Da tempo in casa Aprea avevano abbandonato l’idea di produrre yacht di grandi dimensioni e si erano dedicati al “primo amore”, i gozzi plananti in legno e vetroresina, declinati in tutte le tipologie possibili, open e cabinati, con motori entrobordo e fuoribordo, sempre capaci di esaltare la sintesi tra tradizione e innovazione, in un contesto di efficienza ed eleganza senza pari. Un successo senza fine, che tuttavia aveva suggerito al cantiere di abbandonare altri progetti interessanti, come l’evoluzione della linea Maestro, quella dedicata agli yacht di grandi dimensioni, nata nel lontano 2005, quasi per caso, quando Cataldo Aprea, seduto a un tavolo di un ristorante di Genova, nei giorni del Salone nautico, tracciò su un pezzo di carta i primi schizzi di quella linea destinata a cambiare il modo di navigare e di vivere il mare. “Dobbiamo realizzare un motoryacht diverso dagli altri, comodo e spazioso come nessun altro, studiato per macinare miglia nautiche in totale sicurezza e comfort” disse l’erede del celeberrimo cantiere sorrentino fino ad allora dedito esclusivamente alla produzione di gozzi.
Con la collaborazione di maestri della progettazione nautica come l’architetto Marco Casali e l’ingegnere Umberto Tagliavini nacque così la linea Maestro, che segnò una svolta epocale non solo per l’azienda di origine sorrentina, ma anche per il modo stesso di concepire la ricerca dello spazio e del comfort a bordo. Fu l’inizio di un’avventura che portò alla nascita di imbarcazioni fuori dal coro, di misura compresa tra i 45 e gli 82 piedi: yacht plananti, ma senza essere sportivi, disegnati rinunciando a linee tese e ardite, e privilegiando piuttosto la ricerca dello spazio vivibile, delle comodità e del piacere di navigare, anche a costo di suscitare qualche diffidenza per l’originalità di certe scelte stilistiche.
Dopo il boom iniziale, le alterne vicende del mercato nautico e le relative difficoltà di gestione suggerirono ai vertici del cantiere un radicale cambio di strategia: stop agli yacht, avanti a tutta forza con i gozzi. Finché non si è presentato a Torre Annunziata, attuale sede produttiva di Apreamare, un vecchio amico del cantiere, già proprietario di uno yacht Maestro di prima generazione, ma desideroso di averne uno tutto nuovo, più grande, più bello, più veloce e più adatto alle nuove esigenze familiari. “Dev’essere una barca grande e comoda, costruita su misura” disse senza tanti giri di parole l’affezionato armatore, invitando Cataldo Aprea e il suo staff a mettere mano a un progetto tutto nuovo, concordato metro per metro, dettaglio per dettaglio.
“Mi sembrò una pazzia” confida oggi il presidente del cantiere torrese, aggiungendo però che “le pazzie sono sempre state il mio forte, e perciò ho accettato la sfida e, d’intesa con l’armatore, ho messo mano a quest’impresa che oggi ci dà la possibilità di festeggiare il varo del Maestro 88, la barca più grande e più bella mai realizzata nel nostro cantiere”.
La cerimonia del varo si è celebrata sabato 3 agosto, in forma privata, alla presenza dell’armatore, della sua famiglia e del comandante dello yacht (un capitano di lungo corso che ha seguito passo passo l’andamento dei lavori) oltre ai membri del management Apreamare, alle maestranze e ai fornitori. Il tradizionale rito della bottiglia scagliata sulla prua ha suggellato il varo sulle note dell’inno di Mameli, “al quale non abbiamo rinunciato – spiegano in cantiere - per testimoniare l’essenza di un progetto tutto italiano che ci rende orgogliosamente fieri di rappresentare il Made in Italy nel mondo”.
“Con il Maestro 88 – ha tenuto a dire Cataldo Aprea - abbiamo coinvolto l’intera filiera di fornitori e artigiani campani che da sempre sostengono la crescita di Apreamare. Il varo di questa barca rappresenta un traguardo fondamentale e non posso esimermi dall’esprimere la mia gratitudine a tutte le maestranze e ai fornitori che hanno reso possibile questo magnifico progetto”.
Gli ha fatto eco Rita Pollio, Ceo dell’azienda, ricordando che “si è celebrato un sogno diventato realtà grazie a un armatore che ha creduto fortemente in noi! Un ringraziamento speciale – ha aggiunto - va a tutti i nostri collaboratori che ci hanno accompagnati in questo processo di crescita costante, dandoci la possibilità di vivere una grande emozione e renderci orgogliosi per ciò che abbiamo fatto”.
Il Maestro 88 è una navetta totalmente custom con carena semi-planante che mantiene il family-feeling della precedente linea Maestro, ma introduce, come detto, profonde innovazioni stilistiche e funzionali. Pur rimanendo sotto la soglia dei 24 metri di omologazione, l’imbarcazione è lunga 27,10 metri, larga 7 metri, con un pescaggio di 1,80 metri e un dislocamento a pieno carico di 90 tonnellate. E’ motorizzata, su richiesta dell’armatore, con due motori MAN da 2.000 cavalli, ma il progetto del cantiere prevede anche una motorizzazione inferiore, affidata a due MAN da 1.600 cavalli, in grado di assicurare i 22 nodi di velocità massima e, limitando la velocità a 10 nodi, un’autonomia di 1.000 miglia nautiche.
Le linee esterne, di grande eleganza e impatto visivo grazie alla sensibilità di Marco Casali di Too Design, dialogano continuamente con gli ambienti interni concepiti per vivere il mare a 360 gradi, senza compromessi e rinunce in un continuo e diretto contatto visivo con l’ambiente esterno. Così la connessione diretta con l’elemento marino trova nell’ampio pozzetto, nella lounge-area di prua, nell’enorme beach club e nella lunga vetrata scorrevole la sua naturale quintessenza. Le ampie finestrature caratterizzano anche lo scafo per buona parte della sua lunghezza, regalano tanta luce sottocoperta, risaltano i giochi cromatici e le nuance, e impreziosiscono i riflessi marini anche negli ambienti interni.
Per suggerire un senso di maggior protezione è stata disegnata una prua alta sull’acqua con una battagliola di 80 cm, gradevole cornice al generosissimo calpestìo per una maggior libertà di movimento in coperta. Sul fly – da vivere sia in rada sia in navigazione grazie ai numerosi spazi dedicati al relax e all’elegante modulo cucina con wet-bar – spicca un T-Top dal design leggero e accattivante. Qui è prevista l’installazione per tutta la sua superficie di pannelli solari dedicati agli impianti di bordo. Per il divertimento degli ospiti o per discese a terra, il garage a poppa può ospitare un tender di 4 metri e numerosi water toys.
Su richiesta dell’armatore gli interni prevedono 4 cabine, 4 bagni, uno studio e angolo relax con pianoforte elettrico, ma per eventuali altri futuri armatori ci sarà la possibilità di avere più cabine, fino a cinque per gli ospiti e due per l’equipaggio (quattro marinai), a ulteriore conferma della filosofia costruttiva di Apreamare: un cantiere “boutique” in grado di rispondere ad ogni esigenza di personalizzazione attraverso una scelta infinita di materiali, essenze, tessuti e colori. Tutto ciò affidato alle mani, e all’ingegno, di impareggiabili maestranze, veri e propri artigiani dell’eccellenza.