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Un restyling non basta, per la Serie 1 va rivisto il progetto. E’ su questa convinzione di base che in casa BMW è stato deliberato il via libera alla seconda generazione dell’auto destinata ad “aprire le porte” alla gamma bavarese. Una scelta non rivoluzionaria ma impegnativa, visto che ha richiesto scelte radicali a soli cinque anni dalla presentazione del modello ora cancellato dal listino e sostituito da un’auto tutta nuova, a cominciare dalla sigla di progetto: F70 e non più F40.
Rispetto alla Serie 1 di cui ha preso il posto, la nuova è più lunga di 4,2 cm (4 metri e 36 cm in tutto) e più alta di 2,5 cm, mentre rimangono invariati il passo, cioè la distanza tra l’asse delle ruote anteriori e posteriori, e la larghezza, rispettivamente di 267 e 180 cm. Dal punto di vista estetico, sono state apportate modifiche al frontale: la griglia del radiatore, ampia e protesa in avanti, presenta un’innovativa struttura a barre verticali e diagonali; i fari a LED di serie sono caratterizzati da vistosi elementi verticali per le luci diurne e gli indicatori di direzione, mentre una sorta di lungo spoiler sul tetto e deflettori d’aria laterali sottolineano la forma allungata, che regala un certo slancio, accentuando una sportività che in realtà non viene perseguita se non nell’allestimento M135M xDrive, il più potente e prestazionale della gamma. Inedita, inoltre, la possibilità di scegliere una carrozzeria bicolore, con il tetto a contrasto. Per tutte, sono disponibili i pacchetti MSport e MSport Design che offrono decorazioni ed elementi aerodinamici dedicati.
Vale la pena ricordare, però, che al di là dell’immagine esterna da compatta premium, la BMW Serie 1 di nuova generazione è stata rivisitata anche nella struttura di base, ovvero nel pianale e, soprattutto, nelle motorizzazioni, che ora sono ibride, sia benzina che diesel, e tutte accoppiate esclusivamente al cambio automatico a 7 marce, che soltanto nell’allestimento sportivo M è disponibile con le palette al volante per il cambio manuale. Il motore a 4 cilindri da 2,0 litri è stato sostituito da un 3 cilindri da 1,5 litri. La riduzione di cilindrata e potenza (il motore termico eroga 156 cv) è bilanciata da un sistema mild hybrid a 48V che aiuta la BMW 120 a raggiungere una potenza totale di 170 cv, quanto basta per non rendere percepibile la mancanza degli 8 cv in meno rispetto alla precedente Serie 1. Questo grazie anche alla coppia totale, rimasta invariata.
Vivace e sorprendentemente silenzioso per essere un 3 cilindri, il motore mild-hybrid spinge dunque la nuova BMW Serie 1 alla velocità massima di 226 km/h (ove consentito) con passaggio in accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,8 secondi. Non è un motore più performante del suo predecessore 4 cilindri, ma le differenze sono minime e, soprattutto, il nuovo mild-hybrid si fa apprezzare per la capacità di contenere i consumi, che sono di 5,3 litri/100 km con emissioni di 121 gr/km di CO2. Fa meglio ancora la versione Mild Hybrid Diesel, che perde però 7 cv di potenza (da 170 a 163) riducendo il consumo di gasolio a 4,3 litri/100 km e le emissioni di CO2 a 112 gr/km.
In aggiunta alla versione ibrida a benzina da 170 cv è previsto anche l’arrivo di un’altra, destinata al ruolo di nuova entry level della gamma, con il solo motore 3 cilindri 1,5 litri a benzina da 116 cv. In cantiere, inoltre, un’altra Serie 1 a benzina da 122 cv, priva del sistema mild hybrid e, più avanti, una top di gamma da 204 cv con trazione integrale. Per ora non si parla di una Serie 1 full electric. Secondo indiscrezioni di fonte tedesca non se ne vedrà traccia prima del 2027.
Per quanto riguarda il comportamento dinamico della nuova Serie 1, gli ingegneri di Monaco si sono concentrati sulla rigidità strutturale della scocca. La cinematica è stata ottimizzata, grazie a supporti della barra antirollio altamente precaricati e a una nuova tecnologia degli ammortizzatori. In casa BMW assicurano che “è aumentato del 20% l’angolo di sterzata, per una migliore stabilità e uno sterzo più comunicativo”. Se non bastasse, con il pacchetto opzionale MSport si aggiunge poi l’Adaptive M Chassis, che porta con sé lo sterzo sportivo e i cerchi in lega leggera da 18 pollici, oltre che la capacità di abbassare la vettura fino a 8 mm, facendone un’autentica sportiva, capace di regalare prestazioni entusiasmanti e divertimento di guida.
Nella dotazione di serie o opzionale sono inclusi diversi sistemi di guida e parcheggio automatizzati (anche da remoto, tramite smartphone). Di serie viene fornito l’avviso di collisione frontale, il sistema di antiabbandono della corsia di marcia, l’avviso in uscita dalle manovre e il riconoscimento della segnaletica. Tra gli optional sono selezionabili, inoltre, diverse tecnologie come il sistema di assistenza automatica al superamento dei limiti di velocità e l’indicazione del percorso quando si utilizza l’Active Cruise Control con funzione Stop&Go.
Inutile dire che al top della rinnovata gamma Serie 1 va a collocarsi la M135 xDrive, per la quale sono state previste diverse migliorie tecniche mirate ad esaltare prestazioni e comportamento dinamico, qualità esaltate anche dalla trazione integrale, mentre le altre sono disponibili solo con trazione anteriore. Anche se la potenza è stata ridotta a 300 cv/420 Nm (contro i precedenti 306 cv/450 Nm), l’auto rimane una sportiva a 4/5 posti di grande impatto, che si distingue per un aspetto aggressivo, l’assale posteriore più largo, le sospensioni riviste, un sistema di controllo di trazione che ora agisce anche sul retrotreno, un sistema di freni M sviluppati appositamente e la capacità di passare da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi, fino a toccare la velocità massima autolimitata a 250 km/h.