La Renault Twingo GPL in giro per le strade di Roma durante la prova

Renault Twingo ora è anche a Gpl. Al volante della versione più ecologica dalle prestazioni sempre brillanti

di Sergio Troise
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ROMA - Quando si parla di citycar il pensiero corre ad auto piccole, semplici ed economiche, magari persino spartane. Ma non è sempre così. Nel cosiddetto segmento A del mercato ci sono anzi eccezioni che hanno conquistato belle porzioni di pubblico, soprattutto quello femminile. E tra queste spicca la Twingo, la piccolina di casa Renault con 4 porte e 4 posti, che in un trend generale in discesa (il segmento A ha perso, nei primi 10 mesi dell’anno, il 12%, con 259.690 immatricolazioni) al 31 ottobre 2018 ha fatto segnare quasi un +5% di crescita, con 7.649 immatricolazioni.

Per il 70% la Twingo viene acquistata da donne. Le quali - è provato dai fatti – ne apprezzano non solo la maneggevolezza e l’agilità di guida, ma anche la ricchezza e la raffinatezza delle dotazioni, qualità che ne fanno un unicum paragonabile soltanto alla Smart Forfour, “gemella diversa” con la quale la francesina è strettamente imparentata in virtù della collaborazione a suo tempo avviata da Renault con Daimler Mercedes (proprietaria del marchio Smart).

L’aggiornamento di gamma lanciato ora dalla Casa francese prevede la disponibilità di una nuova motorizzazione alimentata a Gpl, sulla base del noto 3 cilindri 12 valvole a benzina di 900 cc (per la precisione 898) abbinato ad un cambio manuale a 5 marce. Dotato di un piccolo ma efficientissimo turbo, questo brillante tricilindrico si segnala per essere il primo Gpl sovralimentato Euro 6D temp. E’ dunque in grado di rispondere alle nuove esigenze della compatibilità ambientale, senza per questo scendere a compromessi tra prestazioni e consumi.

Tra le qualità emergenti della Twingo Gpl spicca la capacità di lasciare inalterate le prestazioni nel passaggio dalla marcia a benzina a quella a gas: la potenza di 90 cv/135 Nm rimane infatti invariata. Il passaggio avviene in automatico non appena il motore va in temperatura, ma è possibile – come di consueto sulle auto bifuel – inserire l’alimentazione a gas manualmente, schiacciando un pulsante posto a sinistra del volante, in basso. A dire il vero troppo in basso, in una posizione decisamente scomoda, che andrebbe rivista.

Se la potenza e le prestazioni restano immutate nel passaggio dal funzionamento a benzina a quello a gas, sicuramente cambiano le emissioni allo scarico di CO2: in modalità Gpl calano infatti da 126 a 120 gr/km. “A beneficio dell’ambiente si abbatte anche la produzione di NOx” tengono a sottolineare in casa Renault, ricordando che l’auto è dotata pure di Stop&Start di serie. Ma il vantaggio maggiore, per chi opta per la Twingo bifuel, sta sicuramente nel risparmio alla pompa: un litro di Gpl non costa infatti più di 70 centesimi, contro un prezzo della benzina che oscilla tra 1,3 e 1,9 euro circa per litro.

La doppia alimentazione comporta, com’è logico, anche la presenza di due serbatoi, uno da 35 litri (benzina) e uno da 31 (Gpl), e sfruttando i due “pieni” l’autonomia cresce, nel ciclo misto, fino a consentire percorrenze di 1.056 km (636 a benzina e 420 a gas). I consumi dichiarati sono infatti di 5,5 litri/100 km quando si va a benzina e di 7,4 litri/100 km quando si va a gas. Ciò detto, vale la pena ricordare che il modello a gas costa 1.000 euro in più di quello a benzina. Il listino parte da 13.150 euro, ma può salire ben oltre se si opta per gli allestimenti Duel2 (14.650 euro, 15.900 con tutti gli optional) e Parisienne (16.800 euro), che arricchiscono ulteriormente il look alla francese di questa citycar tutt’altro che banale.

L’adattamento della Twingo all’alimentazione a gas viene curato dall’italiana Landi Renzo, azienda specializzata del settore che da anni collabora con la Casa francese. L’impianto viene comunque montato nella fabbrica Renault di Novo Mesto, in Slovenia, e la garanzia di due anni è coperta dalla Casa. L’unica raccomandazione alla clientela riguarda il rispetto delle scadenze di manutenzione e, soprattutto, la sostituzione dei filtri a 60.000 chilometri.

Ciò detto, i tecnici Renault tengono a sottolineare che «siamo in presenza di una tecnologia di assoluta avanguardia, fondata su un monoblocco in alluminio e sull’uso di pistoni rivestiti in carbonio, garanzia di resistenza alle temperature più elevate e all’usura». In questa ottica è stato ricordato anche il ricorso all’ESM (Electronic Managemet System) che tiene tutto sotto controllo.

Provata su strada, nel cuore di Roma e nei dintorni della Capitale, fino a Castel Gandolfo, la Twingo bifuel (nell’allestimento Duel2) ha rispettato tutte le promesse, rivelandosi anche sorprendentemente brillante in accelerazione e ripresa. Il turbo assicura una bella spinta e regala una guida persino divertente, anche se bisogna privilegiare le marce basse. Il posizionamento al retrotreno del motore alleggerisce un po’ l’avantreno, ma l’aver sistemato davanti il serbatoio del gas compensa la distribuzione dei pesi e l’auto acquista un po’ di benefico equilibrio nella guida più allegra su strade extraurbane.

In città sono confermati invece, grazie al motore e alla trazione posteriori, gli straordinari vantaggi assicurati dal raggio di sterzata di 4,3 metri: proprio come sulla cugina Smart, è un autentico toccasana per le manovre più impegnative. Se non bastasse, sul livello Duel2 (al centro della gamma) si aggiungono dotazioni di serie come la telecamera di parcheggio abbinata ai sensori posteriori. Non mancano, inoltre, l’R-Link Evolution compatibile con Android Auto, radio DAB e climatizzatore manuale. E ancora: tra gli elementi distintivi dello stile, spiccano gli interni color grey, il volante in pelle, gli specchietti retrovisori elettrici nero lucido e i cerchi con copriruota neri.

Ancora più dotata è la Twingo Parisienne, che in casa Renault definiscono “un’auto dalla femminilità innata”. I dettagli di design sono rappresentati da badge di riconoscimento specifici, cerchi in lega da 16 pollici diamantati, interni color verde acqua, sellerie in pelle e tessuto, vetri oscurati. Completano il quadro dotazioni tecnologiche come il cruise control, il climatizzatore automatico e i fari fendinebbia con funzione cornering. Ma non manca qualche difetto: oltre alla succitata posizione infelice del tasto di commutazione benzina/Gpl, il navigatore tende a “colpi di testa” davvero insulsi, e rimane discutibile la reiterata scelta di utilizzare vetri posteriori con apertura a compasso.

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Sabato 24 Novembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 25-11-2018 15:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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