Il Gozzo di Apreamare

Apreamare, svelata a Capri la nuova barca: un Gozzo innovativo alla conquista del mondo

di Sergio Troise
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CAPRI - Sarà la reginetta dei Saloni di Cannes, Genova e Montecarlo e poi verrà esposta anche a Fort Lauderdale, in Florida, per conquistare il mercato americano, ma è stata già svelata in anteprima mondiale a Capri, dove le è stato dedicato un evento spettacolare riservato a 150 persone tra ospiti e giornalisti, nell’impareggiabile scenario della Grotta Azzurra illuminata da giochi di luce degni d’uno show acquatico.

Parliamo della nuova barca di Apreamare, un natante di 9,99 metri (11 fuori tutto, larghezza massima 3,36), dallo stile e dai contenuti decisamente innovativi, con il quale lo storico marchio d’origine sorrentina (oggi con sedi operative a Torre Annunziata e a Fano, nelle Marche) si ripresenta sul mercato nautico due anni dopo l’ingresso in Cose Belle d’Italia, gruppo controllato da Europa Investimenti, in prima fila nel rilancio di prestigiosi marchi del Made in Italy.

Costituita la società Imbarcazioni d’Italia, il gruppo con sede a Milano ha dato dunque via libera a Cataldo Aprea, erede di una tradizione di maestri d’ascia che affonda le sue radici nel 1849, quando già si forgiavano le prue dritte e le murate alte oggi tanto di moda. Avviata la vendita di alcuni capannoni e l’azzeramento dei debiti accumulatisi dopo la terribile crisi degli anni 2008-2015, e finanziato il programma di rinnovamento, sono stati varati i nuovi progetti mirati a rilanciare il marchio sulla scena internazionale.

Due anni è durata la gestazione della nuova imbarcazione, realizzata in sinergia con Victory Design, lo studio di progettazione del napoletano Brunello Acampora, uno dei nomi più noti e accreditati del settore. Ne è venuta fori una barca uncoventional, innovativa, che inizialmente non doveva definirsi gozzo, proprio per segnare lo stacco dal passato, ma alla fine s’è trovato un compromesso battezzandola Gozzo, con la G rigorosamente maiuscola.

«Un modo per distinguerla dagli antenati e dalla gamma attuale di gozzi plananti (che rimangono in produzione), con l’obiettivo di sottolineare l’originalità del progetto» ha spiegato Cataldo Aprea, illustrando la novità sul palcoscenico caprese. Dove un meteo impietoso non ha impedito di conoscere da vicino stile, filosofia e contenuti di un progetto che fa della sintesi tra tradizione e innovazione la sua cifra distintiva.

La nuova barca di Apreamare è ispirata dunque alle imbarcazioni del passato, ma è qualcosa d’inedito, a cavallo tra un gozzo e un motoscafo, in grado di distinguersi per l’eleganza e l’originalità dello stile, per il sorprendente spazio ricavato sottocoperta e per le capacità della carena a geometria variabile e pattini di sostentamento: un compromesso ideale per garantire stabilità e velocità a un tempo, con capacità di sdoppiamento tra una placida navigazione in modalità dislocante, a non più di 10 nodi, e la planata fino a velocità di punta superiori ai 30 nodi.

«Assieme a Brunello Acampora – spiega Aprea – abbiamo studiato il modo di sfruttare al meglio le esperienze dei miei antenati, che hanno cominciato a costruire barche 170 anni fa, per realizzare qualcosa che guardasse al futuro senza rinnegare il passato. Ne è venuta fuori una barca in vetroresina con una carena unica, mai vista, grazie alla quale si può navigare a sette, otto, dieci nodi, o anche a trenta, senza che si presentino controindicazioni di alcun tipo. La scelta può dipendere dalle condizioni del mare, dal vento o dall’umore di giornata dell’armatore. E’ il modo migliore per godersi il mare e ottimizzare anche i consumi» sottolinea il numero uno del cantiere.
 

 

Il titolare di Victory Design conferma. «Abbiamo lavorato al progetto a quattro mani approfondendo gli esperimenti di fluidodinamica e mettendo a punto una carena che consentisse gli usi più diversi della barca” spiega Acampora. E aggiunge: “Alla fine il risultato ha sorpreso anche noi: oltre a navigare sotto i 10 nodi come un gozzo antico, senza sollevare onde apprezzabili e con minima scia, il nuovo Gozzo supera i 30 nodi di velocità massima, contro una nostra previsione di 28 nodi».

Nel discorso sulle prestazioni svolge un ruolo, ovviamente, anche la motorizzazione. Che non è quella tradizionale dei gozzi, ma è costituita, sull’esemplare numero 1 appena varato, da gruppi poppieri, una coppia di turbodiesel Volvo Penta D3 da 200 hp ciascuno. In alternativa – informano Aprea e Acampora - possono essere adottati anche motori di minore potenza, come i Volvo da 175 hp, e non è esclusa la soluzione monomotore, con una sola unità da 230 o da 300 hp.

«Con l’esemplare numero uno, dotato di complessivi 400 cavalli – informa il cantiere – sono stati misurati consumi di appena 50 litri/ora». Un dato molto interessante e tuttavia non verificabile viste le pessime condizioni meteo che ci hanno costretto ad un brevissimo mini-test nelle vicinanze del porto di Capri, tra uno scroscio e l’altro di pioggia e violente raffiche di vento. In una finestra di tempo accettabile abbiamo invece verificato la capacità della barca di superare i 30 nodi a pieno carico, assorbendo magnificamente un mare tutt’altro che piatto.

La collaborazione con Acampora non ha riguardato soltanto la parte tecnica e il disegno della carena, ma anche lo stile esterno e l’allestimento degli interni. In entrambi i casi è stato realizzato un lavoro pregevole, soprattutto per la straordinaria capacità di ricavare spazi vivibili sottocoperta, dove si scoprono con inevitabile stupore due letti matrimoniali per 4 posti letto, un bagno ad altezza d’uomo con doccia dotata di comoda seduta, e una cucina a scomparsa.

All’esterno la barca si segnala per una linea moderna e slanciata nonostante la murata piuttosto alta e la prua dritta. Lo stile della coperta è essenziale, con una pontatura ampia ed una tuga contenuta, bassa e profilata, che contribuisce a dare slancio all’insieme, conferendo una sportività accentuata anche dagli oblò orizzontali, lunghi e sottili. La poppa è tonda, ma aperta e caratterizzata da un’ampia plancetta, eventualmente isolabile con due cancelletti a richiesta dell’armatore.

Originale il parabrezza, che sembra ispirato alle spider degli anni trenta: compare e scompare ed ospita il bimini-top. A richiesta sarà possibile montare anche un hard-top. Nel corso dei prossimi mesi il cantiere prevede di realizzare anche una versione con allestimenti più adatti al mercato americano e allestimenti alternativi, per la pesca o per l’impiego come tender di mega yacht.

Ampi gli spazi per 8 persone (è questa la portata massima), con una vivibilità tipicamente mediterranea, fatta di camminamenti larghi, comodi divani e prendisole modulari, sedute confortevoli e grandi gavoni. L’assenza di ostacoli ed una imbattibile accessibilità al mare consentono a Gozzo di definire nuovi standard di comfort, semplicità di utilizzo e sicurezza.

Curatissimi anche i dettagli e le scelte di colore. La cuscineria è rivestita in un raffinato azzurro Tiffany, tinta che lega assai bene con la verniciatura brown metallizzato della vetroresina esterna e con il bronzo chiaro della copertura del cruscotto. La strumentazione Garmin-Volvo è digitale, chiara ed essenziale, di facile lettura. Non manca l’ormai immancabile joystick per semplificare le operazioni di manovra, mentre sembra inadeguato lo spazio nella postazione di comando: troppo stretto.

Il prezzo d’ingresso del nuovo Gozzo di Apreamare è stato fissato in 240.00 euro più Iva. Le versioni più potenti e meglio equipaggiate potranno anche superare i 400.000 euro (Iva compresa). Troppo caro? Cataldo Aprea nega. «Andate a vedere quanto costano certi gommoni di dieci/dodici metri, sottolineo gommoni, e poi mi dite… Il prezzo è frutto di valutazioni ben ponderate e abbiamo la certezza di essere nel giusto».

«Per il primo anno il cantiere conta di varare dieci unità, tutte costruite a Fano, dove – tiene a sottolineare Aprea – c’è un distretto nautico straordinario, in cui ordine ed efficienza agevolano le aziende impegnate sul territorio, sostenendone l’attività in ogni modo. Grazie a queste condizioni, se il mercato confermerà i segnali di ripresa registrati negli ultimi mesi, saremo pronti a fare di più. Procediamo per gradi – spiega Aprea – senza smania di strafare. In passato – conclude - ho fatto parte per qualche tempo del gruppo Ferretti (poi passato in mani cinesi), ho toccato con mano miti del Made in Italy come Riva e da loro ho imparato molto. Soprattutto che la qualità richiede i suoi tempi».
 

 

 

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Mercoledì 6 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 20-09-2017 12:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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