
WEC, le attuali Hypercar potrebbero correre nel Mondiale Endurance fino al 2032

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Il FIA WEC sta vivendo un'epoca d'oro, una fase di grande fermento che ne fa oggi una delle categorie più appetibili del Motorsport. La griglia delle Hypercar è ormai affollata come non mai, con nomi altisonanti come Ferrari, Toyota, Porsche, Peugeot e Cadillac che hanno già preso parte alla sfida, e nuovi attori pronti a scendere in pista nei prossimi anni. Genesis, marchio di lusso del gruppo Hyundai, è atteso al debutto già nel 2026, mentre Ford e McLaren hanno annunciato il proprio ingresso per il 2027. Tale situazione pone anche l’interrogativo sul futuro tecnico e regolamentare della categoria, in particolare sulla durata dell’attuale ciclo di omologazione delle vetture.
Il regolamento tecnico delle Hypercar, che comprende sia le LMH che le LMDh, è stato introdotto con l'obiettivo di razionalizzare i costi e attirare nuovi costruttori. In origine, la FIA e l’ACO avevano previsto un ciclo di omologazione quinquennale per le vetture, ma l’accordo con l’IMSA per unificare le categorie ha portato a un primo allungamento fino al 2027. In seguito, alla vigilia della 24 Ore di Le Mans 2024, il regolamento è stato esteso nuovamente fino al 2029. Ora, con una partecipazione così ampia e in continua crescita, sembra quasi naturale pensare a un ulteriore prolungamento. Le voci raccolte nel paddock di Imola, durante la seconda tappa stagionale del WEC, parlano infatti di una possibile estensione fino al 2032.
La proposta, che verrà discussa ufficialmente nel prossimo Consiglio Mondiale FIA, previsto per il 10 giugno 2025, è destinata quasi certamente ad essere approvata. L’idea di mantenere invariato il regolamento per altri sette anni non nasce solo dal desiderio di premiare la stabilità, ma anche dalla volontà di tutelare gli ingenti investimenti compiuti dai costruttori. L’omologazione delle vetture Hypercar comporta uno sforzo economico e tecnologico significativo: concedere un arco temporale più ampio garantisce un ritorno più solido, permettendo ai marchi di pianificare strategie a lungo termine e di capitalizzare il know-how accumulato.
C’è anche un’altra motivazione, meno immediata ma altrettanto cruciale: il futuro dell’Endurance sembra orientato verso una transizione tecnologica che potrebbe vedere l’introduzione dell’idrogeno. Si tratta di una sfida ambiziosa e ancora lontana dalla piena realizzazione. Nonostante i prototipi sviluppati da Toyota, Ligier e dal programma MissionH24 promosso direttamente dall’ACO, il passaggio all’idrogeno richiede tempo, infrastrutture adeguate e un impegno condiviso tra istituzioni, costruttori e fornitori. Estendere la vita delle attuali Hypercar fino al 2032 offrirebbe così una finestra di tempo necessaria per avviare una transizione ragionata, senza forzature e senza mettere a rischio la solidità della categoria.
Resta però aperto il tema dello sviluppo tecnico delle vetture già in pista. Con il regolamento attuale, ogni costruttore ha a disposizione un numero limitato di "Evo Joker", ovvero gettoni che consentono aggiornamenti significativi durante il ciclo di omologazione. Nel primo periodo erano cinque, portati poi a sette con l’estensione fino al 2029. Se davvero si dovesse arrivare al 2032, sarà inevitabile rivedere anche questo aspetto. Tuttavia, la gestione degli Evo Joker è ancora oggi piuttosto opaca: a differenza del BoP – il Balance of Performance che garantisce l’equilibrio in pista tra le diverse vetture – non esiste l’obbligo di dichiarare pubblicamente gli aggiornamenti introdotti. Questo alimenta speculazioni e sospetti, e potrebbe rappresentare un punto critico da affrontare per preservare la trasparenza e l’equità sportiva.