
Chiuso a Napoli il Nauticsud della speranza: ora si punta sulle ZES (Zone Economiche Speciali) per risolvere il problema dei posti barca
Si è conclusa a Napoli, dopo 9 giorni di esposizione, la 51ma edizione del Nauticsud, primo salone nautico dell’anno, che ha visto in prima linea una discreta rappresentanza di cantieri produttori di barche tra i 6 e i 15 metri, ovvero quella “piccola e media nautica” su cui si concentra storicamente l’attenzione degli organizzatori dell’ente Mostra d’Oltremare e dell’Afina, l’Associazione Filiera Italiana della Nautica.
Chi ha visitato il salone ha percepito che al di là di oggettivi meriti acquisiti con la presenza di alcune novità interessanti (di cui abbiamo dato notizia su questo sito), non sono stati raggiunti i numeri auspicati dagli organizzatori né per quantità di imbarcazioni esposte né per numero di visitatori. E chi ha partecipato agli incontri con le autorità ospitate in fiera (la ministra del Turismo Daniela Santanchè; l’ammiraglio Pierpaolo Ribuffo, capo di Gabinetto del ministro per le Politiche del Mare Nello Musumeci; il presidente dell’autorità portuale Andrea Annunziata; il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi) ha dovuto prendere atto che ancora una volta non si sono registrati passi avanti decisivi per la soluzione del problema più grave lamentato dal settore, ovvero la realizzazione di posti barca in porti moderni e adeguati alla sviluppo del diportismo e del turismo nautico. Un problema nazionale, che si manifesta con particolare gravità proprio a Napoli.
Ce ne sarebbe abbastanza per aprire un fronte polemico e dichiarare pubblicamente ciò che dicono, tra le quinte, operatori del settore stanchi di promesse e ipotesi più o meno credibili, sistematicamente formulate con verbi al futuro. E invece tra gli operatori del settore, ovvero tra titolari di cantieri e distributori in difficoltà, prevale la linea della pazienza, del dialogo e dell’ottimismo a tutti i costi. E si arriva al punto di dichiararsi soddisfatti del Nauticsud 2025, nonostante gli spazi espositivi rimasti desolatamente vuoti, la rinuncia ad esporre di numerosi cantieri in passato presenti, i mugugni di una buona parte di operatori stanchi di investire su manifestazioni fieristiche che non possono dare i risultati sperati, il numero di visitatori lontano dai fasti del passato.
Campione di diplomazia e paziente tessitore di rapporti istituzionali, il presidente di Afina Gennaro Amato ha scelto ancora una volta la via del dialogo, tenendo a bada gli operatori più turbolenti (soprattutto tra i gestori di posti barca) e gestendo con pazienza una tela che dovrebbe portare a nuovi accordi per la soluzione del problema della portualità che affligge storicamente Napoli (ma non solo).
E’ per questo motivo che il numero 1 degli operatori aderenti ad Afina non ha polemizzato per l’ennesimo nulla di fatto emerso dal convegno svoltosi nell’ambito del Nauticsud appena concluso, ed ha anzi manifestato soddisfazione per le parole pronunciate la mattina di sabato 15 febbraio dal sindaco di Napoli (e presidente dell’ANCI) Gaetano Manfredi, che girando tra uno stand e l’altro del salone ha ripreso quanto emerso dal convegno svoltosi tre giorni prima, rilanciando l’ipotesi di affidarsi allo strumento delle ZES (Zone Economiche Speciali) per avviare la costruzione di porti turistici attrezzati.
“La nautica da diporto – ha detto Manfredi - rappresenta una risorsa strategica per l’economia di Napoli e del suo hinterland, e ritengo che le Zes possano rappresentare uno strumento utile per sostenere la nautica. La Zes – ha aggiunto Manfredi - può risultare utile perché con l’autorizzazione unica facilita il contingentamento dei tempi e dà incentivi fiscali per sostenere un settore che è grande motore di economia in tutta Italia”.
“Questa opportunità, condivisa sia con il Governo centrale, sia con le istituzioni del territorio - ha osservato da parte sua Gennaro Amato - può consentirci di ridurre i tempi delle progettualità presentate in questi ultimi anni. E’ uno strumento che potrebbe ridurre l’iter burocratico, escludendo alcuni pareri sino ad oggi ostativi come quelli delle Soprintendenze, ma soprattutto può aiutarci a trovare incentivi economici e sgravi fiscali per l’investimento che vede il settore privato affiancare nella progettualità e costruzione la pubblica amministrazione”.
Via libera, dunque, alla fiducia nelle istituzioni e all’ottimismo. E via libera anche al Nauticsud del futuro: è stato già deciso che la prossima edizione si svolgerà, sempre alla Mostra d’Oltremare, dal 7 al 15 febbraio del 2026. Sarà possibile, quel giorno, mostrare anche la prima pietra di un cantiere allestito se non per un nuovo porto, almeno per l’ampliamento di uno già esistente? Mah…