Un cantiere nautico

Mercato globale della cantieristica a quota 34,8 miliardi (+7%). Il 2025 condizionato dai dazi

di Sergio Troise
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La stagione dei saloni nautici, con Cannes alle porte (9-14 settembre) e Genova in programma subito dopo (18-23), richiama l’attenzione sull’industria nautica e sulle tante novità di prodotto che verranno presentate dai cantieri in vista del 2026. Ma questo è anche il periodo giusto per fare i conti, ovvero per esaminare la condizione del settore, l’andamento della produzione, delle vendite, dell’export, dei fatturati e delle previsioni proiettate sul futuro.

E’ in questa ottica che risulta di particolare interesse lo studio di Deloitte illustrato a Milano in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2025 del Salone di Genova. Uno studio come sempre puntuale, approfondito e meticoloso sullo “stato dell’arte” del comparto su scala mondiale.

La nautica è sostanzialmente in buona salute, con il mercato globale della cantieristica che nel 2023 ha toccato quota 34,8 miliardi di euro, in crescita del +7%; nel 2024 si è avviata sulla stabilizzazione (con una contrazione attorno al -5%), ma ha guadagnato punti nella parte alta del mercato internazionale, quella dei grandi yacht, con punte del +5 e +10% (a seconda delle fasce di mercato). E ancora: dallo studio emerge che il sentiment degli operatori per il futuro porta a prevedere, dopo un 2025 in rallentamento anche a causa delle incertezze dei dazi, una ripresa nel 2026/2027. In chiave nazionale, vale la pena osservare che per la nostra cantieristica il 2024 dovrebbe chiudere i conti in crescita, grazie però al mix produttivo principalmente focalizzato, in termini di valore della produzione, sul segmento dei grandi yacht, mentre non gode buona salute la cosiddetta “piccola nautica” (settore al quale, però, non è stato dedicato un focus dettagliato nel comunicato finale sullo studio di Deloitte).

Tutto ciò emerge, come detto, dalla terza edizione dello “State of the Art of the Global Yachting Market 2025 Edition”, il report realizzato da Deloitte in collaborazione con Confindustria Nautica, illustrato in occasione della presentazione del 65° Salone di Genova. “Uno studio che permette di aggiornare il posizionamento dell’Italia all’interno del quadro globale dell’industria nautica” ha tenuto a dire Marina Stella, direttore generale di Confindustria nautica. La quale ha aggiunto: “Si tratta di un elemento strategico di conoscenza per gli operatori di settore, alla vigilia della presentazione dei dati di consuntivo Nautica in Cifre 2024, che saranno comunicati dal nostro Ufficio Studi a Genova, mercoledì 17 settembre, prima dell’apertura del Salone”.

Inutile dire che di particolare interesse risulta, nello studio di Deloitte, il focus sull’Italia, che si conferma – dati alla mano - prima industria nautica esportatrice a livello mondiale. Il 90% della produzione tricolore è destinata infatti all’export, rappresentando circa il 13% del surplus della bilancia commerciale nazionale, in forte crescita dal 3% del 2015.

In particolare, nel segmento superyacht, il Made in Italy mantiene la leadership con il 54% degli ordini per unità e il 34% del valore, trainato dal segmento 30-60 metri. Ed è sulla base di questi numeri che Tommaso Nastasi (partner e Value Creation Service Leader di Deloitte) ha potuto dire che “la cantieristica nautica italiana continua a distinguersi come player globale di riferimento, combinando leadership industriale e capacità di export principalmente sui grandi yacht. Nonostante il rallentamento e la stabilizzazione del mercato – ha aggiunto l’esperto - si sottolinea che il comparto rileva dei fondamentali più solidi rispetto agli anni precedenti, rimanendo ben posizionato per intercettare la domanda futura di imbarcazioni di alto valore, sostenuta dalla crescita della ricchezza privata e da un posizionamento competitivo unico a livello mondiale”.

Italia a parte, lo studio di Deloitte rileva che nel 2023, a fronte della succitata crescita del +7,3% del mercato globale, con il valore delle costruzioni a quota 34,8 miliardi di euro, il mercato ha superato la crescita del PIL globale (+2%), in linea con la crescita della ricchezza dei cosiddetti Ultra High Net Worth Individuals (gli individui con un patrimonio netto superiore ai 30 milioni di dollari) e dei mercati azionari.

Lo studio indica che Nord America ed Europa hanno consolidato la loro posizione di leadership, rappresentando il 72% del mercato finale, e prevede che in generale, per il 2024, è attesa a livello globale una contrazione di circa il -5%, causata soprattutto dal calo delle imbarcazioni di piccola taglia. Calo però controbilanciato in parte dai brand premium e dai Superyacht. In questo contesto, comunque, per l’industria italiana è ancora attesa una crescita a consuntivo 2024, supportata dal mix produttivo principalmente focalizzato, in termini di valore della produzione, sul segmento dei grandi yacht.

E veniamo ai superyacht. Il dato definitivo del 2023 documentato dal Global Order Book indica in 696 unità il livello più alto dal 2009, con una crescita del fatturato, tra 2019 e 2023, del +6,5% (favorito anche dal rimbalzo post-Covid). Ciò vuol dire che la redditività del comparto ha raggiunto il 15%, sfiorando la media del lusso esperienziale (17%), ma con il più forte incremento di marginalità dal 2018 (+9 punti percentuali). Gli esperti prevedono ora una stabilizzazione, che emergerà a consuntivo dei dati 2024, anno che dovrebbe risultare importante per le imbarcazioni tra 30 e 40 metri, target della nuova generazione di armatori.

Cosa prevedono gli operatori del settore? Lo studio svolto dagli esperti di Deloitte per conto di Confindustria nautica ha accertato che già ora i dazi di Trump pesano su domanda e marginalità e che i principali operatori italiani, intervistati sui risultati consuntivi 2024 e sulle previsioni per il successivo triennio, stimano, a consuntivo 2024, una crescita più contenuta e un rallentamento nel 2025, con una ripresa nel 2026/2027.

Secondo Ernesto Lanzillo, di Deloitte Private Leader Italia, “i dazi rappresentano uno dei principali fattori di incertezza che caratterizzano le aspettative di performance di vendite e marginalità per il 2025. Per un comparto industriale come quello della nautica, che ha un peso rilevantissimo sul surplus di bilancia commerciale del Paese – afferma l’esperto - risulta ancor più importante un esame critico delle strategie doganali sin qui adottate. Bisogna essere sicuri di aver beneficiato di tutti i vantaggi regolamentari disponibili oltre ad analizzare opportunità in nuovi mercati di sbocco delle esportazioni, meno esposti alle turbolenze tariffarie, o di delocalizzazione produttiva tramite alleanze con operatori internazionali. Torna di grande rilevanza, quindi, il ruolo delle fiere di settore, non solo per accrescere la visibilità dei prodotti, ma anche per instaurare connessioni strategiche tra operatori internazionali”.

La speranza è che il mercato di yacht e superyacht continui a trainare l’andamento complessivo del comparto, ma tra i fattori critici per il futuro permane, come detto, l’incertezza legata ai dazi, con impatto su domanda e marginalità. Da verificare, inoltre, anche la revisione dei listini, le conseguenze del “destocking” dei dealer e l’avvento di nuove generazioni di consumatori, sempre più attente alla sostenibilità del prodotto e del ciclo produttivo, alla digitalizzazione e a un design customizzato e orientato al lifestyle.

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venerdì 5 settembre 2025 - Ultimo aggiornamento: 17:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA