Il rendering della manifestazione

No della Soprintendenza a “Navigare” sul lungomare di Napoli. Organizzatori: «Come negare lo sci a Cortina»

di Sergio Troise
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NAPOLI - Niente da fare. Ha vinto la burocrazia. Napoli non avrà l’esposizione nautica “Navigare” in programma per ottobre 2019 sul lungomare di via Caracciolo, ovvero in quel magnifico palcoscenico naturale che è lo spazio compreso tra la Rotonda Diaz e le scogliere, di fronte a Capri e alla costiera sorrentina. Si erano dichiarati favorevoli l’amministrazione comunale, l’autorità portuale, la capitaneria di porto, le associazioni degli industriali e dei commercianti, il presidente della commissione attività produttive della Regione Campania, e si erano battuti come mai gli operatori del settore che si riconoscono nella ANRC (Associazione Nautica Regionale Campana), ma decisivo è stato il No della Soprintendenza all’Archeologia, alle Belle Arti e al Paesaggio di Napoli: istituzione benemerita, e tuttavia ingessata in regolamenti che non ammettono deroghe, o le ammettono a corrente alternata, disorientando cittadini e osservatori.

Nonostante i ripetuti rinvii al placet definitivo, i promotori dell’evento avevano conservato un certo ottimismo, avendo aderito a tutte le richieste di modifica del progetto espositivo richieste dalla Soprintendenza. “Ma non c’è stato niente da fare” protesta il presidente della ANRC, Gennaro Amato, definendo il No “uno schiaffo a noi e all’amministrazione comunale, ma anche a tutti i cittadini che devono vivere il mare come una linea di confine e non come un valore aggiunto”.

“Negare una esposizione nautica a Napoli è come negare le piste da sci a Cortina” si legge in una nota grondante veleno della ANRC, in cui viene ricordato anche quanto avvenuto pochi giorni fa a Torino, la capitale storica dell’automobile che ha perso il proprio Salone a favore di Milano. Uno scenario sconfortante che coinvolge il Paese da Nord a Sud, mettendo in discussione valori consolidati, apparentemente inattaccabili. E invece…

Otto mesi è durata la querelle sulle autorizzazioni all’esposizione programmata tra la Rotonda Diaz e il Consolato americano, ovvero nella zona del cosiddetto lungomare liberato dove spesso vengono ospitate manifestazioni gastronomiche e musicali, e nei cui dintorni non mancano mai ingombranti e decisamente poco eleganti chioschi da street food. “Per ben tre volte – racconta ancora il numero uno degli operatori del settore – abbiamo modificato il progetto secondo le direttive ricevute dalla Soprintendenza, e ora ci sentiamo delusi e frustrati per il diniego del soprintendente Garella. Il quale lascerà l’incarico a settembre, e avrebbe avuto la possibilità di lasciare in eredità ai napoletani un evento di prestigio, che avrebbe fatto del lungomare napoletano un palcoscenico di grande appeal, degno della concorrenza con Venezia e Cannes, che organizzano i loro saloni nautici in città, senza lasciarsi condizionare, come avviene da noi, da obsolete leggi borboniche che nulla hanno da spartire con la valorizzazione del territorio e dell’economia locale”.

“Questo rifiuto – sostiene la ANRC – fa di Napoli una città morta, inadeguata a cogliere le opportunità che si prestano per produrre indotto economico e turismo nautico, e compromette anche l’occupazione”. In proposito, viene ricordato dagli operatori del settore che “in Campania ci sono oltre 4.000 aziende impegnate nella filiera nautica, con 40mila famiglie coinvolte e un fatturato di oltre 9 miliardi di euro a fronte di un parco imbarcazioni di 180mila unità”.

Numeri interessanti, che non hanno mai lasciato indifferente il sindaco De Magistris, puntuale visitatore del Nauticsud e delle due edizioni annuali di “Navigare”, finora organizzate negli angusti spazi del porticciolo del Circolo Posillipo, ma da tempo con l’ambizione di allargarsi negli spazi a terra e a mare individuati davanti alla Rotonda Diaz. Lì dove – vale la pena ricordarlo – sono state ormeggiate in passato, per ben due volte, le imbarcazioni della Coppa America.

E invece il divieto della Soprintendenza riguarda, in particolare, proprio lo sfruttamento degli spazi a mare, essendo stato valutato negativamente il montaggio di pontili galleggianti, peraltro realizzati in materiale ecologico e per un periodo limitato a nove giorni. Anche per questo il No della Soprintendenza ha colto di sorpresa un po’ tutti, compresa la delegata al Mare del Comune di Napoli, Daniela Villani, la quale ha confessato il proprio stupore parlando di “vittoria de No, mentre Napoli ha più che mai bisogno della politica del fare”.

“Non mi spiego – ha detto l’esponente dell’amministrazione comunale - come sia possibile negare un’autorizzazione temporanea, di durata non superiore a 216 ore, senza tener conto dell’impatto positivo sulla città, sulla blue economy e sull’intera filiera nautica. Il mare è per noi una risorsa, un bene enorme, un gigante, un Gulliver su cui far crescere la città, e invece in questo modo lo escludiamo dai nostri valori. E’ davvero incomprensibile” sbotta la fiduciaria del sindaco De Magistris, dicendosi pronta a parlarne con il primo cittadino per valutare se ci siano ancora margini di manovra.

Che cosa accadrà ora? Gli organizzatori escludono categoricamente di accontentarsi degli spazi a terra “concessi” dalla Soprintendenza: “Navigare nasce proprio come opportunità per le prove in mare” rammentano, riservandosi comunque di trovare una soluzione alternativa. I vertici della ANRC si riuniranno a breve per studiare il da farsi. Da valutare il ritorno al Circolo Posillipo o, in alternativa, l’utilizzo di banchine già esistenti a Mergellina, date in regolare concessione ad operatori del settore associati alla ANRC. Intanto, a dimostrazione di quanto vitale sia il comparto, è già partito da Napoli il progetto del Polo Nautico Italiano per un salone a secco dedicato a barche fino a 18 metri da svolgersi nel 2021 negli spazi della Fiera di Bologna.

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Sabato 13 Luglio 2019 - Ultimo aggiornamento: 18:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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