Una nave cargo della Messina

Le Jolly della Messina ritornano al porto di Napoli. Dopo 5 anni rivive un matrimonio storico

di Antonino Pane
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NAPOLI - Un brindisi per festeggiare il ritorno nel porto di Napoli della  compagnia di navigazione Ignazio Messina & Co  dopo quasi cinque anni di assenza. Dopo aver completato la costruzione di ben 8 navi Ro-Ro e containers di nuova generazione, quattro costruite presso i cantieri francesi della Stx  e 4 costruire nei cantieri coreani Daewoo, il ritorno a Napoli. Presso il terminal Conateco la festa per il definitivo  ritorno nello scalo partenopeo.  A fare gli onori di casa Stefano e Ignazio Messina accompagnati da storici dirigenti della compagnia di armamento, l’ad della Conateco, Pasquale Legora De Feo, il presidente dell’ Autorità di Sistema Pietro Spirito e molti rappresentanti dello shipping e del mondo portuale. Erano presenti anche Pasquale Russo, Direttore di Contrasporto, Alberto Rossi, direttore generale di Assoarmatori e Francesco Tavassi, Vice presidente dell’Unione Industriale di Napoli.        

La Ignazio Messina & Co, storica compagnia genovese fondata nel 1928,  per ben 92 anni aveva fatto scalo  a Napoli, fino al 2013.  Poi il trasferimento a Salerno motivato dall’esigenza di  “ridurre i tempi di attesa e di ricercare infrastrutture più adeguate rispetto a quelle del porto di Napoli”.   

Ma il problema che spinse il gruppo Messina a lasciare lo scalo partenopeo non era solo dovuto alle  infrastrutture ed,  in particolare,  alla carenza di adeguati fondali ma anche e soprattutto alla necessità di comprimere i costi di gestione. E  oggi proprio il  terminal Conateco è riuscito a  proporre condizioni economiche ed operative più favorevoli e comunque tali da convincere la compagnia Messina a ritornare a Napoli. Molto soddisfatto l’amministratore delegato Pasquale Legora De Feo che afferma” per avere Messina a Napoli la Conateco si è dissanguata. A Napoli i traffici continuano a crescere”. Ma Legora De Feo non ha mancato di sottolineare  l’esigenza di avere le istituzioni al fianco degli imprenditori, riferendosi alla necessità di rilanciare quei  progetti che sono ancora fermi   ma anche di uniformare il sistema di pagamento dei canoni demaniali tra Napoli e Salerno.  

Lo spostamento dei traffici governati dalla Messina da Salerno a Napoli rappresentano un volume di circa 40 mila contenitori all’anno oltre ai traffici Ro-Ro. Un dato che lascia comunque indifferente il saldo dell’Autorità di Sistema del Tirreno Centrale, ormai pienamente operativa nella gestione integrata dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare. Il presidente Spirito ha invece ricordato nel suo intervento che i dragaggi sono stati fermati per problemi ed incertezze legati all’Arpac  e che presto volerà a Bruxelles per discutere di Zes -  le Zone Economiche Speciali, tentando di far includere tra i beneficiari anche gli operatori della logistica e quelli della cantieristica.    

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Giovedì 19 Luglio 2018 - Ultimo aggiornamento: 20-07-2018 14:52 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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