Nautica da diporto

Confindustria Nautica: “Cantieri e leasing resistono, Italia leader nei super yacht, ma turismo e charter in difficoltà”

di Sergio Troise
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GENOVA - E’ un ritratto in chiaroscuro quello che emerge dai dati sull’andamento dell’industria nautica italiana, aggiornati all’ultima edizione di Monitor, il rapporto statistico di metà anno realizzato dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica con la collaborazione di Fondazione Edison e Assilea e il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: un documento fondamentale per fare il punto su mercato, immatricolazioni, tendenze, posti barca, patenti nautiche, e su tutto l’indotto che ruota attorno alle barche, in testa leasing, charter e turismo nautico. Questi ultimi, charter e turismo nautico, sono i settori più in sofferenza, con cali a doppia cifra provocati dal dilagare della pandemia, mentre il Made in Italy si conferma leader mondiale nella produzione di imbarcazioni sopra i 24 metri (i cosiddetti super yacht).

Ma andiamo con ordine. E cominciamo dalle stime sul fatturato 2020 emerse nell’assemblea generale di Confindustria Nautica svoltasi il 16 dicembre scorso. In quell’occasione è emersa una evidente dicotomia fra la componente industriale e quella delle imprese del turismo nautico. Nel primo caso il 44% del campione ha indicato una crescita di fatturato e il 41% una contrazione. Dai segmenti merceologici degli accessori e dei motori sono emerse indicazioni più conservative: se la fascia di riduzione di fatturato risulta percentualmente simile a quella della cantieristica, quella di stabilità raggiunge il 35%, erodendo una quota di quella di crescita di fatturato. “Tali indicazioni – si sostiene in Confindustria nautica - determinano una possibile chiusura del 2020 su livelli di fatturato globale analoghi a quelli dell’anno precedente, intorno a 4,8 miliardi di euro”.

Analizzando invece l’indotto a valle del turismo nautico emergono tutte le criticità derivanti dagli effetti della pandemia sugli spostamenti internazionali, con l’evidente mancanza di clientela extra UE nel Mediterraneo. Se per la portualità e i servizi circa il 57% del campione ha segnalato una riduzione di fatturato, questo dato sale all’82% per il segmento del charter nautico, con due imprese su tre che indicano una contrazione del volume di affari superiore al 20%.

Passando al sentiment sull’anno nautico in corso, le imprese del settore sembrano dimostrare una maggiore fiducia rispetto al 2020: per il comparto delle unità da diporto oltre due aziende associate su tre indicano una crescita rispetto al precedente anno nautico, con soltanto il 7% del campione che indica invece una possibile contrazione. Per il segmento accessori/motori il 41% segnala una crescita e il 49% una stabilità. Nell’ambito delle attività legate al turismo nautico si registra una distribuzione più positiva rispetto al consuntivo 2020: 44% crescita e 50% stabilità per marina e servizi, 50% crescita e 26% stabilità per il settore del charter. È importante sottolineare che i dati, in particolare per il charter, si riferiscono a un confronto con la peggiore stagione degli ultimi 20 anni e che una previsione di crescita non potrà senz’altro corrispondere a un ritorno ai livelli pre Covid.

E veniamo ai super yacht. Come detto, l’Italia conferma anche per il 2021 la leadership a livello mondiale nel settore delle imbarcazioni superiori a 24 metri. Il Global Order Book, elaborato da Boat International, posiziona l’industria italiana al vertice per gli ordini di queste unità, con 407 yacht in costruzione su un totale di 821 a livello globale. Per l’Italia si tratta del maggiore numero di ordini registrato dal 2009 in poi. La quota italiana rappresenta poco meno della metà degli ordini mondiali, raggiungendo il 49,6% del totale, con un incremento di 9 unità rispetto al 2020, corrispondente a una crescita dello 0,3%. Turchia e Paesi Bassi seguono nella classifica con 76 e 74 ordini.

Per quanto riguarda il leasing, nel 2020 il volume di stipulato è tornato a crescere, raggiungendo un valore dei contratti complessivo pari a 593,7 milioni di euro, il 15,9% in più rispetto al 2019. Il sotto comparto della nautica da diporto continua a ricoprire la quota predominante del leasing nautico complessivo, pari al 96%, registrando un incremento sia in numero che in valore.

“Il rapporto Monitor offre un quadro puntuale dello stato di salute del mercato nautico italiano” ha tenuto a dire il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi, aggiungendo che “sostenere gli imprenditori del settore è un impegno fondamentale, per consentire loro di operare con piena consapevolezza di dati e tendenze, a maggior ragione in un periodo di grande complessità come quello che stiamo vivendo”.

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Martedì 2 Marzo 2021 - Ultimo aggiornamento: 13:32 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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