Un porto turistico

Da Assonat una proposta di legge per aumentare i posti barca, ridurre la burocrazia e promuovere la sostenibilità dei porti

di Sergio Troise
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Come tutti sappiamo, l’Italia è un Paese con 800 km di coste, immerso come un grande pontile nel cuore del Mediterraneo, ma lamenta una cronica carenza di posti barca, ovvero di quegli strumenti essenziali per lo sviluppo del diportismo e del turismo nautico. Una storia vecchia, di cui si parla in tutte le occasioni utili, dai convegni ai saloni nautici, alle fiere sul turismo, approdando puntualmente alla solita conclusione: si deve fare di più per aumentare i posti barca, modernizzare le infrastrutture esistenti, promuovere la sostenibilità, semplificare la burocrazia. Nelle varie occasioni di dibattito emergono anche proposte concrete, avanzate da gruppi privati, pronti a investire purché autorizzati a costruire dalle autorità competenti: è il caso di Napoli, città al centro di un magnifico golfo, ma del tutto priva di un vero, moderno, efficiente porto turistico, e costretta a fare i conti con il proliferare di ormeggi abusivi, puntualmente sequestrati, con relativo strascico di denunce e polemiche.

Si può andare avanti così, all’infinito? In Assonat, l’associazione che fa capo a Confcommercio presieduta da Luciano Serra, sembrano intenzionati a dare una svolta. Come? Scendendo in campo con una vera e propria proposta di legge. E dunque, dopo la presentazione del Piano Strategico per la Portualità Turistica Italiana, ecco un testo specifico con tanto di disposizioni in materia di portualità turistica innovativa.

Ovviamente l’associazione non ha alcuna rappresentanza parlamentare, e dunque il testo è stato trasmesso alle principali figure politiche italiane, tra cui il ministro del Turismo, il ministro della Protezione Civile e Politiche del Mare, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, nonché al presidente dell’intergruppo parlamentare sull’economia del mare e ai presidenti delle commissioni competenti del Parlamento.

“Tutto ciò – si legge in un comunicato trasmesso dall’ufficio stampa di Assonat – si inserisce in un piano di ampio respiro, che mira a rafforzare il sistema portuale italiano, promuovendo la modernizzazione delle infrastrutture, l’adozione di tecnologie ecocompatibili e la semplificazione delle procedure burocratiche”.

“La nostra proposta di legge – ha tenuto a dichiarare Luciano Serra - rappresenta il passo successivo alla visione delineata nel Piano Strategico. È il momento di tradurre le idee in azioni concrete. Vogliamo costruire un sistema di portualità turistica che non solo sia competitivo e moderno, ma che sappia anche rispondere alle sfide globali, come quelle ambientali e logistiche. Il nostro obiettivo è creare porti che siano al centro dell’innovazione e della sostenibilità, unendo sviluppo economico e rispetto per l’ambiente”.

Il Piano Strategico per la Portualità Turistica Italiana – vale la pena ricordarlo – include tra le sue priorità un aggiornamento normativo, la promozione di investimenti in infrastrutture moderne, la spinta verso la sostenibilità e l’ampliamento delle opportunità per il turismo internazionale.

Sono 16 gli articoli che coprono diverse aree del settore, tra cui la semplificazione delle procedure burocratiche, l’incentivazione all’innovazione sostenibile e la gestione delle infrastrutture. In particolare, è specificato che l’applicazione delle disposizioni degli articoli da 1 a 7 della proposta di legge non comporterà nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.

“Questa legge – dice ancora il presidente di Assonat - deve rispondere alle esigenze di un settore che è fondamentale non solo per l’economia del mare, ma per l’intera economia nazionale. La portualità turistica italiana è uno degli asset più importanti del nostro Paese, un volano che contribuisce alla creazione di posti di lavoro e alla crescita del turismo internazionale. Oggi più che mai, la politica deve supportare questo settore con azioni concrete e normative adeguate”.

Vedremo quali saranno gli sviluppi. Intanto sarà bene illustrare, sia pure sinteticamente, i punti chiave della proposta di legge elaborata da Assonat, con un focus sugli obiettivi principali.

Al primo posto c’è la semplificazione amministrativa, ovvero accelerare i processi di autorizzazione per i progetti di portualità turistica, riducendo il tempo e le risorse necessarie per ottenere permessi e licenze. Il punto 2 è dedicato a sostenibilità e innovazione. E viene specificato che “va incentivata l’adozione di tecnologie avanzate, ecocompatibili, per ridurre l’impatto ambientale delle attività portuali e promuovere l’uso di energie rinnovabili. Si va avanti con il sostegno alla competitività, ovvero con la proposta di creare “sistemi fiscali e finanziari per attrarre investimenti, con particolare attenzione alla creazione di nuove infrastrutture e all’ampliamento dei posti barca disponibili”. Formazione e sviluppo delle risorse umane, con investimenti nella formazione e nella preparazione rappresentano un’altra delle priorità indicate nella proposta di legge.

Una proposta – sarà bene sottolinearlo – che parte dalla consapevolezza che la portualità turistica è uno degli ambiti che contribuisce maggiormente all’economia marittima italiana, con una crescita costante delle attività turistiche legate al mare. “Con questa proposta di legge – si legge infatti nella nota trasmessa da Assonat-Confcommercio - si vuole dare un impulso decisivo alla crescita di un settore che ha il potenziale per diventare sempre più competitivo a livello internazionale, attraverso una gestione più moderna, sostenibile ed efficiente delle infrastrutture portuali”.

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venerdì 25 luglio 2025 - Ultimo aggiornamento: 18:23 | © RIPRODUZIONE RISERVATA