Un pit stop ai box alla 24 Ore di Le Mans

Formula Michelin: più prestazioni, maggiore durata. A Le Mans l'evoluzione continua

di Nicola Desiderio
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LE MANS - Usurarsi meno, ma mantenere le stesse prestazioni anzi – se possibile, migliorarle. Questa è la sfida per i costruttori di pneumatici impegnati nel WEC 2017, e ancora di più alla 24 Ore di Le Mans, che sono Michelin e Dunlop. Il regolamento infatti ha ristretto da 6 a 4 i set di coperture disponibili per ogni gara (qualifiche e corsa) del calendario ad eccezione della 24 di Le Mans dove ve ne saranno a disposizione 12, come lo scorso anno.

Una sfida dunque che appare più semplice da affrontare rispetto agli scorsi anni, ma che in realtà è considerevole ancora una volta poiché le LMP1 avranno comunque meno carico aerodinamico portando gli pneumatici a lavorare e ad usurarsi maggiormente. Esemplare in questo senso è stata la 6 ore di Spa-Francorchamps dove i tempi migliori in prova li ha fatti la Toyota con configurazione aerodinamica a basso carico per Le Mans, ma il passo di gara migliore lo hanno tenuto le altre due ad alto carico che sfruttavano di meno le gomme.

I costruttori hanno dunque dovuto recuperare parte delle prestazioni perdute per le restrizioni del regolamento, proprio mentre dovevano assicurare un’usura inferiore dopo anni di progressi comunque consistenti: dal 1998 allo scorso anno infatti la durata delle gomme a Le Mans è più che triplicata. E, stando ai tempi visti nelle prime due gare della stagione e nelle prove libere sul tracciato francese, l’obiettivo è stato superato. Anche stavolta la candidata alla vittoria finale è la Michelin che calza tutte e 6 le LMP1. Delle restanti 54 vetture in gara, sono gommate francesi 11 su 13 GTE Pro, con l’eccezione delle due Aston Martin Vantage ufficiali che montano Dunlop, così come 10 su 16 GTE Am e ben 22 LMP2 sul gruppone delle 25 partenti. A conti fatti fanno 30 pari, ma il costruttore francese può puntare alla ventesima vittoria di fila e a fare sua anche la classe riservata alle auto derivate dalla serie. Per le LMP1 il regolamento prevede ruote dal diametro di 28 pollici e 14 di larghezza montate su cerchi metallici da 18 pollici con canale da 13. La casa di Clermont Ferrand ha preparato pneumatici 31/71-18 dove le prime due cifre indicano rispettivamente la larghezza e il diametro in centimetri e la terza quella del cerchio in pollici.

Tre le slick da asciutto (Soft, Medium, Hard) cui si aggiungono due intagliate da bagnato (Wet e Full Wet) e l’ormai famosa slick intermedia definita Hybrid, introdotta per la prima volta nel 2012, che consente di marciare anche su fondo umido. Il segreto sta nella mescola che è stata di recente utilizzata anche sul nuovo Pilot Sport 4S. Il trasferimento tecnologico è infatti il primo obiettivo di Michelin il cui motto “Total Performance” calza a pennello sulla filosofia delle corse di durata dove prestazioni, durata, adattamento alle condizioni climatiche più disparate e anche la sicurezza e i consumi di carburante rappresentano aspetti fondamentali così come lo sono per le auto di serie.

E lo è anche il consumare meno coperture, fattore che comporta benefici ambientali considerevoli, diretti e indiretti: meno materie prime, meno emissioni per il loro trasporto – la Michelin ha calcolato un migliaio di pneumatici in meno pari 12 tonnellate di peso – e infine meno materiali da riciclare. Anche in questo caso, la filosofia è quella delle prestazioni globali e, dalle corse, può dare risultati perfettamente applicabili nella vita di tutti i giorni, ancora di più perché hanno un preciso riflesso sui costi. Insomma, a Le Mans si corre anche per risparmiare. Chi l’avrebbe mai detto?
 

 

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Venerdì 16 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 23-06-2017 10:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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