Jean-Éric Vergne pilota di FE della Ds Techeetah

Jean-Éric Vergne (Ds Techeetah): «Quando le corse sono ferme, gli e-sport possono unire»

di Nicola Desiderio
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Il coronavirus ha imposto lo stop a tutte le discipline sportive, anche quelle motoristiche. I campioni però scalpitano. E tra questi c’è Jean-Éric Vergne, vincitore degli ultimi due campionati di Formula E che ha pensato bene di organizzare insieme ai suoi amici un campionato virtuale con Veloce Esports che vede partecipare piloti veri, virtuali e anche personaggi provenienti da altre discipline.

Parliamo degli dell’Esports Challenge. Qual è stata la scintilla di questa idea?

«Quando ho saputo che tutte le competizioni erano state cancellate, mi sono ritrovato senza niente da fare. E allora mi sono detto: devo trovare una soluzione. Ho chiamato i miei colleghi e ho detto loro: possiamo gareggiare attraverso i videogame! Ho parlato di questo al mio team e a Veloce Esports e abbiamo creato un campionato online».

Il significato di questa sfida è che tutte le persone e tutti i piloti possono stare insieme e condividere qualcosa. Ma il significato è anche che il virus non ci fermerà…

«Sì, esattamente. Oggi abbiamo l’opportunità di stare tutti insieme. In questo modo possiamo stare a casa e garantire la sicurezza di tutti. Mentre tutto è chiuso, anche le gare, possiamo rimanere collegati. Collegati attraverso la rete, ma anche dal divertimento».

Ci sono organizzazioni che reclutano piloti virtuali per farne piloti veri da schierare in competizioni come la 24 Ore di Le Mans. Pensi che questo sistema possa essere efficace o il percorso classico, dal kart in poi, sia ancora il modo migliore per costruire un pilota?

«In generale, le persone vogliono rapportarsi sempre di più con il motorsport. Ma essere un pilota su pista è ben diverso che esserlo alla console. Noi del team Veloce Esports abbiamo i migliori piloti virtuali, ma di certo non faremo corse vere con loro. Non credo poi che lo scopo di chi gioca alla console sia necessariamente quello di diventare pilota. Invece questo è un ottimo modo per mettere a confronto anche persone che vengono da diverse discipline sportive come Courtois, il portiere del Real Madrid. Visto che anche il calcio è fermo, ci divertiamo insieme!»

La Formula E è, al momento la categoria più virtuale che esista. Avete il fanboost, l’attack mode, il Driver’s Eye, il Ghost Racing... tutti modi che già oggi permettono alle persona da casa di essere connessi con voi piloti mentre correte. Che cosa ci aspetta di nuovo?

«Non posso sapere che stanno preparando. Ma quello che dici è sicuramente vero».

Sei abituato a sfidare i tuoi amici piloti anche quando sei a casa?

«Sì, certamente. Quando si torna a casa rimane la voglia di sfidarsi. Ma non è che abbia molto tempo per farlo, anche perché ne serve parecchio per organizzare campionati come questi».

Pensi che un giorno i piloti reali e quelli virtuali si potranno sfidare alla pari in un campionato?

«Sì, nel futuro potremo avere a disposizione in rete tutti i dati relativi ad una monoposto di Formula 1 e vedremo 21 macchine virtuali alla cui guida ci saranno e-gamers e piloti veri. La tecnologia ci permetterà di fare questo, molto presto. Ne sono sicuro».

Tornando alla realtà, al momento in Formula E hai probabilmente la macchina migliore. Da 3 stagioni la Techeetah è la monoposto da battere, anche con piloti e powertrain differenti. Come mai?

«Penso che Techeetah ha uno staff tecnico eccellente, il migliore di tutta la Formula E. Inoltre con il powertrain DS abbiamo fatto un passo in avanti ulteriore. E la combinazione di questi due fattori che al momento ci rende il team migliore».

Pensi che il mondo del motorsport abbia agito nel modo giusto di fronte all’emergenza coronavirus?

«Non posso parlare a nome di chi guida il motorsport. Penso però che le decisioni prese siano quelle giuste».

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Martedì 14 Aprile 2020 - Ultimo aggiornamento: 20-04-2020 10:34 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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