la nuova ammiraglia Apreamare 48

Con la nuova ammiraglia Apreamare 48 arriva anche il nuovo socio: acquisito da Riello Investimenti il 60% del cantiere

di Sergio Troise
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Come tradizione consolidata, anche nell’edizione 2025 dello Yachting Festival di Cannes recita un ruolo da protagonista il gozzo sorrentino, barca di grande fascino e grande tradizione, simbolo di eleganza mediterranea e artigianalità made in Italy, rivelatosi capace di resistere al tempo e alle mode aggiornandosi e migliorandosi, fino a diventare protagonista anche sul mercato internazionale, in particolare su quello francese. Tutto ciò grazie, in particolare, ad Apreamare, che al salone di Cannes ha presentato in anteprima mondiale la nuova ammiraglia: l’Apreamare 48, gozzo cabinato di 14,70 metri destinato a scrivere un altro capitolo importante nella storia del cantiere.

Una storia che proprio in concomitanza con il vernissage in Costa Azzurra scrive un capitolo tutto nuovo. E’ stata ufficializzata infatti la notizia del cambio di assetto societario: nel capitale della storica azienda è entrato, con una quota del 60%, Riello Investimenti SGR. Più in dettaglio, l’operazione è stata realizzata attraverso il fondo Italian Strategy Private Equity (il terzo fondo gestito dalla Riello Investimenti SGR), il cui portafoglio comprende complessivamente 11 acquisizioni. Nell’ambito dell’accordo, i soci storici Cataldo Aprea e Rita Pollio garantiranno continuità gestionale mantenendo rispettivamente il ruolo di presidente e amministratore delegato della nuova società.

“L’obiettivo di questa nuova sinergia – ha tenuto a dire Cataldo Aprea – è mirato ad accelerare il percorso di internazionalizzazione e innovazione del brand, ma l’operazione non è finalizzata ad un aumento della produzione, che va avanti secondo i nostri standard, adeguati al mercato, sia quello domestico che quello estero. Puntiamo a una ulteriore crescita della qualità, non dei numeri. Del resto – tiene ad aggiungere Aprea – nel 2024 abbiamo registrato un fatturato superiore ai 20 milioni di euro, di cui oltre il 25% realizzato all’estero, sostenuto da una presenza internazionale consolidata e da una gamma di prodotti in costante ampliamento. Vantiamo inoltre una solida redditività, a conferma della qualità e della capacità di competere con successo sui mercati globali, come dimostra la nostra storia”.

Una storia che affonda le radici nel 1849, quando Giovanni Aprea iniziò a costruire i primi gozzi da pesca a Sorrento, dando origine a una tradizione artigianale che si è tramandata di generazione in generazione fino ai giorni nostri, passando per l’”invenzione” delle carene plananti; l’ingresso, e poi l’uscita, da Ferretti Group, il trasferimento della produzione a Torre Annunziata e, nelle ultime ore, la decisione di aprire al nuovo socio Riello. Il quale si è detto, da parte sua, “molto orgoglioso di questa nuova operazione che, in linea con il nostro approccio, ha visto il coinvolgimento ed il reinvestimento delle famiglie Aprea e Pollio, a garanzia di quella continuità gestionale che rappresenta un fattore fondamentale nell’esperienza e nello sviluppo del settore nautico”.

Ciò detto, il nuovo socio di maggioranza ha tenuto comunque a sottolineare che “l’operazione prevede una significativa immissione di risorse finanziarie in azienda, che supporteranno Apreamare nello sviluppo e nell’ampliamento del cantiere navale e nel lancio di nuovi modelli”.

E in effetti il cambio di assetto societario è stato annunciato, come detto, proprio in contemporanea con la presentazione del nuovo gozzo 48 Cabin, ammiraglia della gamma Apreamare in grado di distinguersi, ancora una volta, per la capacità di reinterpretare in chiave contemporanea la ricerca di spazi generosi, vivibilità e massima cura artigianale, assicurando anche notevoli doti di navigazione.

Il progetto nasce, come ormai consuetudine per il cantiere, da un concept di Cataldo Aprea e dal lavoro congiunto di Marco Casali per design e stile, Umberto Tagliavini per l’architettura navale, e l’ufficio tecnico interno del cantiere. Il risultato è un’imbarcazione che rispecchia appieno la visione di Apreamare, mirata a salvaguardare un’immagine del gozzo sempre più lontana dall’antica barca da pesca, e sempre più capace di richiamare il piacere di una “dolce vita marinara”, scandita da quel mix di linee classiche e contemporanee, unite a tecnologie d’avanguardia, che fanno del gozzo un autentico unicum nel panorama della nautica mondiale.

Pensato per offrire massimo comfort e vivibilità sia in crociera che all’ormeggio, il nuovo 48 Cabin si fa notare, al primo impatto, per lo stile “familiare”, subito riconoscibile, per gli spazi esterni molto ampi, tipici delle barche mediterranee, per gli interni arricchiti da preziosi dettagli artigianali e resi luminosi dalle lunghe vetrature che sostituiscono i tradizionali oblò lungo le murate della barca. Secondo il cantiere “è il nuovo punto di riferimento del segmento cruiser entro i 50 piedi”.

Di sicuro, salendo a bordo, si fa notare un dettaglio non di poco conto: il tetto rigido, che copre la postazione di guida e buona parte del pozzetto, è privo di aperture. Il che lascerebbe pensare a una mancanza di ventilazione. Ma non è così. “Per esperienza consolidata – spiega Cataldo Aprea – sappiamo che le aperture sui tetti rigidi in vetroresina fanno entrare il sole e il caldo, ma non portano ventilazione. Pertanto abbiamo preferito realizzare una presa d’aria dinamica sotto al parabrezza, dalla quale passa tutta l’aria necessaria per ventilare la parte coperta della barca. Se poi un cliente ci chiederà l’apertura del tettuccio, lo accontenteremo, facendogli pagare un optional a nostro giudizio superfluo”.

Per il benessere della vita a bordo si è lavorato molto sulla ricerca dello spazio. Gli spazi esterni sono molto ampi. Il ponte di coperta è interamente walkaround, mentre il pozzetto, con un generoso prendisole e divano a L, si trasforma grazie a un tavolo regolabile manualmente (optional il comando elettrico) che si integra con il prendisole. A prua, un secondo living con divano, prendisole e poltroncine completa un layout votato alla convivialità.

Gli interni sono luminosi e arricchiti da preziosi dettagli artigianali. Si fanno apprezzare le ampie finestre, la grande cucina, la dinette a U, i due bagni. Le cabine possono essere due o anche tre, in modo da ospitare fino a 6 persone. Come sempre curati i dettagli e le attenzioni mirate ad elevare la qualità della vita a bordo, come la possibilità di disporre di letti più larghi del solito, armadietti capienti, bagni con ampio vano doccia separato, finiture di lusso, tre frigoriferi.

La carena a V profonda a geometria variabile firmata da Umberto Tagliavini promette un’ottima tenuta di mare, anche in condizioni impegnative. Quanto alla motorizzazione, si può scegliere tra due Volvo Penta IPS 700 o 800 (secondo le anticipazioni del cantiere “in grado di assicurare efficienza nei consumi, agilità nelle manovre e prestazioni elevate”) o la tradizionale trasmissione in linea d’asse con motori turbodiesel Volvo Penta D6 da 600 cavalli. Con la motorizzazione standard la velocità massima si aggira attorno ai 31 nodi, 25 quella di crociera.

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giovedì 11 settembre 2025 - Ultimo aggiornamento: 17:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA