La Renault Twin'Z con le portiere che si aprono ad armadio spalancate

Renault Twin'Z, fantasia al potere:
ecco come sarà la futura Twingo

di Nicola Desiderio
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MILANO - Renault ha scelto il Salone del Mobile di Milano per svelare la Twin’Z, un concept che incontra il mondo dell’architettura d’interni, grazie al contributo di Ross Lovegrove, ma che soprattutto anticipa lo stile e la tecnica della prossima generazione della Twingo, attesa sul mercato nel 2014 e il cui progetto è portato avanti in collaborazione con la Daimler.

Un progetto molto Smart. Ecco che quella Z cela un “go” che assomiglia tanto a un via libera per una vettura importante per la casa francese, non solo perché riguarda un segmento dai grandi numeri, ma perché sarà il vero primo banco di prova di un’alleanza che promette bene e che sta avanzando spedita con reciproca soddisfazione per i due lati. E parlando di Renault bisogna intendere anche Nissan, così come parlando di Daimler bisogna intendere in questo caso la Smart. La prossima Twingo infatti condividerà con la rediviva Smart Forufour il pianale e le darà persino lo stabilimento sloveno di Novo Mesto mentre la Fortwo rimarrà nello storico – per Smart – impianto di Hambach.

Ritorno all’originalità. La Twin’Z è dunque un assaggio assai appetitoso, reso ancora più invitante da Ross Lovegrove che ha applicato al concept francese elementi del linguaggio formale di origine naturale e biologica. La carrozzeria è trattata come una pelle, verniciata di blu come se la tinta fosse spalmata e non verniciata, con un effetto anodizzato che ricorda una pigmentazione naturale, anzi elettro-naturale. Con i led poi sono state create vere e proprie auree di luce con effetti vorticosi: i fari anteriori sembrano emanazioni della Losanga mentre quelli posteriori creano movimenti che migliorano la sicurezza, come quando si preme il pedale del freno e si illuminano progressivamente. Gli pneumatici Michelin hanno un disegno che prolunga quello dei cerchi da 18 pollici facendo sembrare la ruota un tutt’uno. Il tetto che si prolunga verso il lunotto, il retrovisore laterale sostituito da una telecamera e lo spoiler laterale in cristallo sono ulteriori elementi che aggiungono alla Twin’Z qualcosa di diverso e originale trasformandolo in un concentrato di idee come sempre meno spesso sono le automobili.

Tutto spazio e interfaccia uomo-macchina. Anche l’abitacolo è pieno di innovazioni come le portiere posteriori che si aprono a vento senza montante e i sedili ridotti al minimo, quasi fossero un’emanazione della stessa struttura della vettura. Hanno l’ossatura verde e sono ricoperti da una fibra blu tessuta in trama 3D e in materiale impermeabile, ignifugo e traspirante. Tale struttura è esaltata dal sistema di illuminazione interna attraverso led inseriti negli stessi sedili. Anche la plancia è ridotta al minimo, anzi non c’è e tutti gli strumenti sono concentrati in un tablet sistemato su un’asta tra i due sedili anteriori e visualizzati su uno smartphone sistemato di fronte al pilota. Il principio, espresso dallo stesso Lovegrove, è che l’automobile non esprime più un’unità meccanica e dunque i suoi canoni estetici cambiano così come i materiali utilizzati per esprimerli, in particolare quelli compositi e riciclati. Dunque l’attenzione non è più sul piacere della guida e del viaggio, ma nella integrazione dell’automobile nella vita di tutti i giorni.

Motore e trazione lasciati alle spalle. La Twin’Z non è solo una sorte di manifesto in tema di estetica e di idea di mobilità, ma è anche un oggetto tecnicamente molto interessante e soprattutto sotto è già un’automobile vera. Lunga 3.627 mm, ha un passo di 2.495, è alta 1.506 mm e larga 1.705 mm. La caratteristica saliente è il motore posteriore e sarà mantenuta sulla futura Twingo accomunandola alla Smart che la possiede da sempre. La trazione elettrica le accomunerà entrambe, anche se non sarà l’unica opzione disponibile accanto a un 3 cilindri di origine francese. Qui il motore sincrono eroga 50 kW e 226 Nm, la spinge fino a 130 km/h ed è alimentata da una batteria gli ioni di litio suddivisa in 4 pacchi e alloggiata nel doppio fondo della vettura. Originale anche la struttura della scocca – tubolare – e la carrozzeria in fibra di carbonio mentre quasi da corsa sono le sospensioni posteriori a doppio triangolo e gli ammortizzatori regolabili Ohlins, quasi come la Renault Clio V6. Prestazioni e personalità: la Renault vuole tornare ad essere se stessa.

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Domenica 28 Aprile 2013 - Ultimo aggiornamento: 10-08-2013 17:52 | © RIPRODUZIONE RISERVATA