Un duello in partenza durante lo scorso e-prix del Messico

Comincia la caccia all'Orient Express. In Uruguay il campionato compie il giro di boa: sfida tra Techeetah e Mahindra

di Alberto Sabbatini
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PUNTA DEL ESTE - Il campionato delle monoposto elettriche arriva al giro di boa dall’altra parte del mondo. Si corre in Uruguay, in Sudamerica. In una località balneare rinomata, Punta de l’Este, a circa 100 km a est della capitale Montevideo. Sorge all’estremità del braccio di mare formato dal Rio de la Plata, dove dall’altra parte della costa si affaccia l’Argentina.

La cittadina di Punta de l’Este è considerata un po’ la Montecarlo sudamericana: una città mondana, ricca di glamour e densa di turisti. In questo ambiente esotico, fatto di sole, mare e mondanità, la gara di F.E che si corre stasera alle 20 ora italiana (diretta tv su Italia 2) sembra a tutti gli effetti la risposta “elettrica” della Formula E al Gran Premio di Montecarlo F1. Però agli antipodi. La gara sarà un duello occidente contro oriente, perché l’attenzione è tutta concentrata sull’offensiva di piloti e team europei contro le squadre asiatiche che finora hanno schiacciato gli avversari come un treno. L’Orient Express della situazione è composto dalla squadra cinese Techeetah, che con Jean Eric Vergne è in testa al campionato, e dall’indiana Mahindra che è seconda nella classifica Costruttori. Tra l’altro il pilota di punta della Mahindra, lo svedese Rosenqvist è secondo in classifica ad appena 12 punti da Vergne. Rosenqvist e Vergne hanno vinto tre delle cinque gare finora disputate; lo svedese è il più in forma e vuole vendicarsi della sfortuna che l’ha colpito nell’ultima gara in Messico, quando è stato appiedato da un guasto mentre era in testa.

Il terzo incomodo della corsa può essere l’Audi, che è uscita rinfrancata dall’ultima gara in Messico dove ha vinto con Abt e stabilito il giro più veloce della gara con il campione di Formula E in carica, Lucas Di Grassi, staccatissimo però in campionato. L’Audi, che da quest’anno si impegna ufficialmente nella formula elettrica con tutto il peso ed il know-how tecnico del proprio reparto corse che ha vinto 13 volte la 24 Ore di Le Mans, ha realizzato una monoposto velocissima. Ma nelle prime gare è stata penalizzata da problemi di affidabilità all’inverter; questi è il componente chiave delle monoposto elettriche, perché è il dispositivo che gestisce il trasferimento di energia elettrica dalla batteria al motore che aziona le ruote. Se cede l’inverter, si ferma tutto nella monoposto elettrica. È quello che è successo più volte a Di Grassi quest’anno.

Gli outsider della corsa di Punta de l’Este potrebbero essere ancora il tedesco Lotterer, secondo pilota della cinese Techeetah che aveva innescato un gran duello in Cile contro il suo capitano Vergne; e poi l’italo-svizzero Edoardo Mortara, pilota della Venturi, che aveva iniziato bene la stagione a Hong Kong ma poi è andato in calando.
Si attende un riscatto anche dal piemontese Luca Filippi, che corre con la cinese Nio. E poi ci sono sempre in agguato due veterani, come Piquet jr con la Jaguar e Buemi (Renault) campione della categoria nel 2015 e 2016, e che ha vinto l’ultima volta sul circuito dell’Uruguay.

L’incognita vera, però, verrà dal circuito: il tracciato cittadino di Punta de l’Este di 2,78 km è disegnato sul lungomare davanti alla spiaggia che fronteggia l’oceano Atlantico. E questo rappresenterà un imprevisto per tutti. Perché il vento che soffia dal mare porta sabbia sulla pista rendendo scivoloso l’asfalto. I primi piloti che entreranno in pista per prove libere e qualifiche saranno svantaggiatissimi perché troveranno un’aderenza precaria per la sabbia che potrebbe rallentarli anche di mezzo secondo al giro. Questo potrebbe compromettere le possibilità di una buona gara. Siccome l’ordine di partenza nelle prove libere è estratto a sorteggio, in Uruguay il destino giocherà un ruolo molto importante per la vittoria finale.
 

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Domenica 18 Marzo 2018 - Ultimo aggiornamento: 19-03-2018 06:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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