Una Citroen C3 WRC a Satory

Citroen, ecco il laboratorio dei rally: viaggio nella tana della belva

di Antonino Pane
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PARIGI - A vederla saltare sui dossi o scomparire nelle nuvole di polvere immagini officine sporche, meccanici unti di grasso, tute annerite dall’usura. E invece no, niente di tutto questo dove nascono e vengono “medicate” le C3 WRC, le Citroën ultraleggere che incantano sui campi di gara del Mondiale Rally. Non c’è differenza tra i laboratori di ricerca, dove i progettisti utilizzano moderni computer per verificare tenute e resistenze dei materiali, e i banchi dei meccanici dove ogni singolo pezzo viene smontato, verificato, pulito e rimontato. Un lavoro certosino, per certi versi più difficile e scrupoloso di quanto avviene nelle altre stanze, dove prendono forma le auto nuove della Citroën Racing, quelle che parteciperanno alle altre competizioni a cui il marchio francese iscrive con le sue auto ufficiali.
 

 

Siamo alla periferia di Versailles, ai confini del bosco di Satory. È qui, in un moderno palazzotto, più simile ad un elegante condominio che a una fabbrica di automobili, che nascono le C3 WRC e tutte le altre auto che Citroën schiera sulle piste di mezzo mondo. Se non fosse per la scritta Citroën Racing che campeggia sulla facciata, insieme a quella della DS Performance e della PSA, nulla lascia credere che questo è un regno della velocità, della tecnologia esasperata. Citroën Racing porta avanti parallelamente competizioni e ricerca perché qui sono tutti convinti che solo la perfetta integrazione tra sperimentazione e innovazione può dare risultati concreti.

E più di tutti ne è convinto Pierre Budar, il direttore di Citroën Racing che ben conosce gli straordinari effetti che il mondo delle competizioni produce sul mercato dell’auto. «Bisogna vincere - dice senza mezzi termini - perché sono le vittorie la migliore vetrina dove esporre il marchio». Potenza, leggerezza e sicurezza sono i cardini su cui si lavora in queste stanze ovattate. Nulla è lasciato al caso, ogni vite, ogni più insignificante particolare ha un suo perché. I motori, due per ogni vettura, sono sviluppati parallelamente. Uno corre in gara uno sul banco, hanno gli stessi chilometri, subiscono le stesse sollecitazioni. Vengono costruiti fianco a fianco, nella stessa stanza. Tutto è identico, anche la stretta finale dell’ultimo bullone. Ancora più esasperante il controllo di fine gara, lo smontaggio, la verifica di come i singoli pezzi hanno resistito all’usura. È qui che si gettano le basi per ottenere di più, per migliorare ulteriormente.

Ma dove si resta senza parole è l’area dei telai, anche qui sono preziose le verifiche del dopo gara, la tenuta di ogni singolo pezzo. I meccanici hanno maturato un fiuto straordinario. Sanno che la piccola crepa può nascondersi nei punti più insignificanti. E allora ecco sguardi attenti, smontaggi minuziosi. Citroën questi tecnici li seleziona uno per uno, il loro lavoro è frutto di competenza ma anche di tanta passione. E sono proprio loro che orgogliosamente ti mostrano i frutti del loro lavoro. Il supporto di un ammortizzatore ha una piccolissima lesione.

Al primo sguardo sembra un insignificante pezzetto di capello poggiato sull’alluminio. E invece no, quel pezzo non solo va sostituito ma va anche segnalato. Bisogna capire se è un difetto di costruzione o se bisogna intervenire sulla resistenza del materiale. E poi le scocche. A prima vista sembrano perfettamente identiche a quelle delle C3 di serie. Le differenze, invece, ci sono. Un pezzo del parafango della C3 WRC pesa un quarto di quello di serie. Carbonio & kvelar o anche solo carbonio o solo kevlar. Fibre sintetiche testate per ottenere il massimo.
 

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Lunedì 9 Luglio 2018 - Ultimo aggiornamento: 10-07-2018 18:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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