Italjet Dragster 700 Twin - Prova Irace

Italjet Dragster 700 Twin: una moto sportiva in abito da scooter racing. La nostra prova in pista

di Francesco Irace
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Si chiama Dragster 700 Twin ed è l'ultima invenzione di Casa Italjet: un po' moto, un po' scooter. Un veicolo ibrido, se vogliamo, unico nel suo genere. Ha il layout generale, ruote e posizione di guida da scooter. Ma il motore, il cambio manuale, la frizione, le sospensioni e la ciclistica sono da moto. E il suo DNA è assolutamente Racing, come da tradizione per il marchio bolognese che da oltre 65 anni realizza modelli (e se ne contano più di 150) con una personalità forte e distintiva. 

Il nuovo Dragster 700 Twin è il frutto della collaborazione tra Italjet e QJ Motor. Adotta un bicilindrico a otto valvole raffreddato a liquido da 692cc, da 68 CV a 8.500 giri/minuto e si spinge fino a una velocità massima di 190 km/h. Monta un cambio da moto tradizionale a sei rapporti, una trasmissione a catena e, dal punto di vista dell'elettronica, offre il controllo della trazione. 

Lo scheletro del Dragster 700 Twin è un telaio a traliccio in acciaio ad alta resistenza con cannotto in alluminio avvitato che permette di contenere il peso complessivo del veicolo a 190 kg. L'impianto frenante si avvale di pinze radiali Brembo a quattro pistoncini che mordono dischi freno flottanti sull’anteriore da 270mm e un disco freno da 260mm sul posteriore, con sistema ABS. Mentre il reparto sospensioni si affida a una forcella Marzocchi a steli rovesciati (USD) all'anteriore e a un monoammortizzatore con precarico regolabile. La sella è alta da terra 815 mm e le gomme Pirelli Corsa vantano misure di 120/70-R15 e 160/60-R15. Insomma, un pacchetto tecnico di tutto rispetto, che la dice lunga sulle performance potenziali. 

Disegnato dal centro stile Italjet di Bologna, il nuovo Dragster 700 ha un design che richiama molto il mondo delle corse, con alette aerodinamiche, appendici racing e tanti dettagli che si rifanno proprio alle moto da competizione. È poi dotato di un ampio display a colori da 5'', di luci full LED, di uno scarico Akrapovic e di un sistema di telecamere integrato (anteriore e posteriore). Per metterlo alla prova siamo andati su uno dei circuiti più belli d'Europa (e probabilmente del Mondo): Imola. E siamo scesi in pista con una sola domanda nella testa? "Ma ci si potrà davvero divertire in una pista del genere con uno scooter". E la risposta è: si, assolutamente. Perché al netto del fatto che chiaramente non ha molti cavalli e che non è una moto sportiva, il gusto offerto tra i cordoli è davvero elevato. 

Frena forte e ha un bell'assetto (che comunque può essere sistemato nei dettagli dal pilota). Gli manca probabilmente solo il quickshifter, che migliorerebbe sicuramente l'esperienza di guida in pista (dove si sta sempre col gas sempre spalancato). E la sensazione è che anche qualche CV in più potrebbe essere ben digerito dal pacchetto ciclistico. Chiaramente, il manubrio è alto, non si sente l'anteriore come su una sportiva, ma una volta che si familiarizza con tutto il pacchetto, oltre a divertirsi si può anche andare "forte". 

A chi si rivolge? Difficile dirlo, perché non appartiene a nessuna categoria predefinita. È più scomodo di uno scooter tradizionale (per via del cambio e della mancanza di spazi utili) e non è certo paragonabile per piacere di guida a una moto sportiva di fascia media. Ma si colloca in un limbo magico dove tutto ciò che è ordinario non è contemplato. Ed è questo il suo punto di forza.

È dunque un mezzo per appassionati, per coloro che cercano l'esclusività, per chi non vuole passare inosservato e per chi ha voglia di tanto in tanto di divertirsi in pista senza affaticarsi troppo. Non è regalato – costa 13.990 euro e arriva a gennaio nelle colorazioni Nero/Giallo e Rosso/Bianco/Antracite – ma non ha nemmeno un prezzo folle. 

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venerdì 19 settembre 2025 - Ultimo aggiornamento: 10:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA