La Porsche 911 RSR

24 Ore di Le Mans: Porsche, Corvette, Aston Martin pokerissimo di gemme in pista

di Mattia Eccheli
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LE MANS - «La vita è correre. Il resto è soltanto attesa», parola di Steve McQueen. Anche per le vetture impegnate nelle classi GT della 24h di Le Mans è arrivato il tempo di gareggiare. Anzi: di continuare a gareggiare, visto che molte sono impegnate nel WEC. La rinnovata e classica sfida tra Ferrari e Ford, tra le auto italiane del Cavallino Rampante e quelle americane dell’Ovale Blu, non è il solo motivo di interesse in questa categoria: ci sono altri blasonati marchi che puntano in alto.

C’è Porsche, il costruttore più vincente della storia alla 24h di Le Mans con 18 successi assoluti e 105 di classe, che nella serie GTE Pro schiera due 911 RSR, il modello da corsa sviluppato sulla settima generazione della Carrera. La vettura ha già corso quest’anno, ma mai a Le Mans. Prima dell’esordio a Daytona, la nuova astronave era stata testata per 35.000 chilometri ai quali ne sono stati aggiunti altri quasi 2.200 nelle sessioni di prova sul circuito transalpino.

Porsche ha rivoluzionato l’auto con un trasloco strategico: il motore, il nuovo aspirato boxer a sei cilindri da 510 cavalli, è stato sistemato davanti all’asse posteriore. Un’auto diversa nella sostanza che i due equipaggi proveranno a far “atterrare” nel firmamento del motorsport: al volante della 91 si alterneranno l’austriaco Richard Lietz ed i francesi Patrick Pilet e Frédéric Makowiecki, mentre nella 92 si accomoderanno a turno il danese Michael Christensen, il francese Kévin Estre ed il tedesco Dirk Werner.

Con la C7.R, m soprattutto con l’ingaggio di Marcel Fässler, Corvette manda un’ambasciata chiara agli avversari: schierando il tre volte vincitore assoluto della Le Mans (2011, 2012 e 2014), la scuderia del Cravattino non intende accontentarsi di un ruolo secondario. Lo svizzero sarà sulla vettura 64 assieme ad Oliver Gavin e Tommy Milner. Sull’altra auto iscritta dalla Corvette Racing ci sono Jan Magnussen, Antonio Garcia e Jordan Taylor. Aston Martin Racing – per il cui rientro nel WEC ed il ritorno alla 24H francese David Richards è stato insignito dello “Spirit of Le Mans” - è ottimista, malgrado l’avvio di stagione non sia stato esaltante. Senza contare il rivisto Balance of Performance (Bop) che appesantisce le splendide Vantage di 10 kg con un aumento dei restrittori do 0,4 millimetri ed una riduzione di 2 litri della capacità del serbatoio. Nicki Thiim, il danese che nel 2014 aveva vinto a Le Mans al suo primo “assalto” spiega che «non importa in quale classe, ma questo è il trofeo che vuoi avere nella tua bacheca».

Ricorda anche che la Sarthe è importante per i doppi punti che assegna: «E il mondiale è importante come Le Mans». Thiim sarà al volante dalla Vantage 95 assieme al connazionale Marco Sørensen ed all’americano Richie Stanaway. La 97, anch’essa gommata Dunlop (tutte le altre montano pneumatici Michelin), è stata affidata a Darren Turner, Jonathan Adam e Daniel Serra. Nella classe GTE Am la sfida è tra 8 Ferrari 488, una Corvette C7-Z06, tre Aston Martin Vantage e tre “vecchie” Porsche 911 Rsr (991). Al volante di una di queste c’è Matteo Cairoli, l’unico italiano in questa classe a guidare un bolide che non sia del Cavallino.
 

 

 

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Venerdì 16 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 18:36 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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