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Duster, la terza generazione è un successo. Ecco tutti i segreti del Suv Dacia e quanto costa
Presentata la scorsa primavera, è arrivata nelle concessionarie a giugno, e oggi è già un successo. Parliamo della Dacia Duster di terza generazione, erede del Suv compatto del marchio rumeno di proprietà Renault, autentico best seller rivelatosi in grado di democratizzare questa categoria di auto non più diffusa esclusivamente nei piani alti del mercato. Rinnovata nello stile, nelle dotazioni, nella meccanica e nella motorizzazione, ora anche ibrida, la nuova Duster è stata proposta al mercato con un convincente rapporto qualità/prezzo, ovvero con un listino che parte da 19.700 euro e si spinge fino ai 27.900 del top di gamma.
Lontana anni luce l’immagine scarna del prodotto low cost del 2010 (poi aggiornato nel 2017), la terza serie del Suv compatto nasce sulla piattaforma CMF-B derivata da quelle delle Renault Clio e Captur e già adottata dalle Dacia Sandero e Jogger: una base collaudata, dunque, sulla quale è stato possibile lavorare di fino per migliorare lo stile, le dotazioni e le prestazioni, ovvero la qualità complessiva, senza incidere però sulle dimensioni, che restano quelle di uno sport utility compatto (4,34 metri) in grado di assicurare 5 posti e un vano bagagli di 472 litri (445 per la versione a trazione integrale). Originale l’optional denominato Modulo Pack Sleep: sul modello di quello già sperimentato sulla Jogger, trasforma la Dacia Duster in un mini camper con un letto matrimoniale lungo 190 cm e largo 130, un tavolino e un grande portaoggetti.
Ciò detto, il design ha guadagnato un certo slancio, essendo stata ridotta l’altezza da 169 a 166 cm, mentre le fiancate “muscolose” regalano un’immagine di robustezza rassicurante, in sintonia con quella del frontale, più squadrato e più largo (1,81 metri). Nella parte posteriore spiccano gli inediti fanali a forma di Y, un tratto estetico ripetuto all’esterno e all’interno dell’auto. Tutta la zona inferiore della carrozzeria, poi, è protetta da generosi fascioni di plastica nera non verniciata, per il 20% costituita da materiali riciclati.
Risultano più ricchi e completi di dotazioni anche gli interni (di cui leggete a parte), ma tra gli elementi di novità più importanti spicca sicuramente l’elettrificazione, ovvero il debutto delle varianti ibride, mild hybrid e full hybrid, che vengono proposte in alternativa alla motorizzazione a benzina (anche bifuel benzina/Gpl), mentre è stata esclusa definitivamente la motorizzazione Diesel.
Sulla Dacia Duster di terza generazione viene infatti utilizzato, sul modello Hybrid 140, il sistema già sperimentato sulla Jogger, ovvero il full hybrid che sfrutta un motore a benzina 1.6 aspirato da 94 cv e un elettrico da 49 cv abbinati alla trasmissione priva di frizione. In alternativa è possibile scegliere il motore a benzina TCe da 131 CV con il tricilindrico 1.2 turbo mild hybrid 48V in versione a trazione anteriore o anche integrale. Possibile, inoltre, optare anche per il bifuel a Gpl ECO-G da 101 cv con 1.300 km di autonomia complessiva.
La trazione integrale 4x4 – vale la pena ricordarlo - è abbinata al Terrain Control, che permette di selezionare cinque modalità di guida: Auto, Snow, Mud/Sand, Off-Road ed Eco. In tal modo, il veicolo si adatta al tipo di percorso lavorando su ripartizione della coppia e sui controlli di trazione e di stabilità. Proprio la raffinata ripartizione della coppia tra gli assi rappresenta l’evoluzione principale rispetto al sistema uscente. Le varianti integrali, inoltre, hanno specifiche tecniche diverse dalle altre: l’altezza minima da terra sale a 217 mm e gli angoli di attacco e uscita sono rispettivamente di 31 e 36 gradi, con la possibilità di utilizzare anche il controllo della velocità in discesa fino a 30 km/h. Tra i “valori aggiunti” la possibilità di avere in tempo reale i dati sugli angoli di inclinazione e beccheggio della carrozzeria e la ripartizione dinamica della coppia.
L’arricchimento della tecnologia ha portato in dote anche alcuni sistemi di assistenza alla guida assenti sulla Duster di seconda generazione, come l’avviso del colpo di sonno, la frenata automatica d’emergenza e il mantenimento di corsia. Ma non tutto è di serie sull’intera gamma. Vale la pena ricordare, dunque, che l’entry level Essential, con prezzo a partire da 19.700 euro, offre sì alcune dotazioni importanti come i sensori di parcheggio (solo posteriori), il mantenimento di corsia e il regolatore/limitatore di velocità, ma ha climatizzatore manuale, alzacristalli elettrici solo anteriori, piccolo computer di bordo da 3,5", barre al tetto fisse e cerchi in acciaio (non in lega) da 16 pollici.
La Duster Expression (da 21.400 euro) offre in più i vetri elettrici posteriori, la console centrale con vano portaoggetti, i cerchi in lega da 17", strumentazione digitale da 7", touchscreen da 10,1" e telecamera posteriore; l’Extreme (da 22.900 euro) aggiunge le barre sul tetto modulari, il climatizzatore automatico, il sistema YouClip 3-in-1 e dettagli specifici per gli arredi interni. La top di gamma Journey, infine, offre cerchi in lega da 18", vetri posteriori oscurati, climatizzatore automatico, sistema keyless, freno di stazionamento elettrico, caricatore a induzione per smartphone, sistema di infotainment Media Nav Live con navigatore e impianto audio Arkamys 3D Sound System con sei altoparlanti. In questo caso il prezzo è di 22.900 euro: il più alto della gamma, ma decisamente il più competitivo rispetto alla concorrenza.