è una differenza con gli altri paesi: al momento, l’Italia non fa nulla per liberare queste potenzialità e la diffusione è fortemente penalizzata. Come ho già detto, potrebbe farlo partendo da incentivazione e fiscalità».