
FE, come cambia la classifica con e senza il Pit Boost. Ecco chi sarebbe in testa e chi non avrebbe punti
JAKARTA – La Ds Penske è la scuderia che ha fatto più punti, 81 (su 146), negli ePrix con il Pit Boost, la ricarica ultrarapida obbligatoria introdotta questa stagione nel primo dei due ePrix che si disputa nei fine settimana con due gare (3,8 kWh, ovvero un decimo della carica, in mezzo minuto con una seconda fissata dal regolamento di almeno 34''), mentre la Tag Heuer Porsche è quella che ne ha collezionati di più in quelli senza, 165 (su 191). Per la scuderia tedesca, che guida la classifica a squadre prima della gara di Jakarta, il passaggio ai box è quasi una “croce” come si evince dalla statistica elaborata dal collega Tobias Wirtz, il “mago dei numeri”, per il sito tedesco e-formel.de.
Con l'86% dei punti raccolti nelle prove senza il Pit Boost sembra evidente che tra Porsche e la nuova tecnologia, della quale ha sempre sostenuto l'adozione per dimostrare cosa sia possibile trasferire anche sulle auto stradali, non ci sia troppo feeling. Naturalmente quattro gare sulle undici corse in questa stagione non possono (non ancora) fare statistica. La squadra franco statunitense ha una distribuzione molto più equilibrata, seppur sbilanciata sul fronte opposto con il 59%. Maximilian Günther ha vinto a Jeddah (il primo ePrix in assoluto con il Pit Boost) e a Shanghai, dove il compagno di squadra Jean Eric Vergne ha chiuso secondo. Il numero due del team, Phil Charles, è un grandissimo sostenitore di questo sistema.
Anche la Jaguar Tcs, la scuderia che lo scorso anno ha vinto due allori su tre (squadre e costruttori), ha gli stessi “problemi”, addirittura amplificati, di Porsche: con il Pit Boost un punto, senza 81. La Nissan, che guida attualmente il mondiale piloti, è in testa alla classifica costruttori ed è seconda in quella a squadre, ha una distribuzione ben spalmata: 79 punti nelle quattro gare con il rifornimento obbligatorio (sarebbe seconda dietro la Ds Penske) e 102 nelle sette senza (la precederebbe solo la Porsche). Il problema di Nissan, semmai, è che la maggior parte dei punti (171 su 190) li ha conquistati Oliver Rowland, ma questo è un altro discorso.
Anche alla Mahindra, protagonista finora di una stagione quasi da protagonista dopo alcuni anni incolori, sembrano aver trovato un buon rapporto con il Pit Boost: nella graduatoria virtuale degli ePrix con sosta sarebbe terza con 60 lunghezze, due in più rispetto alla McLaren (motorizzata Nissan), quarta. Nelle prove senza, il team indiano occuperebbe la quartultima piazza (43), mentre il team di Ian James la sesta (50). La debuttante Lola Yamaha Abt è andata a punti (30) solo negli ePrix senza sosta, ma il dato è più una curiosità, poiché solo Lucas di Grassi ha finora mosso il tabellino, con un secondo posto a Miami e due piazzamenti nella Top 10 (quinto e decimo) a Tokyo e Shanghai. Il debuttante Zane Maloney è ancora fermo a quota zero. Nelle gare senza il Pit Boost, alle spalle di Porsche, Nissan e Jaguar ci sono poi nell'ordine Andretti (cliente di Porsche (62), Ds Penske, McLaren, Maserati (50), Mahindra, Envision (cliente di Jaguar) con 41, Lola Yamaha Abt e l'altra cliente di Porsche, la Cupra Kiro (27). In quelle con, dietro Ds Penske, Nissan, Mahindra e McLaren compaiono Maserati (38), Cupra Kiro (28), Andretti (25), Envision (21), Porsche, Jaguar e Lola Yamaha Abt.