Il WHY200 di Wally

Nasce WHY200 di Wally, primo full wide body che coniuga spazio, velocità e tecnologia ibrida

di Sergio Troise
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ANCONA - Sarà presentato per la prima volta non prima di settembre, in occasione del tradizionale Private Preview che Ferretti Group organizza ogni anno a Montecarlo, ma il progetto è stato ormai definito in tutti i dettagli e la costruzione va avanti spedita, seguendo un programma destinato a portare una ventata di novità nel mondo dello yachting. Parliamo del WHY200, primo yacht di Wally, il cantiere fondato nel 1994 da Luca Bassani (dal 2019 assorbito nel Gruppo Ferretti) che finora aveva messo in acqua esclusivamente barche sportive a motore di dimensioni mai superiori a 48 piedi (circa 14 metri). Il nuovo WHY200 è invece uno yacht vero e proprio, lungo 27 metri, grande, comodo, spazioso, caratterizzato da linee originali, di grande impatto visivo, disinvoltamente definito dal cantiere “lo yacht che naviga nel futuro”.

Secondo le prime anticipazioni e i primi rendering lasciati filtrare da Ancona, nonostante la lunghezza di 27 metri la barca è immatricolabile sotto i 24 metri e può offrire lo spazio abitabile, il comfort, il lusso e la privacy di un superyacht di 33 metri! Tutto ciò in un contesto originale, che prevede la collocazione della suite armatoriale non a centro barca, come consuetudine su quasi tutti gli yacht di ultima generazione, ma a prua, e con un incremento del 50% di abitabilità rispetto a imbarcazioni della stessa dimensione. “Con questa space ship – dicono in cantiere – siamo pronti a scrivere un altro capitolo nel grande libro del design nautico”.

Il progetto è stato curato dal Design Team Wally guidato da Luca Bassani assieme all’Engineering Department di Ferretti Group, con la collaborazione dello studio Laurent Giles NA per l’architettura navale e dello Studio A. Vallicelli & C per l’interior design. Un insieme di specialisti che ha lavorato con un obiettivo ben chiaro: creare una barca unica, capace di offrire il comfort e lo spazio di uno yacht dislocante di misura più grande, uniti alla velocità e alle prestazioni di un semi-dislocante.

«Con WHY200 abbiamo realizzato un’imbarcazione fruibile in famiglia o con gli amici, che non scende a compromessi, sfidando tutti gli stereotipi legati al concetto di yacht e al suo utilizzo», ha dichiarato Stefano de Vivo, direttore del marchio Wally all’interno di Ferretti Group. «Mantenendo la registrazione dello yacht sotto i 24 metri alla linea di carico e puntando su un innovativo design full-wide-body – ha aggiunto il manager - siamo riusciti ad ottimizzare i costi di gestione e di ormeggio offrendo contemporaneamente il comfort, il volume e gli spazi di una imbarcazione di taglia superiore».

Per capire perché questo yacht si profila così interessante, basta guardare i numeri: a bordo sono previsti oltre 200 metri quadri di area living al coperto, inclusi gli spazi interni dell’upper deck e del main che misurano, rispettivamente, 22 e 100 metri quadri. Il ponte inferiore – secondo il layout scelto – può ospitare tre o quattro cabine doppie per gli ospiti, mentre la zona equipaggio è la più grande della categoria, con 32 metri quadri che comprendono cucina, servizi e tre cabine per un massimo di cinque persone.

Incorporando lo spazio prezioso normalmente destinato ai camminamenti esterni in un unico salone a tutto baglio, l’area living open space raggiunge la superficie di 61 metri quadri: più grande del 50% rispetto ai saloni della stessa categoria, ed è servito da una scala strutturale e centrale in carbonio che collega i tre ponti. Come optional si può avere un layout con una cucina a vista.

«Per Wally è prioritario che l’armatore viva un’esperienza unica e intensa a bordo del suo yacht, per questo da tempo pensavamo di realizzare una struttura in vetro che, avvolgendo interamente il ponte principale, regalasse un’emozione totalmente nuova. Oggi – spiega Bassani - la tecnologia ci permette di farlo e, liberando volume extra all’interno, abbiamo creato qualcosa di assolutamente inedito: una strepitosa suite padronale di 37 metri quadri a prua del ponte principale. Grazie alle ampie finestrature l’armatore godrà, dal suo letto, di una vista ininterrotta a 200 gradi, come se fosse a diretto contatto con il mare. È una sensazione meravigliosa e perciò siamo particolarmente orgogliosi di quello che abbiamo ottenuto con questo layout rivoluzionario».

Rispondendo alle nuove esigenze degli armatori che sempre più amano vivere all’aperto ma senza essere esposti agli elementi, Wally ha studiato, inoltre, un sistema per proteggere da sole, vento e pioggia i 144 metri quadrati di area esterna: il top senza montanti che si prolunga verso poppa a protezione del main deck e i pannelli di vetro laterali riparano la zona pranzo e relax garantendo un panorama mozzafiato su tre lati e creando un unico ambiente che si estende senza soluzione di continuità con il salone principale al di là delle porte scorrevoli a tutta altezza.

Il top allungato si traduce in una zona poppiera sensibilmente allargata sul ponte superiore, accrescendo lo spazio a disposizione degli ospiti, che potranno scegliere se rilassarsi sui lettini, o pranzare al riparo. Una grande porta scorrevole conduce all’interno vetrato che comprende timoneria e sky lounge, con una sovrastruttura in carbonio che riecheggia, nell’estetica pulita e angolare, i leggendari Wallypower. L’accesso alla zona di prua avviene dalla timoneria, attraverso due porte laterali.

Il divertimento della crociera comprende le attività a diretto contatto con l’acqua e il WHY200, anche sotto questo aspetto, pare davvero insuperabile: le murate abbattibili, per iniziare, espandono l’area del beach club al livello di quelle tipiche dei superyacht, con una superficie di 32 metri quadri e accesso al mare su tre lati, in una configurazione assolutamente inedita. Inoltre ben due garage nascosti, in grado di ospitare un tender di quattro metri e numerosi water toys, offrono una capacità di stivaggio senza precedenti per yacht di questa categoria.

Oltre che per l’ottimizzazione delle aree living, il nuovo Wally si distingue anche per le prestazioni: se, da un lato, i ritmi frenetici della vita odierna non consentono lunghe navigazioni e le velocità dei classici yacht dislocanti rendono difficile pianificare una crociera, dall’altro sono sempre di più gli armatori di scafi plananti che - attenti ai temi ambientali e all’aspetto economico - cominciano a stancarsi di correre a 30 nodi sull’acqua. Senza contare che le imbarcazioni iper-veloci devono normalmente ridurre lo spazio abitabile per contenere il dislocamento.

Il WHY200 è dunque il primo Wally Hybrid Yacht ottimizzato per navigare sia in assetto dislocante sia in quello semidislocante, si colloca tra gli yacht voluminosi ma più lenti e quelli plananti, veloci ma inevitabilmente contenuti negli spazi. Grazie all’architettura navale di ultima generazione e al sistema propulsivo, l’imbarcazione potrà navigare alla velocità di 20 nodi in modalità “hyper displacement” quando il tempo a disposizione è poco e le aree da esplorare sono tante, o quando si tratta di affrontare brevi spostamenti. Quando invece la velocità diventa trascurabile rispetto all’efficienza, per esempio durante i trasferimenti o le crociere a lungo raggio, la barca cambierà assetto adottando una modalità più contenuta in termini di velocità e consumi.

Il comfort non viene assicurato soltanto dallo spazio vivibile a bordo, ma anche dal comportamento della barca in navigazione e da ferma. Per garantire il meglio a diverse velocità sono stati effettuati, dunque, numerosi test nella vasca navale della Solent University a Southampton (UK), e la carena è stata ottimizzata da Wally e Ferretti Group Engineering con lo studio di architettura navale Laurent Giles. All’obiettivo – viene assicurato dal cantiere - ha contribuito anche il sistema propulsivo Volvo pod, del quale non sono stati forniti, per ora, dettagli su potenza, consumi e incidenza della componente elettrica, mentre è stato sottolineato che “la motorizzazione risulterà decisiva per ottenere una sala macchine che massimizzi l’area living sul ponte inferiore e che assicuri, allo stesso tempo, manovrabilità e agilità al timone”. In materia di comfort in rada, con la barca ferma, si è fatto ricorso invece al supporto di stabilizzatori a pinna e giroscopici, in modo da assicurare il massimo della qualità della vita a bordo in tutte le condizioni.

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Lunedì 18 Gennaio 2021 - Ultimo aggiornamento: 19-01-2021 20:24 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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