La settima generazione della Lexus ES che debutterà anche in Europa

Lexus ES, il comfort sposa l'efficienza. Al volante della 7° generazione della super berlina giapponese

di Giorgio Ursicino
  • condividi l'articolo

NASHVILLE - Una prova speciale per un’auto speciale. Lexus, si sa, ha un grande legame con gli Usa. Il primo modello del brand, la mitica LS, fu “inventato” dai geniali ingegneri del Toyota Group nel 1989 (la progettazione era iniziata 6 anni prima) proprio per conquistare il ricco mercato premium americano. E non è certo un caso che il nome del brand di lusso giapponese sia l’acronimo di “Luxury Exportation United States”. Ora come allora, il Nord America è rimasto il fortino di Lexus, la base da dove lanciare l’assalto agli altri continenti. Un’avanzata (nei primi sei mesi del 2018 sono state consegnate nel mondo 327.838 Lexus, il 7% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno prima) che sta prendendo corpo, Europa compresa, grazie ad una gamma sempre più ampia e ad un dinamismo che accompagna con maggiore evidenza comfort, qualità ed eleganza, cioè i valori storici del marchio. Così, per provare un nuovo modello della prestigiosa casa, gli States restano un territorio di caccia ideale, il castello fatato della Principessa orientale.

L’ultima gemma si chiama ES, una vettura inedita per noi europei, una berlina affermata per gli automobilisti americani. Potrà sembrarvi strano, ma quella messa alla prova sulle strade del Tennessee nei dintorni di Nashville è la settima generazione della ES. La signora è la berlina più venduta nella giovane storia di Lexus, con i 2.146.000 esemplari è seconda solo al Suv RX che di clienti ne ha sedotti 2.650.000. Un’auto perfetta per le highway degli Stati Uniti che ora guarda con grande attenzione anche al nostro continente dove il target è di continuare l’avanzata (le consegne crescono da 4 anni di fila) per passare dai 74 mila esemplari del 2016 ai 100 mila previsti nel 2020. Un’offensiva che, oltre alla ES, potrà contare su un’offerta sport utility ogni giorno più ricca con il recente rinnovo della NX, la RX a 7 posti e l’imminente lancio del terzo modello della dinasty, la compatta UX. Grandi ambizioni anche sul mercato italiano dove Lexus è da tempo 100% Hybrid

A guidare il brand nel nostro paese è da qualche mese Fabio Capano, un manager di grande spessore nel mondo automotive che conosce a fondo la galassia Toyota per la quale ha a lungo guidato la comunicazione a livello europeo ed è stato anche ceo dell’azienda in Ungheria. La prossima settimana, per il secondo anno di fila, Lexus sfilerà da protagonista sul Red Carpet della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, una delle rassegne del settore più importanti e prestigiose di cui Lexus e main sponsor e che farà da palcoscenico al debutto tricolore proprio della ES. Per mostrare in anteprima le sue doti, in ogni caso, ES ha scelto la sua tana, un’atmosfera fortemente americana immersa nel fascino e nell’esclusività. Dall’originale downtown della “città della musica” (Nashville fu fondata nel 1779 e dal 1843 è la capitale del Tennessee) al paesaggio mozzafiato della Natchez Trace Parkway, 444 miglia (oltre 700 km) di meraviglie che fanno di questa strada un parco nazionale, un tracciato che i nativi americani (quelli di queste regioni si chiamavano Kaintucks) percorrevano oltre diecimila anni fa per seguire le migrazioni dei bisonti dal Mississipi, all’Alabama al Tennessee. Un paesaggio che sembra un quadro ideale per fare emergere le doti della ES.

Nonostante il prezzo si annunci accessibile (il listino non è ancora ufficiale, ma negli States costa circa 40 mila dollari), il salotto ha pochi eguali dal punto di vista della silenziosità e del comfort. Il panorama è così bello da sembrare finto, il parabrezza dà l’impressione di essere un gigantesco display dove scorrono immagini ritoccate al computer e prive di audio poiché l’unico rumore che entra nell’abitacolo è quello ovattato del rotolamento degli pneumatici. C’è da riconoscere che la Natchez Trace Parkway ha poco in comune con le strade di Roma e che l’asfalto è così liscio e privo di buche da fare quasi rabbia. Ma il team guidato da Yasuhiro Sakakibara aveva fra i target anche quello del dinamismo e del piacere di guida, nonostante la ES non sia certo una sportiva a dispetto della linea filante che ricorda un coupè. Per questo i progettisti hanno avuto a disposizione la moderna piattaforma GA-K, un punto di riferimento per rigidità e leggerezza. La ES è lunga qualche centimetro meno di 5 metri, ha un passo assai generoso di 287 cm (5 in più del precedente modello venduto in quasi un milione di esemplari) e per l’Europa Occidentale sfoggia una motorizzazione ibrida arrivata alla quarta generazione. Il propulsore termico è un 4 cilindri 2.5 litri a ciclo Atkinson coadiuvato da due compatti motori elettrici per una potenza complessiva di 218 cv e un consumo che consente di percorre oltre 20 km con un litro (106 gr/km di CO2).

Raffinate le sospensioni (il retrotreno è multilink), c’è un’avanzato servosterzo elettrico e inediti ammortizzatori a doppia camera per smorzare qualsiasi tipo di vibrazione. Che la ES abbia allargato i suoi orizzonti lo conferma l’esordio su questo modello della versione F Sport dotata di sospensioni adattive variabili (Avs) per scegliere fra 6 programmi di guida e oltre 650 livelli di controllo. Oltre che dei motori elettrici, ridotte le masse anche “power control unit” e della batteria ora posizionata totalmente sotto i sedili posteriori per non penalizzare il bagagliaio. L’abitacolo è un salotto, rifinito in alluminio Hadori, bambu o legno Shimamoku, dove spicca l’impianto audio Mark Levinson con 17 altoparlanti. Al top i dispositivi di assistenza alla guida: ES riconosce se c’è un ciclista in strada e si accorge dei pedoni anche al buio. I fari a Led mantengono l’illuminazione massima oscurando solo quelle zone che potrebbero infastidire il resto della circolazione.
 

  • condividi l'articolo
Giovedì 26 Settembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 10:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti