Lo sponsor Rocki

Storia di sponsor che non pagano: la causa della Williams contro Rokit potrebbe portare nelle casse del team 37 milioni

di Massimo Costa
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La parola "sponsor" è sempre vista come qualcosa di salvifico, e non solo per il mondo dello sport. Spettacoli teatrali, fiere, eventi culturali, concerti, sempre si cerca qualche azienda o ente che possa aiutare dal punto di vista finanziario. Certamente è lo sport il mondo che più necessita di sponsor. In F1, la caccia al marchio è una sorta di silenziosa guerra tra le varie squadre alla spasmodica ricerca di budget. Ma a volte, tra i tanti loghi grandi e piccoli che vediamo appesi sulle monoposto, ce ne sono alcuni che bluffano. Per esempio, nel 2019 il team Haas si trovò in grande difficoltà quando lo sponsor Rich Energy, bevanda inglese la cui proprietà cercava visibilità ancora prima di essere presente sul mercato europeo (lo era solo in alcuni supermercarti britannici), che aveva grandi pretese tanto da divenire il logo principale della squadra e definire la colorazione delle vetture, praticamente non pagò mai nulla. E dire che il suo bizzarro amministratore delegato, William Storey, lanciò pure la sfida alla Red Bull spendendo parole importanti. E invece tutto si risolse con una figuraccia mondiale e della Rich Energy, che poi ha cambiato nome in Lightning Volt, non vi è più traccia se non nelle sedi dei tribunali per dichiarato fallimento lo scorso anno.

E' dei giorni scorsi la notizia che la Williams ha incontrato problemi simili con lo sponsor Rokit. Non se ne sapeva praticamente nulla, fino a quando si è appreso che le casse della Williams potrebbero accogliere un extra di quasi 37 milioni di dollari per il 2022. Ma forse sarebbe meglio parlare di somma dovuta: quella proveniente proprio da Rokit, l'ex sponsor con cui erano stati interrotti i rapporti nel 2020. La compagnia statunitense era rimasta indietro con i pagamenti, e la squadra britannica decise di rompere il contratto, portando però la questione in tribunale. Un arbitrato in California ha ora stabilito che Rokit dovrà versare circa 35,7 milioni di dollari di arretrati, più un ulteriore bonus di un milione come risarcimento. Le procedure sono state rallentate dal cambio di proprietà della Williams, che nell'estate 2020 è stata ceduta dalla famiglia fondatrice al fondo Dorilton Capital, determinante per la sicurezza finanziaria della scuderia. Che prossimamente, appunto, potrebbe contare anche sui crediti che le spettano da Rokit, somma notevole se consideriamo che rappresenterebbe oltre un quinto del budget cap (145 milioni di dollari).

Jonathan Kendrick, patron di Rokit, non vuole però gettare la spugna: "Non abbiamo problemi a pagare quando otteniamo ciò per cui paghiamo. Vogliamo andare avanti nella questione, ma in questo momento non possiamo commentare oltre", si legge in una nota, facendo riferimento all'emergenza COVID-19 che ha portato alla ridiscussione di molte sponsorizzazioni sportive. La causa potrebbe quindi non essere del tutto conclusa. La corte federale di Los Angeles, che ha seguito il contenzioso, ha però sottolineato come Rokit avesse "promesso senza ambiguità" di effettuare i pagamenti, rigettando ogni giustificazione. Il gruppo Rokit, che opera in ambiti quali telefonia e bevande, è stato title sponsor della Williams nel 2019, e già in quel primo anno era stata firmata l'estensione dell'accordo fino a fine 2023. I test invernali del 2020 sono stati l'ultima occasione in cui abbiamo visto il marchio sulla livrea Williams, poi è avvenuto il divorzio durante il periodo di lockdown. Si mormorò persino che Rokit fosse pronta per unirsi ad un altro team di Formula 1, addirittura la Mercedes, scenario che non si è comunque verificato. Sono però proseguiti i legami con il team Venturi in Formula E e con il campionato femminile W Series.

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Sabato 8 Gennaio 2022 - Ultimo aggiornamento: 17:06 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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