Un furistrada della Protezione Civile

Fuoristrada, dal soccorso alle gare ma anche per il tempo libero. Gli inarrestabili mezzi utilizzati a 360°

di Maurizio Caldera
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ROMA - Tutto nasce dalla sfida con se stessi (e col proprio 4x4) nell’affrontare ostacoli difficili, adottando accorgimenti tecnici per ottimizzare il mezzo. Si va dal montaggio del verricello (quasi sempre solo anteriore, ma i più “spinti” ne installano anche un secondo, dietro) ai paraurti robusti, definiti per uso gravoso, e rialzi delle sospensioni, pneumatici dalle dimensioni importanti, oltre a fari e barre a led che potrebbero illuminare un villaggio intero.

Ci sono campionati di trial, regolarità e velocità su terra che organizzano gare di ogni difficoltà (COVID permettendo), ma anche raduni di club di appassionati, in cui si affrontano percorsi con varianti di difficoltà crescente.

I modelli più “gettonati” per questo sport hanno trazione integrale (inseribile o permanente), cambio manuale o automatico e un riduttore, e le marche sono le classiche Jeep, Land Rover, Toyota, Mitsubishi, Suzuki, Mercedes. All’interno dei vari brand, inoltre, la selezione si restringe ad alcuni modelli specifici, come Wrangler per Jeep, Defender per Land Rover (qui si aspetta il nuovo modello), Land Cruiser Toyota, Pajero Mitsubishi, soprattutto Jimny da Suzuki e la Regina “G” che Mercedes mette in vetta alla classifica (anche per il prezzo). Un discorso a parte meritano, infine, i pick up, veicoli studiati per assolvere equamente le esigenze di lavoro e tempo libero: in questo settore, compaiono Toyota, Nissan e Renault, Mitsubishi e FCA, ma anche l’Amarok di Volkswagen.

Praticare fuoristrada ad ogni livello però strapazza i veicoli, per questo spesso vengono preferiti veicoli usati, anche fuori produzione. Il Nissan Patrol, ad esempio, non viene più prodotto da diversi anni, eppure è molto diffuso e apprezzato per la sua robustezza. Poi ogni modello eccelle per un aspetto ed è meno affidabile per altri, per cui i fuoristradisti vorrebbero realizzare “su misura” un patchwork con le parti migliori di ogni modello… Impensabile, ciò cozzerebbe anche contro i muri delle omologazioni, non sempre accettate in Italia.

Il mondo del fuoristrada è sotto l’egida della FIF (Federazione Italiana Fuoristrada) che raggruppa oltre 10.000 soci su tutto il territorio nazionale, divisi in tanti club regionali di appartenenza. All’inizio di quest’anno, inoltre, la FIF ha allargato i propri orizzonti, entrando a far parte delle organizzazioni di volontariato legate alla Protezione Civile. Si completa così la figura del fuoristradista, che potrà usare le caratteristiche del proprio 4x4 non soltanto per partecipare a gare o raduni, ma anche per rendersi utile, perché in grado di raggiungere posti dove solo un 4x4 può arrivare, e prestare soccorso o portare generi di conforto o aiuto a quanti siano coinvolti in calamità naturali come esondazioni di fiumi, frane e smottamenti, terremoti.

Non si accettano per questo “cani sciolti” però, l’iniziativa deve essere coordinata da un organismo centrale con la Protezione Civile. Di qui i corsi che verranno tenuti per formare i volontari (saranno 160 i soci FIF selezionati a questo fine) e verranno organizzati per formare una colonna di veicoli, in grado di raggiungere entro 24 ore il luogo dell’emergenza, affiancandosi alla Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile stessa. I volontari parteciperanno con i propri veicoli, e non saranno accettati mezzi senza omologazione su ruote, verricelli e altro, un aspetto che potrebbe risultare limitante. Deve cambiare la mentalità del fuoristradista, l’obiettivo non è più superare l’ostacolo ad ogni costo, ma affrontarlo ed eventualmente aggirarlo, arrivando con il 4x4 integro dove sono necessari i soccorsi.

Dai club regionali viene un supporto sostanzioso in questa direzione: “I nostri soci hanno aderito con entusiasmo alla possibilità di rendersi socialmente utili – ha detto Piero Maggiore, presidente del RoadRunner 4x4, club di Velletri (provincia di Roma) – e hanno iniziato già spontaneamente con l’emergenza COVID19, magari solo consegnando viveri a quanti non riuscivano a raggiungere il supermercato”.

Protagonista quotidiana dei bollettini COVID, la Protezione Civile raggruppa oltre 5.000 organizzazioni di volontariato in Italia. Nata nel 1992 è presente in tutte le emergenze che coinvolgono, persone, cose e manufatti e si avvale di un proprio corpo di personale addestrato che coordina anche i volontari e i fuoristradisti, affiancata dai Copri dello Stato.

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Venerdì 29 Maggio 2020 - Ultimo aggiornamento: 01-06-2020 09:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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