La nuova Toyota C-HR

Nuovo C-HR, una iniezione di cavalli per il crossover Toyota. Utilizza power unit due litri da 184 cv

di Nicola Desiderio
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CASCAIS - Oltre 400mila unità vendute dal 2016, 50mila sono in Italia. Questo sta scritto sul biglietto da visita della Toyota C-HR, l’auto che ha sconvolto l’immagine compassata di un marchio che, prima di allora, aveva pensato più a non scontentare nessuno che a piacere davvero. Ed invece lo stile audace ha inizialmente diviso critica e i clienti, ma alla fine ha sfondato. Per questo, in occasione del restyling di metà vita, i giapponesi si sono guardati bene dal modificare la personalità del loro crossover compatto limitando gli interventi ai paraurti, alle firme luminose e aggiungendo un po’ di nero lucido alla calandra e allo spoiler posteriore alla base del lunotto.
 

Ci sono inoltre tre nuove tinte per la carrozzeria mentre per le bicolore, il tetto si può avere sia in nero sia nel color metallo. Mano leggera, forse ancora di più, è stata utilizzata per l’abitacolo: i blu sono più smorzati e i materiali più morbidi ed opachi, inoltre i sedili si possono avere in pelle e Alcantara e anche quello passeggero ha le regolazioni elettriche.
Migliorata anche la sicurezza a 5 stelle EuroNCAP che, oltre alle doti di resistenza della scocca, conta su una lista di sistemi di assistenza ancora più lunga, con l’aggiunta dei fari ad orientamento dinamico del fascio luminoso e della frenata automatica che interviene in retromarcia sia quando c’è un oggetto sia se è in arrivo una vettura di lato.
Il sistema infotelematico finalmente ha Android Auto e Carplay ed è perennemente connesso così che le mappe si aggiornano gratuitamente over-the-air per 3 anni ed è possibile interagire a distanza con la vettura tramite l’app MyT, uno strumento che permette anche di analizzare i propri dati di guida. Per sfruttare tutto il potenziale dell’ibrido viene in aiuto anche la strumentazione che ora visualizza la percentuale di funzionamento in elettrico del sistema di propulsione.
 

 

Oltretutto, gli ibridi ora sono diventati due con l’aggiunta di quello da 184 cv già visto sulla Corolla e sulla Lexus UX. Alla base c’è un 2 litri a ciclo Atkinson con un’efficienza da record (41%) e accoppiato ad un elettrico da 80 kW che permette alla C-HR di veleggiare fino a 120 km/h. Quello da 122 cv con motore 1.8 è stato aggiornato con la batteria agli ioni di litio al posto di quella al Nickel-metal-idruri: più leggera, compatta e che permette un intervento maggiore da parte del motore elettrico. Entrambi sono omologati Euro6d-temp e hanno emissioni al di sotto della fatidica soglia dei 95 g/km di CO2: 86 g/km per l’1.8 e 92 g/km per il 2 litri nonostante sia più potente del 50% e permetta di accelerare da 0 a 100 km/h in 8,2 s. contro gli 11 s. dell’altra. Su strada la differenza di prestazioni è evidente, inoltre il 2 litri è più reattivo e silenzioso, ma l’1.8 si conferma comunque gradevole, soprattutto in città dove l’ibrido fa valere la sua legge: i consumi si abbassano quanto più il traffico diventa difficile.
Tutte le C-HR sono comunque diventate ancora più confortevoli, grazie ad alcuni interventi sull’insonorizzazione, e le modifiche su sterzo e sospensioni ne hanno migliorato ulteriormente la proverbiale guidabilità. Il listino parte da 28.500 euro, con garanzia di 10 anni su tutto il sistema ibrido, e da 225 euro al mese con Pay per Drive, la formula di noleggio che permette di avere una riduzione del canone se il chilometraggio effettivo è inferiore a quello previsto.


 

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Lunedì 2 Dicembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 04-12-2019 11:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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