
Kimi Antonelli visita la Petronas ed è premiato dall'Uiga: “A 300 all’ora non c’è paura. Solo felicità”

Kimi Antonelli, il bambino prodigio è già campione: tanti record sulle orme di Hamilton e Verstappen

Mercedes-AMG, si riaccende la Stella: tre Frecce tornano nell’arena della 24 Ore con più fascino

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Ha solo 18 anni, e già guida una Mercedes di Formula 1. In occasione dell’Uiga Day nella fabbrica Petronas, Kimi, acclamato dai dipendenti dell’azienda malese, racconta il peso delle aspettative, la voglia di imparare dai grandi e la magia di correre a casa, a Imola.
Bagno di folla ieri a Santena, in provincia di Torino, per Andrea Kimi Antonelli, il giovanissimo talento italiano della scuderia Mercedes-AMG Petronas F1. A soli 18 anni, Kimi è già considerato una delle promesse più luminose del motorsport mondiale, e la sua visita al centro Petronas Lubricants Italy, sede strategica per la ricerca e sviluppo dei lubrificanti del team tedesco, ha avuto il sapore di un ritorno alle origini: quelle dell’innovazione italiana che scorre silenziosa nei motori della Formula 1.
Accolto dai tecnici e dai dipendenti Petronas, oltre che dai giornalisti Uiga, Kimi ha potuto osservare da vicino i laboratori dove nascono i fluidi ad alte prestazioni che fanno la differenza in pista: oli e lubrificanti sviluppati su misura per i powertrain ibridi della Mercedes, capaci di incidere anche di pochi centesimi di secondo al giro. Un margine minimo, ma decisivo, nel contesto iper-competitivo della F1 moderna. Un incontro emozionante, tra futuro e innovazione, guidato da un giovane pilota che sogna – con razionalità e passione – di diventare campione del mondo.
Uiga e Scuderia Nuvolari di Mantova consegnano a Kimi Antonelli il volume “Nuvolari in Sella”.
L’incontro è stato anche l’occasione, grazie all’Unione Italiana Giornalisti dell’Automotive, per consegnare ad Andrea Kimi Antonelli un dono speciale: il volume Nuvolari in sella di Cesare De Agostini, omaggio della Scuderia Nuvolari di Mantova. Un libro prezioso, arricchito dalla dedica personale dell’autore, con l’augurio di seguire le leggendarie orme del più grande pilota italiano del Novecento. Tante le domande fatte dai giornalisti Uiga e dal pubblico entusiasta. Eccone una selezione.
Kimi Antonelli, come si gestisce la pressione, quando si è così giovani e si ha il mondo addosso?
“La pressione c’è sempre, ma ti abitui. All’inizio ti spiazza, poi gara dopo gara impari a gestirla. Ti concentri su quello che puoi controllare e diventa tutto più naturale. Cresci, prendi confidenza, e allora anche lo stress si trasforma in concentrazione.”
I piloti più esperti come ti hanno accolto nel paddock? Qualcuno ti guarda ancora con diffidenza?
“Onestamente no. C’è rispetto. In pista ognuno fa la sua gara, ma fuori dai cordoli ho trovato disponibilità. Durante la drivers' parade si scambiano due parole, si commenta il weekend… C’è un bel clima. Certo, quando si abbassa la visiera, ognuno pensa per sé.”
Nel futuro della Formula 1 c’è sempre più elettrico. Come ti rapporti con questa evoluzione?
“È il futuro, dobbiamo abituarci. Dal 2026 le monoposto saranno 50% elettriche, e cambierà tutto: stile di guida, gestione dell’energia, anche le qualifiche. Ho già provato qualcosa al simulatore, servirà tempo per adattarsi. Ma è una sfida che mi intriga.”
Se dovessi descrivere la F1 con un suono, un odore e un colore?
“Il suono dei V10: ho ancora in mente la Ferrari F2004 che sentii al Mugello nel 2017. L’odore è quello della benzina nei box, ti fa entrare subito nel mood. E il colore… direi rosso, ma anche il bianco e nero della bandiera a scacchi. E poi c’è un odore, forse un sapore, particolare: quello della sfida.”
Qual è il tuo stile fuori dalla pista? E quando hai indossato per la prima volta uno smoking?
“Era il 2021, alla premiazione FIA del kart. Mi piace vestire elegante, anche se casual: pantaloni lunghi, camicia, soprattutto nei contesti professionali. A casa invece vado sul comodo: pantaloncini, t-shirt e via.”
Hai paura quando sfrecci a oltre 300 all’ora?
“No. Anzi, è proprio quello il bello. Più vai forte, più ti diverti. Ho iniziato a sei anni con i kart, sono cresciuto con la velocità. La prima volta che superi i 300 fa effetto, certo, ma poi diventa normalità.”
Carlo Vanzini, Kimi Antonelli, Khalil Muri
Il tuo idolo è Ayrton Senna. A Imola il suo ricordo è ovunque. Quanto è cambiata la sicurezza oggi?
“Moltissimo. L’introduzione dell’Halo, per esempio, ha salvato vite. All’inizio ci sembrava strano, oggi nessuno ci rinuncerebbe. La FIA ha fatto un lavoro straordinario: i telai resistono a impatti pazzeschi, ogni elemento è studiato per proteggerci. Questo ci permette di spingere al massimo, senza pensieri.”
E proprio a Imola correrai la tua prima gara “di casa”. Che emozione è?
“Pazzesca. Correre davanti ai tifosi italiani, in un posto così pieno di storia, sarà speciale. Sento una carica enorme, ma anche tanta adrenalina. Sarà un fine settimana intenso, non vedo l’ora.”
Petronas è uno dei partner tecnici fondamentali del team. Che ruolo hanno lubrificanti e carburanti in un mondiale così combattuto?
“Un ruolo enorme. In qualifica ci si gioca anche sui millesimi. Se l’olio o il carburante riescono a darti anche solo qualche millesimo in più, hai fatto la differenza. Petronas lavora al massimo per darci quel vantaggio in più. E oggi visito la sede italiana, a Sàntena: voglio capire meglio cosa c’è dietro a ogni goccia di prestazione.”
C’è qualcosa che ti ha colpito in particolare del lavoro Petronas?
“Sì: il laboratorio che analizza l’olio usato per capire se ci sono problemi al motore. È incredibile. Puoi prevenire guasti ancora prima che succedano. E sapere che questa tecnologia poi finisce anche sulle auto di tutti i giorni… beh, è davvero figo.”
Se giocassimo al videogioco Mario Kart, quale personaggio sceglieresti per sfidarmi?
“Facile: Bowser! È tosto, incassa tutto e va dritto.”
Guardando al 2026, cosa ti aspetti dal grande cambiamento regolamentare?
“Sarà una rivoluzione. Le macchine saranno più leggere, niente più effetto suolo, aerodinamica attiva, 50% elettrico. La guida cambierà completamente: più spinta iniziale, ma bisognerà gestire bene l’energia. A Monza, per esempio, potresti arrivare a metà del rettilineo del traguardo con solo il termico. Il pilota dovrà diventare ancora più stratega. Non sarà facile, ma io amo le sfide.”