Lewis Hamilton e Max Verstappen

Hamilton vs Verstappen, alle origini della battaglia che sta infiammando il Mondiale 2021

di Massimo Costa
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Partiamo da un presupposto: Lewis Hamilton non ha volutamente colpito Max Verstappen. Anzi, ha cercato di evitare il contatto, ma ne è scaturito comunque un incidente. Il pilota olandese ha avuto la peggio, finendo con violenza contro le barriere, un brutto impatto che lo ha portato all'ospedale di Coventry per controlli fino alla tarda serata di domenica. Diciamo la verità: prima o poi doveva accadere che tra i due grandi contendenti per il titolo mondiale 2021 si verificasse un episodio che andava a infrangere con fragore la "solidarietà" che vi era. Strette di mano cordiali, sorrisi, pacche sulle spalle, complimenti vari. No, non erano da vera sfida iridata tali comportamenti. La storia della F1 racconta che quando si duella per divenire il numero uno assoluto, non c'è più spazio per la simpatia, ma subentra a gamba tesa l'odio.

Il rivale ti entra nella testa e non ti molla più, a quel punto l'unico obiettivo è quello di disintegrarlo, sportivamente parlando. Con i risultati in pista, con le cattive maniere se necessario, e soprattutto dal punto di vista psicologico. Il duello all'arma bianca più recente che la F1 ha vissuto è stato quello del 2016 tra i compagni di squadra della Mercedes, Hamilton e Nico Rosberg. Prima grandi amici, poi totale indifferenza. Hanno giocato sporco entrambi nell'anno in cui il tedesco si è aggiudicato il titolo (più Nico per dirla tutta), ma con uno spreco di energie così elevato che dopo poche settimane Rosberg ha annunciato il ritiro dalle corse, consapevole che non avrebbe retto un'altra stagione su quei livelli emotivi. Perché Hamilton è così, ti spinge in zone della mente che non avresti mai immaginato potessero esistere. E quando è finita, ne esci esausto.

Verstappen è sempre stato un pilota il cui maggior punta di forza, oltre all'abilità di guida, è stato l'intimidazione dell'avversario. Fin dal karting si è fatto conoscere per essere una sorta di bullo del volante. Nell'unico anno, il 2014, svolto nelle serie minori, la F3 europea, ad ogni appuntamento faceva arrabbiare qualche avversario per i suoi comportamenti oltre il limite in pista. Tra lo stupore dei rivali, Verstappen l'aveva sempre vinta con i commissari sportivi FIA, di fatto sdoganando le sue evidenti scorrettezze e suscitando infinite polemiche. C'era molta tensione nel 2014 nel paddock della F3. Arrivato in F1 ancora minorenne e con una sola stagione di F3 sulle spalle, Verstappen non ha cambiato affatto il suo modo di interpretare il motorsport. Sempre al limite, e oltre, con tutti. Al volante della Toro Rosso, ha collezionato diversi incidenti e una volta passato alla Red Bull ha continuato su questa via mancando di rispetto a campioni del mondo come Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel, al compagno di squadra Daniel Ricciardo, con cui ha provocato più di un contatto. Uno in particolare molto pericoloso a Baku. Il suo modo di intendere le corse è questo: sempre col coltello tra i denti, far vedere all'avversario che non lo puoi superare perché... tanto ti chiudo la porta in faccia.

Nell'ultimo periodo, Verstappen è cambiato, ha cominciato a ragionare un po' di più, si è tenuto alla larga dai guai, ha anche alzato il piede in alcune occasioni divenendo quasi un ragioniere (si fa per dire). Con Hamilton la sfida in pista aveva avuto qualche anticipo negli scorsi anni, ma l'inglese si era sempre astenuto nel cercare la rissa, tanto la sua Mercedes era superiore e lo lasciava fare. Questa stagione, che la Red Bull ha raggiunto e superato la competitività della vettura di Toto Wolff, Verstappen e Hamilton si sono trovati in più di un Gran Premio a stretto contatto e ogni volta l'ha sempre avuta vinta l'olandese. Un quasi incidente si era verificato a Imola subito dopo la partenza, con il pilota Red Bull che aveva chiuso l'inglese brutalmente alla prima variante del Tamburello. Verstappen via via deve aver maturato la convinzione di aver domato Hamilton, ma si sa che Lewis zitto zitto non si arrende tanto facilmente.

L'antipasto lo si è avuto nella gara sprint di Silverstone, quando al via la Red Bull numero 33 è schizzata al comando. Hamilton ci ha provato ad attaccarlo, ma si è presto arreso. Ulteriore convinzione per Verstappen che il sette volte iridato fosse bello e impacchettato. Un vecchietto, come qualcuno ha avuto il coraggio di affermare al microfono in occasione della doppia trasferta austriaca. E così domenica scorsa, quando nel Gran Premio vero, con la Red Bull nuovamente davanti alla prima curva, Hamilton ha tentato il sorpasso un paio di volte, senza riuscirci, Verstappen si è sentito al sicuro. L'ho messo ancora dietro, avrà pensato. E mai avrebbe immaginato che con coraggio Lewis reagisse provandoci alla Copse. Una manovra alla... Verstappen. Ma non impossibile. Hamilton ha perso leggermente la corda, l'olandese si è comportato come se nessuno fosse al suo interno, ed ecco il patatrac. La direzione gara ha comminato 10" al pilota Mercedes, giusto così.

Al contrario di quanto ha raccontato a tutte le TV un indiavolato team principal Red Bull Christian Horner (mentendo sapendo di mentire), alla Copse i sorpassi si fanno, eccome se si fanno. In F1 e nelle serie inferiori. Proprio il suo ex pilota Sebastian Vettel, in quella curva con coraggio passò all'interno la Ferrari di Fernando Alonso nel 2014, il quale saggiamente, all'esterno, alzò un attimo il piede facendo sfilare il tedesco. Parole al vento quelle di Horner e di Helmut Marko che ha addirittura chiesto la sospensione di una gara per Hamilton. Hamilton ha poi disputato la corsa eccezionale che tutti hanno visto e si è informato sulle condizioni di Verstappen: quando ha saputo che tutto era ok ha tirato un sospiro di sollievo. A Max, non è piaciuto il comportamento di Lewis a fine gara, i suoi festeggiamenti, ma francamente le dichiarazioni rilasciate via social ("E' stata una mancanza di rispetto e un comportamento antisportivo, ma andiamo avanti") fanno sorridere in quanto molto infantili. Tutti sapevano che le condizioni del pilota Red Bull non destavano preoccupazione e quindi perché mai Hamilton non avrebbe dovuto festeggiare? 

Volano i cocci dunque, e Hamilton è stato chiaro come non mai: "Sappiamo come corre Verstappen, alcuni si intimidiscono, io no, non mi arrendo". Messaggio lanciato. Parole di fuoco dall'una e dall'altra parte. A Budapest tra 15 giorni che accadrà? Ci sarà una reazione scomposta di Verstappen? Hamilton ora che ha intrapreso il sentiero di guerra, attiverà i suoi giochi psicologici che tanto fecero impazzire Rosberg, e tanti anni prima Fernando Alonso? Siamo al decimo appuntamento di ventitre, lo spettacolo è appena cominciato.

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Mercoledì 21 Luglio 2021 - Ultimo aggiornamento: 19:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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