Corvette ZR1, una super sportiva da 180mila dollari sfreccia a 375 km/h sul tracciato di Papenburg
Una Camaro Nascar alla 24 Ore di Le Mans direttamente dagli ovali USA al Garage 56
Una Camaro Nascar alla 24 Ore di Le Mans direttamente dagli ovali USA al Garage 56
Se oggi un’auto arriva a 375 km/h non ci stupisce più come prima, ma se quest’auto costa – o dovrebbe costare – circa 180mila dollari, è un mito del motorismo americano mondiale e tale limite è stato raggiunto da una persone che nella vita fa il dirigente d’azienda e non il pilota, la meraviglia è d’obbligo.
Vi è riuscita infatti la nuova Chevrolet Corvette ZR1 che ha raggiunto e superato le 233 miglia orarie (pari appunto a circa 375 km/h) presso il proving ground di Papenburg, in Germania, avendo al volante Mark Reuss (in basso), presidente alla General Motors. Un modo per affermare le prestazioni della nuova supercar americana e anche la facilità con la quale esse possono essere raggiunte e gestite, ma anche ribadire l’incredibile “performance for money” che è da sempre il punto di forza storico della Corvette.
Difficile infatti – se non impossibile – trovare un’auto che raggiunge queste prestazioni velocistiche, grazie ad un motore da oltre 1.000 cv, chiude il miglio (circa 400 metri) da fermo in meno di 10 secondi e ha un’aerodinamica così curata da sviluppare una deportanza di 1.200 pound (544 kg). Il tutto con un prezzo che non è stato ancora comunicato, ma dovrebbe aggirarsi intorno ai 180mila dollari, pari a 165mila euro.
Per dare un’idea, la Lamborghini Revuelto, che ha potenza e prestazioni simili (ma solo in accelerazione e con la trazione integrale), costa circa 515mila euro e le Ferrari F90 o 12Cilindri, pur costando da 400mila euro in su, stanno dietro all’auto americana più potente e veloce mai costruita. Basta dunque poco per accorgersi che per pareggiarne le prestazioni, bisogna andare nella sfera delle ipersportive da oltre un milione di dollari.
Sulla carta è un capolavoro che rappresenta il testamento morale e semovente di Tadge Jeuchter, ingegnere capo di Corvette sin dal 2006 passando complessivamente 31 anni dei 47 di lavoro in General Motors intorno alla sportiva che nel 2020, per l’ottava generazione e per la prima volta dal debutto 1953, ha cambiato la posizione del motore – rigorosamente V8 anche in origine è stato un 6 cilindri in linea – da anteriore a centrale.
A dire il vero l’idea di prendere il propulsore dal cofano anteriore e spostarlo alle spalle dell’abitacolo era stata considerata più volte nel corso della storia e caldeggiata in particolare da Zora Arkus-Duntov, altro personaggio mitico associato alla Crovette, sin dagli anni ’50 e, ancora di più, il decennio successivo con l’arrivo della Ford GT 40, attraverso una serie di studi, veicoli sperimentali marcianti e concept che portarono allo scoperto una riflessione ma risolta.
Con la presentazione della CERV III (foto sotto) al Salone di Detroit del 1990 sembrava fatta non solo per lo spostamento del motore alle spalle del pilota, ma anche per l’arrivo di altre “diavolerie” europee e giapponesi tipo la sovralimentazione attraverso turbocompressore – e non con il “supercharger”, ovvero il compressore volumetrico – e la distribuzione multivalvole con doppio albero a camme in testa.
La nuova ZR1 in pratica porta a compimento questa evoluzione che su altre automobili sono un’era, ma su un mito nato nel 1953 rappresentano un percorso necessario per permettere di rendere davvero proprie certe innovazioni raggiungendole a modo proprio. La ZR1 è dunque la prima Corvette con motore turbocompresso, un V8 con bancate a 90 gradi e distribuzione 32 valvole doppio albero a camme in testa ognuno dotato di fasatura variabile.
È siglato LT7 e deriva dall’LT6 che è già l’aspirato più potente mai montato su una Corvette e con esso condivide l’albero motore con manovellismo a 180 gradi o, come di dice in gergo, piatto. Una soluzione da vera sportiva, così come la lubrificazione a carter secco. L’alimentazione è ad iniezione doppia, diretta e indiretta e turbocompressori, contrariamente alle mode più recenti, sono posizionati lateralmente.
Ha inoltre una cilindrata di 5,5 litri che rimanda ai motori – in questo caso aspirati – utilizzati nelle competizioni come quello della C8.R che lo scorso anno ha vinto il WEC e la 24 Ore di Le Mans e quello ibridizzato sulla Cadillac V-Series.R che corre nel WEC nella classe Hypercar e nella GTP del campionato IMSA. Ma qui, senza i limiti di regolamento le potenze vanno ben oltre le auto da competizione.
Il V8 biturbo della Corvette ZR1 infatti eroga 1.064 cv a 7.000 giri/min e ben 1.123 Nm a 6.000 giri/min di coppia. Tanta roba scaricata alle sole ruote posteriori attraverso un cambio doppia frizione a 8 rapporti. Mark Reuss, assistito da un ingegnere al suo fianco, non ha dovuto far altro che infilare la grande curva sopraelevata dell’ovale di Papenburg, raggiungere 222 mph (357 km/h) e poi lanciarsi sul rettilineo lungo 4 km.
La Corvette ha dunque superato i 233 mph (375 km/h) e, per omologare il risultato, ha dovuto confermare l’identico limite compiendo il percorso inverso. E vi è riuscita. Un risultato incredibile, ottenuto con qualche piccola modifica aerodinamica e che, guardando i filmati del record, impressiona per la facilità con la quale è stato conseguito confermando le impressioni nei giorni di preparazione nel corso dei quali la ZR1 aveva superato ripetutamente 230 mph.
Esiste dunque sulla faccia della Terra un’automobile di raggiungere queste prestazioni, ma con un prezzo nettamente al di sotto dei 200mila dollari? Sì, esiste ed è la Chevrolet Corvette ZR1. L’americana ora potrebbe dimostrare il proprio valore sul Nürburgring, uno dei circuiti, insieme a Road Atlanta e il Virginia International Raceway, dove è stata messa a punto. In fondo, siamo sempre in Germania no?